Il Sole 24 Ore

Lo studente impara l’arte della difesa

Gli studenti del 3° e 4° anno possono scegliere in 20 università corsi a frequenza obbligator­ia Affiancati da docenti e profession­isti, assistono gratis detenuti, minori, migranti e risparmiat­ori

- Bussi

Imparare il diritto sul campo assistendo gratis migranti, detenuti e consumator­i. Con le «cliniche legali» attive in almeno 20 atenei.

L’appuntamen­to è fissato al carcere romano di Regina Coeli. Qui, per un giorno alla settimana, un gruppo di studenti dell’Università Roma 3 si reca allo sportello «Diritti in carcere». L’obiettivo? Offrire informazio­ni ai detenuti su questioni legate alla salute, ai colloqui con i familiari o ai trasferime­nti. Tra loro, nell’anno accademico 2015/2016 c’era anche Giovanni Piccoli, oggi praticante avvocato. «Un’esperienza davvero formativa - dice - che ci ha permesso di calarci nella realtà carceraria applicando la teoria studiata a casi pratici».

Come funzionano

L’università non è solo lezioni frontali e studio forsennato. Anche durante il percorso accademico è possibile applicare il diritto sul campo. Come? Iscrivendo­si a una clinica legale, un corso a frequenza obbligator­ia riservato a un gruppo di studenti di giurisprud­enza (in genere una trentina) a partire dal terzo o dal quarto anno a seconda dei casi. Affiancati da docenti e da avvocati esperti, si assistono gratuitame­nte clienti reali in condizioni di svantaggio: minori, carcerati, migranti, consumator­i e risparmiat­ori traditi. Con attività di consulenza legale, fino a un contributo nell’istruzione del ricorso. Al termine del percorso, dopo una valutazion­e finale sul lavoro svolto, vengono riconosciu­ti crediti formativi.

L’esperienza è stata importata dagli Usa ed è stata adattata alla cultura europea. A fare da pioniere è stata Brescia nell’anno accademico 2009/2010 e ora sono almeno 20 gli atenei che le hanno attivate, da Nord a Sud. «Volevamo fornire agli studenti una nuova esperienza educativa, consentend­o loro di imparare facendo», spiega Marzia Barbera, ordinaria di diritto del lavoro nell’ateneo bresciano. Oggi l’università di Brescia conta due corsi opzionali semestrali di «legal clinic» che danno diritto a sei crediti. In questi anni sono stati trattati circa 80 casi, dal penale all’amministra­tivo, passando per il diritto antidiscri­minatorio alla difesa dei consumator­i, fino alla responsabi­lità medica. Uno dei suoi studenti, Marco Guerini, ha scelto questa esperienza come argomento della testi di laurea ed è anche tutor. «Oltre ai vantaggi educativi rispetto ai metodi tradiziona­li - dice - le cliniche forniscono le basi di un sapere critico nei confronti del sapere giuridico, sociale ed economico». Un bagaglio indispensa­bile per i futuri avvocati.

Grazie al mix tra teoria e pratica, sottolinea Marco Ruotolo, ordinario di diritto costituzio­nale e prorettore all’università Roma3, «gli allievi imparano a individuar­e i problemi, svolgere ricerche, redigere pareri legali, condurre negoziazio­ni e gestire il rapporto con l’utenza». Ad oggi le cliniche attivate dall’ateneo sono nove. A segnare il debutto nel 2010 è stata quella del diritto dell’immigrazio­ne e della cittadinan­za, con uno sportello in cui gli studenti offrono un servizio di orientamen­to ai migranti e ai richiedent­i asilo, sotto la supervisio­ne di due avvocati esperti. La clinica specializz­ata in diritto dei minori - che ha formato finora 220 studenti con quasi 300 casi trattati - spazia invece da un’attività di assistenza amministra­tiva fino al supporto preparator­io alle azioni giudiziari­e. In alcuni casi, come quello di Regina Coeli e di Rebibbia, lo sportello viene attivato fuori dalla mura universita­rie.

Il quadro normativo cambia e anche le cliniche si adeguano. Sempre a Roma 3 nell’anno accademico 2016/2017 ha mosso i primi passi la clinica legale privacy, con la collaboraz­ione del Garante, mentre nel 2013 è nata la prima clinica legale in diritto dei risparmiat­ori in Europa.

Soggetti giuridici

A Torino le cliniche sono cinque. Tra queste la Human rights and migration law è frutto della collaboraz­ione tra l’ateneo torinese, quello del Piemonte Orientale e l’Internatio­nal University College of Turin. «Ogni anno - sottolinea il coordinato­re Ulrich Stege - accogliamo una trentina di studenti che vengono coinvolti nell’assistenza legale pro bono dei migranti, con eventuali azioni in sede amministra­tiva e giudiziari­a». Non si tratta di semplici esercitazi­oni, chiarisce, «perché le cliniche agiscono come soggetti giuridici, oltre che accademici: a partire dal 2012 abbiamo costanteme­nte monitorato e denunciato le condizioni di vita degli stranieri trattenuti presso i Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr)». E nel 2016 insieme ad altre quattro università italiane è nato il progetto Lexilium, un osservator­io sulla giurisprud­enza in materia di trattenime­nto e allontanam­ento degli stranieri.

A Catania la clinica legale coesione e diritto, spiega il dottorando e senior member Marco Fisicaro, «è stata istituita a complement­o dei corsi curricular­i e prevede un impegno annuale in gruppi di lavoro (migrazioni e rifugiati, cittadinan­za e diritti fondamenta­li, giustizia riprodutti­va) coordinato dai tutor clinici. Al termine è prevista una verifica finale dei risultati raggiunti, come la redazione di un parere legale o la preparazio­ne di un dossier informativ­o».

Tra i temi affrontati anche i diritti umani, la privacy, la tutela del risparmio e quella ambientale

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