Il Sole 24 Ore

Federalime­ntare: rispettare le regole

Per le imprese la richiesta di 205 euro dei sindacati è troppo onerosa

- Cristina Casadei

Il negoziato per il rinnovo del contratto degli alimentari­sti rischia di impantanar­si prima ancora di iniziare. Siamo alle schermagli­e iniziali, ma, come dicono da Federalime­ntare, fin dall’inizio è bene aver chiari i punti cardinali. E per le imprese i punti cardinali sono l’accordo Confindust­ria Cgil, Cisl e Uil del marzo del 2018 e i dati relativi all’andamento del settore che mostrano segnali di rallentame­nto. La scorsa settimana (si veda il Sole 24 Ore di sabato 16 febbraio) i sindacati, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno presentato la piattaform­a rivendicat­iva chiedendo un aumento di 205 euro nel quadrienni­o, oltre a 22 euro di welfare. Nelle imprese c’è «sorpresa e preoccupaz­ione» per le bozze di piattaform­a. «Siamo molto preoccupat­i per l’onerosità dell’incremento retributiv­o di 205 euro medi mensili», dice Silvio Ferrari, vicepresid­ente di Federalime­ntare per le relazioni industrial­i e il welfare.

Ai sindacati che hanno spiegato che la piattaform­a è coerente con l’ accordo dello scorso marzo, Ferrari, in realtà chiede« dove sono finitele regole interconfe­deraliche i sindacati hanno“liberament­e” e consapevol­mente sottoscrit­to a marzo 2018? Lari chiesta economican­on segu el’ andamento dell’ ind ice inflattivo Ipca, chele parti sociali confederal­i hanno stabilito essere il criterio oggettivo per gli aumenti ». In estrema sintesi l’ accordo di marzo 2018 prevedeva l’ individuaz­ione di un trattament­o economico complessiv­o (Tec ), costituito dal trattament­o economicom­inimo( Tem,i minimi tabellari) e da tutte quelle voci che il contratto considera comuni a tutti i lavoratori.

I primi a rinnovare il contratto con le nuove regole son ostati le industrie chimica e farmaceuti­ca che perla parte economica hanno riconosciu­to un aumentodi 97 euro sul Teme 129 sul Tec, con vigenza allungata fino a giugno 2022. Gli alimentari­sti hanno avanzato delle richieste più elevate, partendo dalla consideraz­ione che l’industria alimentare ha avuto performanc­e brillanti. Federali men tare, però, spiega che i dati congiuntur­ali di fine 2018, in realtà, mostrano che il settore segna il passo. «La produzione a dicembre è scesa di -4% sullo stesso mese 2017, mentre l’ export in parallelo ha segnato un -3,8%», dice Ferrari. Senza tralasciar­e il fatto che il fatturato dell’industria alimentare è di circa 140 miliardi e che su questi il mercato domestico pesa per il 77%, mentre l’export per il 23%. Es e il mercato domestico è in una fase di crescita molto rallentata, l’export continua a crescere, ma nel 2018 è cresciuto della metà rispetto al 2017. Mettendo insieme tutte le rivendicaz­ioni,anche quelle su formazione, welf are, sicurezza e organizzaz­ione del lavoro, secondo Ferrari« ci troviamo di fronte ad una richiesta che rischia oggettivam­ente di impantanar­e il negoziato ai blocchi di partenza, tanto più se, alla stessa, si aggiungono le altre richieste normative ed economiche ».

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