Il Sole 24 Ore

LE LEVE DEL RILANCIO

Il presidente di Confindust­ria: «Abbiamo in calendario incontri con vari ministri» Salvini: ci sono opere ferme da anni, vanno sbloccate

- Nicoletta Picchio

Boccia incalza: in Italia aprire subito i cantieri con le risorse già stanziate

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«Abbiamo in calendario vari incontri con vari ministri, sarà l’occasione per confrontar­ci su una serie di proposte, da quella dei cantieri ad altro, sia in chiave economica che europea». Vincenzo Boccia da tempo insiste sulla necessità di reagire al rallentame­nto dell’economia. E, parlando a margine dell’assemblea degli industrial­i di Forlì-Cesena, ha annunciato che nei prossimi giorni su questo si confronter­à con alcuni esponenti del governo.

Tra questi il vice premier Matteo Salvini che proprio ieri ha confermato «se riesco vedrò il presidente di Confindust­ria Boccia la prossima settimana. In Italia ci sono cantieri fermi da dieci, quindici anni, dobbiamo sbloccarli, è pronto un intervento cantieri veloci».

È sul rilancio degli investimen­ti in opere pubbliche che il presidente di Confindust­ria preme per aumentare l’occupazion­e e spingere la crescita. «Una delle nostre proposte è quella di aprire immediatam­ente i cantieri per tutte le infrastrut­ture piccole, medie e grandi nel paese, attivando occupazion­e, che è la grande mission del paese, e quindi la crescita. Che si sia in una fase di difficoltà ormai è chiaro e ne dobbiamo prendere consapevol­ezza e reagire», ha detto Boccia.

«La questione economica diventa la grande priorità di tutto il paese su cui fare i conti», ha aggiunto. Ma non basta restare dentro i confini nazionali: «Occorre a maggior ragione una stagione riformista europea perché questo rallentame­nto dell’economia globale riguarda tutta l’Europa, in particolar­e le due manifattur­e Ue, Germania e Italia. La Germania è in recessione tecnica, noi di fatto lo siamo».

Non occorre una manovra bis secondo il presidente degli industrial­i. Piuttosto «vanno utilizzate tutte le risorse già stanziate per evitare di fare ricorso al deficit e incrementa­re il debito pubblico. I margini di manovra che abbiamo non sono rilevanti, ma si possono fare alcune cose». Boccia ha citato uno studio dell’Ance il base al quale sono disponibil­i 26 miliardi di opere già finanziate superiori ai 100 milioni. «Attivarle significhe­rebbe incrementa­re in un triennio dell’1% il prodotto interno lordo, ed è già un segnale».

Inoltre c’è sul tavolo il tema della Tav: «È una delle priorità del paese, uno studio della Bocconi sostiene che attiverebb­e 50mila posti di lavoro. Ripartire da qui mi sembra un atto doveroso nel rispetto del paese e dell’emergenza economica che stiamo vivendo». Secondo Boccia «ha ragione» l’Unione europea a chiedere al governo un’accelerazi­one sulla pubblicazi­one dei bandi della Torino– Lione entro marzo, condizione per la conferma dell’intero contributo di 813 milioni di euro. Se questa scadenza non dovesse essere rispettata scatterebb­e una riduzione di 300 milioni di euro. «C’è anche un orientamen­to che abbiamo letto – sottolinea il leader degli industrial­i – dove la Ue sarebbe disponibil­e addirittur­a a finanziare una parte in più dell’opera che sono le tratte nazionali».

Il fattore tempo è fondamenta­le, bisogna agire in fretta: «Abbiamo una questione temporale di fronte che diventa importante. Bisogna fare presto e attivarsi. Finisce la stagione delle colpe e degli alibi e cominciamo una stagione della reazione».

Boccia ha anche risposto ad una domanda sull’Alitalia: «Occorre una società efficiente e che poi in futuro non scarichi altre perdite sulla collettivi­tà italiana. È il fine che si dovrebbe considerar­e al di là delle alleanze. Auspico una società efficiente e gestita bene».

Non è entrato nel merito invece sul caso Diciotti: «Sono questioni all’interno del governo. Noi continuere­mo a fare proposte al governo per aiutare il paese a crescere ed evitare il rallentame­nto economico che purtroppo è più elevato di quello che immaginava­mo dato il rallentame­nto dell’economia europea e globale».

«Bisogna fare presto e attivarsi. Finisce la stagione delle colpe e degli alibi, iniziamo quella della reazione»

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Vincenzo Boccia. «Occorre una stagione riformista europea perché questo rallentame­nto dell’economia globale riguarda tutta l’Europa, in particolar­e le due manifattur­e Ue, Germania e Italia»

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