LA BELLEZZ@ SI PERDE IN UNA COMMISSIONE-BIS
Ci vorrà un’altra commissione per decidere il recupero del cancelletto ligneo policromo della balaustra della chiesa di S. Caterina d’Alessandria, a Paternò, in provincia di Catania. L’importo dell’intervento è di 2mila euro. Si tratta del primo – e meno costoso – restauro che insieme ad altri 270 attende da quasi tre anni di prendere il via.
Fanno tutti parte del progetto “Bellezz@”, lanciato dal Governo Renzi nel 2016 e che aveva messo a disposizione 150 milioni di euro per salvare i beni e i monumenti dell’Italia nascosta e dimenticata, segnalati dai cittadini.
Per scegliere i tesori da riportare in vita non è bastata una prima commissione, che si è occupata di operare una selezione fra le numerose indicazioni arrivate a Palazzo Chigi. Ora ne è stata istituita un’altra, alla quale è stato dato il compito di tirare le somme e assegnare le risorse.
E pensare che quando si era partiti, si confidava di concludere tutto in pochi mesi.
La storia prende il via a maggio 2016, quando viene approvata la delibera Cipe che assegna al ministero dei Beni culturali un miliardo di euro da spendere per i musei, il turismo culturale (per esempio, i cammini religiosi e non) e altre iniziative. Una parte di quei soldi viene destinata dal Governo dell’allora premier Renzi al recupero dei luoghi dimenticati che fanno parte della storia e dell’identità dei territori del Belpaese.
Un po’ come il Fai (Fondo ambiente italiano) fa da diversi anni, chiedendo a tutti di indicare qual è il luogo del cuore che vorrebbero salvare dall’oblio e, spesso, dal degrado. Nel caso dell’idea governativa, però, ci sono anche le risorse da spendere subito: 150 milioni, con un massimo di 10 milioni per intervento. Il progetto “Bellezz@” – così viene battezzato – vuole essere coinvolgente e veloce: i cittadini dovranno rispondere entro il mese di maggio e ai primi di agosto si conta di emanare il decreto che assegna i fondi.
Le indicazioni arrivano per tempo. E anche tante: quasi 140mila mail. Per l’esattezza, 139.689. Decine di migliaia di suggerimenti per far emergere un’Italia dimenticata o per renderla ancora più bella.
Forse non ci si aspettava un simile coinvolgimento, che obbliga a un lavoro di selezione delle proposte, da mettere in fila in ordine decrescente di costo. Se ne occupa una prima commissione. Vengono scelti 310 interventi, ma solo 271 sono finanziabili, perché esauriscono i 150 milioni a disposizione. Quando la commissione chiude i lavori, siamo ormai nel 2017: il cronoprogramma del Governo è bello che saltato.
A febbraio dell’anno successivo Palazzo Chigi – perché è la Presidenza del Consiglio a gestire la partita, nonostante i fondi siano in capo al ministero dei Beni culturali – tranquillizza i soggetti destinatari delle risorse facendo loro sapere che si sarebbe proceduto ad acquisire la documentazione per poi poter sottoscrivere le convenzioni e, finalmente, assegnare i soldi. In fila ci sono soprattutto Comuni, piccoli municipi dell’Italia dei mille campanili. Insieme a loro i luoghi della Bellezz@ sono rivendicati da una Provincia, qualche università, poche curie vescovili e diocesi, sparute associazioni, fondazioni e comunità montane.
Il cambio di legislatura non aiuta la pratica. Devono trascorrere ancora mesi perché il progetto dia nuovamente segni di sé. A settembre il Governo, a questo punto penta-stellato, comunica per decreto che per acquisire e vagliare la documentazione necessaria e perfezionare le convenzioni, alla quale seguiranno i soldi, ci sarà bisogno di una nuova commissione.
Al contempo, si dice agli enti che dovranno eseguire gli interventi di consegnare i documenti entro il 14 maggio. Una data che segna tre anni esatti dal debutto del progetto. Il cui ultimo atto è la costituzione della commissione-bis, avvenuta qualche giorno fa. Intanto i 271 beni dimenticati - oltre al cancelletto policromo anche teatri di provincia, facciate di chiese, una vecchia latteria turnaria a Dignano (Udine), centri storici come Civita di Bagnoregio, stazioni ferroviarie, torri dell’orologio, il villaggio del fanciullo a Silvi Marina (Teramo), le miniere di Paglio Pignolino a Dossena (Bergamo), terme, palazzi nobiliari - restano in fiduciosa attesa.