Infrastrutture, fermo il 44% dei progetti nel Nord Ovest
Nel 2018 in sofferenza il 93% dei progetti, pesano i tempi lunghi dei finanziamenti
Peggiora lo stato di avanzamento delle infrastrutture del NordOvest. Secondo il rapporto Oti realizzato dagli industriali di Milano, Torino e Genova, il 44% dei progetti monitorati è al palo: in particolare nel 2018 sono stati bloccati investimenti per 5,4 miliardi di euro complessivi solo per l’avanzamento dei cantieri della Torino-Lione, del Terzo Valico e della Brescia-Verona. Intanto il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha messo a punto un piano da 19 miliardi per finanziare in 15 anni piccole opere e manutenzioni nel settore della mobilità. Neltriennio 2019-2021 il piano vale 2,8 miliardi. Il presidente di Confindustria Boccia incalza il governo: «Aprire immediatamente i cantieri con le risorse già stanziate».
Peggiora lo stato di avanzamento delle infrastrutture nelle regioni del Nord Ovest d’Italia, dove si concentra in Europa il 3,1% della popolazione e il 3,7% del Pil. Il 93% dei progetti monitorati nel 2018 risulta in sofferenza, cioè in peggioramento rispetto al biennio precedente; il 44% è rallentato, se non addirittura bloccato, a causa dell’allungamento dei tempi dei finanziamenti.
Nell’elenco impietoso non finisce solo la Tav Torino-Lione – al centro dell’attenzione politica nelle ultime settimane perché osteggiata dal Movimento 5 Stelle ma supportata dalla Lega – ma anche il Terzo Valico e la Brescia-Verona. I cantieri mancati delle tre opere totalizzano insieme un valore mancato di 5,4 miliardi.
Sono questi i principali dati del rapporto Oti Nordovest del 2018, in cui si sottolinea come i ritardi nella realizzazione delle opere che uniscono i Paesi europei abbiano conseguenze dirette sulla capacità di import e export delle imprese italiane – fatto rilevante se si considera che il 60% dell’interscambio economico italiano avviene con il resto d’Europa – e sulla competitività e attrattività dei territori.
Le opere a rischio
Su 45 opere monitorate nel 2018, solamente 3 hanno avuto un avanzamento conforme agli obiettivi, 22 hanno avuto un avanzamento inferiore ai programmi e ben 20 sono ferme. La situazione è peggiorata proprio lo scorso anno rispetto al periodo 2016-2017.
In particolare, risulta molto critica la situazione dei mancati finanziamenti nei lavori di molti grandi assi ferroviari: delle 9 nuove infrastrutture che dovrebbero costituire le dorsali del trasporto di merci e persone, 8 non hanno visto un avanzamento e una ha avuto un avanzamento inferiore a quello programmato. Solo il Terzo Valico dei Giovi è proseguito, anche se in modo inferiore alle attese, mentre la Torino-Lione, Brescia-Verona, le nuove opere di accesso al tunnel del Gottardo, Genova-Ventimiglia e Pontremolese sono rimaste ferme.
In alcuni casi pesa il nodo il fallimento delle imprese appaltatrici. È il caso della Rho-Monza, del nodo ferroviario di Genova, del tunnel stradale del Colle Tenda.
I principali cantieri (mancati)
Nel 2018 la Torino-Lione, il Terzo Valico e la Brescia-Verona non hanno visto i cantieri previsti. Il finanziamento bloccato è pari a 5,4 miliardi, ovvero: il 22% del valore del tunnel internazionale della Torino-Lione (per cui è già stato speso il 16% del costo della tratta); il 25% del valore del Terzo Valico (per cui è già stato speso un ulteriore 25% del costo della tratta); il 66% del valore della Brescia-Verona (ancora da avviare ma per la tratta funzionale Milano-Brescia in esercizio sono stati spesi 2 miliardi).
Il rapporto specifica che «i cantieri sono stati bloccati dalla volontà politica del governo di rimettere in discussione opere ricadenti nei corridoi infrastrutturali europei, compresa la Gronda autostradale di Ponente a Genova, di cui è stato fermato l’iter autorizzativo e che ha un valore complessivo di 4,2 miliardi finanziato da Autostrade per l’Italia».
Il peso dei ritardi in cifre
L’aggravio delle inefficienze logistiche costano all’Italia 13 miliardi all’anno, spingendoci al 22esimo posto come performance (contro ad esempio il terzo posto della Germania).
Si allungano i tempi di viaggio. Il completamento del sistema dei corridoi infrastrutturali europei consentirebbero di raggiungere Parigi in 3 ore e 46 minuti da Torino