LE LEVE DEL RILANCIO
Il presidente di Confindustria: «Abbiamo in calendario incontri con vari ministri» Salvini: ci sono opere ferme da anni, vanno sbloccate
Boccia incalza: in Italia aprire subito i cantieri con le risorse già stanziate
Mobilità, piano di Toninelli da 19 miliardi per finanziare mini opere e manutenzioni
Lo stallo di Tav, Terzo Valico e Brescia-Verona costa 5,4 miliardi di mancati lavori
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«Abbiamo in calendario vari incontri con vari ministri, sarà l’occasione per confrontarci su una serie di proposte, da quella dei cantieri ad altro, sia in chiave economica che europea». Vincenzo Boccia da tempo insiste sulla necessità di reagire al rallentamento dell’economia. E, parlando a margine dell’assemblea degli industriali di Forlì-Cesena, ha annunciato che nei prossimi giorni su questo si confronterà con alcuni esponenti del governo.
Tra questi il vice premier Matteo Salvini che proprio ieri ha confermato «se riesco vedrò il presidente di Confindustria Boccia la prossima settimana. In Italia ci sono cantieri fermi da dieci, quindici anni, dobbiamo sbloccarli, è pronto un intervento cantieri veloci».
È sul rilancio degli investimenti in opere pubbliche che il presidente di Confindustria preme per aumentare l’occupazione e spingere la crescita. «Una delle nostre proposte è quella di aprire immediatamente i cantieri per tutte le infrastrutture piccole, medie e grandi nel paese, attivando occupazione, che è la grande mission del paese, e quindi la crescita. Che si sia in una fase di difficoltà ormai è chiaro e ne dobbiamo prendere consapevolezza e reagire», ha detto Boccia.
«La questione economica diventa la grande priorità di tutto il paese su cui fare i conti», ha aggiunto. Ma non basta restare dentro i confini nazionali: «Occorre a maggior ragione una stagione riformista europea perché questo rallentamento dell’economia globale riguarda tutta l’Europa, in particolare le due manifatture Ue, Germania e Italia. La Germania è in recessione tecnica, noi di fatto lo siamo».
Non occorre una manovra bis secondo il presidente degli industriali. Piuttosto «vanno utilizzate tutte le risorse già stanziate per evitare di fare ricorso al deficit e incrementare il debito pubblico. I margini di manovra che abbiamo non sono rilevanti, ma si possono fare alcune cose». Boccia ha citato uno studio dell’Ance il base al quale sono disponibili 26 miliardi di opere già finanziate superiori ai 100 milioni. «Attivarle significherebbe incrementare in un triennio dell’1% il prodotto interno lordo, ed è già un segnale».
Inoltre c’è sul tavolo il tema della Tav: «È una delle priorità del paese, uno studio della Bocconi sostiene che attiverebbe 50mila posti di lavoro. Ripartire da qui mi sembra un atto doveroso nel rispetto del paese e dell’emergenza economica che stiamo vivendo». Secondo Boccia «ha ragione» l’Unione europea a chiedere al governo un’accelerazione sulla pubblicazione dei bandi della Torino– Lione entro marzo, condizione per la conferma dell’intero contributo di 813 milioni di euro. Se questa scadenza non dovesse essere rispettata scatterebbe una riduzione di 300 milioni di euro. «C’è anche un orientamento che abbiamo letto – sottolinea il leader degli industriali – dove la Ue sarebbe disponibile addirittura a finanziare una parte in più dell’opera che sono le tratte nazionali».
Il fattore tempo è fondamentale, bisogna agire in fretta: «Abbiamo una questione temporale di fronte che diventa importante. Bisogna fare presto e attivarsi. Finisce la stagione delle colpe e degli alibi e cominciamo una stagione della reazione».
Boccia ha anche risposto ad una domanda sull’Alitalia: «Occorre una società efficiente e che poi in futuro non scarichi altre perdite sulla collettività italiana. È il fine che si dovrebbe considerare al di là delle alleanze. Auspico una società efficiente e gestita bene».
Non è entrato nel merito invece sul caso Diciotti: «Sono questioni all’interno del governo. Noi continueremo a fare proposte al governo per aiutare il paese a crescere ed evitare il rallentamento economico che purtroppo è più elevato di quello che immaginavamo dato il rallentamento dell’economia europea e globale».
«Bisogna fare presto e attivarsi. Finisce la stagione delle colpe e degli alibi, iniziamo quella della reazione»