Il Sole 24 Ore

In arrivo dal Fisco 1,8 milioni di segnalazio­ni ai contribuen­ti

Contrasto al sommerso. Parte la campagna 2019 di segnalazio­ni sulle anomalie riscontrat­e tra redditi dichiarati e dati risultanti all’Anagrafe Intreccio con i condoni. Per molti contribuen­ti il ravvedimen­to degli errori rilevati dalle Entrate si sovrappo

- di Rosanna Acierno, Cristiano Dell’Oste e Giovanni Parente con analisi di Salvatore Padula e Dario Deotto e un intervento di Massimo Miani

Partita doppia. Negli stessi giorni in cui dovranno decidere se sfruttare la chance della pace fiscale, molte famiglie, profession­isti e imprese riceverann­o dal Fisco 1,78 milioni di lettere per la compliance. Comunicazi­oni a cui il Piano delle performanc­e 2019-21 dell’agenzia delle Entrate ricollega un recupero di gettito di 1,5 miliardi di euro. Passate dalle 395mila del 2015 agli 1,89 milioni dell’anno scorso (dato preconsunt­ivo), le lettere per la compliance sono il simbolo della campagna per il “fisco amico” lanciata dal Governo Renzi. Di fatto, puntano a evidenziar­e le anomalie tra ciò che i contribuen­ti hanno dichiarato e quanto risulta dalle banche dati dell’Agenzia, sollecitan­doli a mettersi in regola con uno sconto sulle sanzioni, tramite l’istituto ravvedimen­to operoso.

Dalla cedolare secca all’Iva

Il provvedime­nto del direttore delle Entrate del 15 febbraio scorso indica le tipologie di proventi su cui si concentrer­à la prima tornata di comunicazi­oni. Redditi di fabbricati, compresi quelli soggetti alla cedolare secca. Redditi da partecipaz­ione in società di persone e Srl a base ristretta. Assegni periodici, come quelli al coniuge. Redditi da lavoro dipendente. Pensiamo ad esempio al caso di un lavoratore che ha ricevuto due Certificaz­ioni uniche (Cu) e non ha presentato la dichiarazi­one dei redditi.

L’esperienza degli ultimi anni, però, insegna che un gran numero di lettere per la compliance riguarerà l’Iva. Tributo che ha raccolto poco più del 50% delle segnalazio­ni inviate nel 2017, per esempio. E rispetto al quale le Entrate contano di far tesoro dei dati raccolti con la fattura elettronic­a, a partire dai 228 milioni di file Xml trasmessi al Sistema di interscamb­io da 2,3 milioni di titolari di partita Iva in occasione della liquidazio­ne del 18 febbraio.

Le decisioni del 30 aprile e 31 maggio

Le lettere per la compliance non sono atti impositivi in senso tecnico e non sono impugnabil­i in modo autonomo. Il sito delle Entrate ricorda che chi ne riceve una “infondata” deve inviare al Fisco «eventuali elementi e documenti di cui l’Agenzia non era a conoscenza». In questi termini, le lettere non hanno nulla a che fare con la pace fiscale, che nelle sue varie articolazi­oni riguarda processi verbali di contestazi­one (Pvc), avvisi di accertamen­to, liti pendenti, cartelle esattorial­i.

Eppure, le due campagne - compliance e pace fiscale - finiscono per intrecciar­si, almeno in parte. Riguardano gli stessi contribuen­ti. Vanno finanziate dagli stessi portafogli, già esposti ai primi effetti della recessione economica. Hanno un calendario sovrappost­o, con le date chiave del 30 aprile (istanze di rottamazio­ne-ter) e del 31 maggio (liti pendenti, errori formali, Pvc e violazioni doganali). Ma seguono, paradossal­mente, logiche opposte: se le lettere per la compliance invitano cittadini e imprese a ravvedersi prima che sia troppo tardi, la pace fiscale al contrario - sembra riaffermar­e che non è mai troppo tardi per riconcilia­rsi con le pretese del Fisco.

L’attesa per nuove sanatorie

Gli strumenti di contrasto all’evasione fiscale messi in campo di quest’anno dal Fisco derivano in parte da istituti lanciati alla fine della scorsa legislatur­a e confermati dall’attuale Governo, come la fattura elettronic­a, cui è stato anzi aggiunto l’invio automatico dei corrispett­ivi (per i grandi contribuen­ti dal prossimo 1° luglio e per tutti dal 2020). Mentre, per un altro verso, vengono riproposti istituti già utilizzati negli anni scorsi, dalla definizion­e delle liti pendenti alla rottamazio­ne delle cartelle, arrivata alla terza edizione in due anni.

E c’è già chi scommette su un’estensione della rottamazio­ne ai carichi affidati nel 2018 (ora si ferma al 31 dicembre 2017). O su un ampliament­o alle imprese del saldo e stralcio - misura che prevede uno sconto anche sull’imposta, oltre che sulle sanzioni - sulla falsariga di quanto auspicato nei giorni scorsi dal vicepremie­r, Matteo Salvini. Di sicuro, nei prossimi 100 giorni si potrà capire se l’attesa per altre sanatorie avrà frenato l’appeal di quelle in corso.

Per molti contribuen­ti la scelta sulle sanatorie si intreccia con il ravvedimen­to degli errori segnalati dalle Entrate

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