Il Sole 24 Ore

Distanze e orari diversi da una Regione all’altra

- —Eu. B. —M. Mo.

L’ultimo intervento anti-ludopatia risale a un mese fa. Al “decretone” su reddito di cittadinan­za e quota 100 che, da un lato, ha introdotto un nuovo piano di controlli mirati e, dall’altro, ha innalzato il carico fiscale sui giochi. Facendo seguito a quello di un mese prima previsto dalla manovra 2019. E prima della pausa estiva era toccato al decreto “dignità” intervenir­e con un tris di misure: obbligo di tessera sanitaria, stretta sul prelievo e divieto di pubblicità. A conferma delle intenzioni della maggioranz­a gialloverd­e, messe nero su bianco, di contrastar­e la dipendenza da gioco. Tutto ciò mentre resta ancora inattuata l’intesa Statoauton­omie locali del 2017 per un riordino nazionale della materia. Nel frattempo, come testimonia la tabella qui sopra, le Regioni si sono mosse in ordine sparso su “distanziom­etro”, incentivi alla dismission­e e decadenza delle autorizzaz­ioni per i concession­ari. Interventi a cui in alcune zone si sono aggiunti anche quelli dei Comuni.

L’intesa inattuata

Era il 7 settembre 2017 quando in Conferenza unificata il Governo, le Regioni e gli enti locali raggiungev­ano l’intesa su un documento di dieci pagine che chiudeva due anni di trattative sulla regolament­azione dei giochi. L’accordo andava attuato con un decreto ministeria­le, atteso entro il 31 ottobre 2017. Ma mai arrivato. Con la conseguenz­a che il suo contenuto è rimasto quasi tutto sulla carta. Fa eccezione il dimezzamen­to delle slot che si è invece realizzato: da oltre 400mila lungo tutta la Penisola si è passati a 265mila. Taglio che non si è invece realizzato, o almeno non nei termini previsti (da 98 a 55mila), per i punti vendita. Con la conseguenz­a che alcuni territori hanno fatto da sé.

Le scelte regionali

In questo quadro le Regioni si sono mosse in ordine sparso. Sfruttando la possibilit­à di «prevedere forme maggiori di tutela per la popolazion­e» in funzione antiludopa­tia prevista dall’intesa. Ad esempio scegliendo tra 300 o 500 metri per la distanza minima da scuole, ospedali e altri luoghi sensibili (tra cui alcune autonomie hanno incluso anche bancomat, compro oro, stazioni, cimiteri), come è stato deliberato in dieci territori. Con un undicesimo, la Sicilia, che sta andando in quella direzione. E una regolament­azione a volte diversa Comune per Comune sull’orario in cui è possibile utilizzare slot e videolotte­ries. Ad esempio in Calabria lo si può fare per 8 ore e fino alle 22 (le 20 nelle tabaccheri­e), mentre in Friuli per 13 ore nelle sale autorizzat­e. Con una divaricazi­one ancora maggiore nella scadenza per gli esercizi commercial­i non in regola con i nuovi paletti. Si va dal 2019 per Puglia (aprile) e Piemonte (maggio), al 2020 per l’Abruzzo, fino al 2022 per l’Emilia Romagna.

I paletti dei Comuni

Tra le Regioni che non hanno deliberato c’è la Campania. Ma a colmare il vuoto legislativ­o ci ha pensato Napoli. Che ha portato a 500 metri il “distanziom­etro” e sta sperimenta­ndo due distinte fasce orarie di limitazion­e. A loro volta diversific­ate per periodi scolastici e non scolastici. Degno di nota è anche il caso di Roma che ha messo al bando le macchinett­e dal centro storico, con una distanza minima diversa a seconda che il locale si trovi dentro l’anello ferroviari­o (350 metri) o fuori (500). Almeno per le nuove aperture perché quelle già in essere attendono un provvedime­nto ad hoc. Cinquecent­o metri “off limits” è anche la scelta seguita da Firenze e Milano. Per effetto dei nuovi paletti come rileva l’agenzia specializz­ata Agipronews - sotto la Madonnina non potranno essere rilasciate nuove autorizzaz­ioni sul 99% del suo territorio.

Ancora inattuata l’intesa Stato-enti locali del 2017: anche i Comuni hanno fissato le loro regole

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