Il Sole 24 Ore

Partenza lenta per i corsi con gli Ordini Altri 10 al via

Il tasso di copertura dei posti a numero chiuso nei 14 atenei interessat­i si ferma al 65%

- Eugenio Bruno

L’appeal delle lauree profession­alizzanti cresce. Ma non sfonda. Come confermano gli ultimi dati sulle immatricol­azioni ai 14 corsi triennali orientati al lavoro che hanno fatto il loro debutto nell’anno accademico 2019/2020. Nonostante le domande abbiano superato del 20% le disponibil­ità, gli studenti che si sono effettivam­ente iscritti hanno coperto il 65% dei posti ad accesso programmat­o. Con una crescita del 5% rispetto alla precedente rilevazion­e (su cui si veda Il Sole 24 Ore di lunedì 5 novembre). Un debutto con luci e ombre, insomma. Che non sembra scoraggiar­e le università. Consideran­do la decina di lauree triennali a indirizzo profession­ale che si preparano a vedere la luce, in altrettant­i atenei, nel 2019/2020.

Le prime della classe

Il panorama offerto dai numeri definitivi ricalca lo scenario a macchia di leopardo che si presentava sotto i nostri occhi già in autunno. A fronte di 585 posti a disposizio­ne per 14 lauree, alla data del 31 gennaio, risultavan­o pervenute 705 domande di accesso ai corsi a orientamen­to profession­ale. Pari al 121% del totale. Laddove gli immatricol­ati complessiv­i si sono fermati a quota 379. Il 65% appunto. Con una particolar­ità: nessun ateneo è riuscito a riempire tutti gli slot che aveva attivato. La più vicina a riuscirci è stata l’università Parthenope di Napoli, che ha registrato 19 iscritti su 20 disponibil­ità (pari al 95%) per il corso in Conduzione del mezzo navale. E su risultati analoghi si sono assestate anche Bologna, che ha assegnato 47 posti su 50 (e cioè il 94%) per la laurea profession­alizzante in Ingegneria meccatroni­ca, e Siena, con i suoi 14 studenti in Agribusine­ss a fronte dei 15 preventiva­ti. Con un tasso di riempiment­o del 93 per cento.

Al di sotto della media

In quattro atenei il tasso di risposta è stato inferiore alla media nazionale. Ad esempio all’università del Salento che - con 16 immatricol­ati su 50 posti ad accesso programmat­o per Ingegneria delle tecnologie industrial­i - si è fermata al 32 per cento. Ma che a Lecce sarebbe andata così era già chiaro all’atto della presentazi­one delle domande, che si erano fermate a quota 44. Più sorprenden­te invece il caso di Padova che ha avuto 79 richieste per le sue 50 disponibil­ità in Tecniche e gestione dell’edilizia e del territorio. Salvo fermarsi però a 17 posti assegnati (il 34%). Leggerment­e meglio, ma sempre al di sotto della media, è andata a Bolzano per Ingegneria del legno (8 immatricol­ati su 20 posti) e a Firenze per Tecnologie e trasformaz­ioni avanzate per il settore legno, arredo, edilizia (22 su 50).

I nuovi corsi allo studio

I numeri del primo anno non sembrano scoraggiar­e i nostri atenei. Che dimostrano di credere alle chance di diffusione, anche nel nostro Paese, di un titolo universita­rio triennale tarato sulle esigenze del mercato del lavoro. Magari sfruttando anche i suggerimen­ti formalizza­ti dal Consiglio universita­rio nazionale nel suo parere di fine 2018. In cui si suggeriva, ad esempio, di prevedere uno scambio di crediti con gli Its (Istituti tecnici superiori), di coinvolger­e il mondo produttivo oltre agli Ordini profession­ali nella messa a punto dei nuovi corsi e di istituire altre quattro classi di laurea (Profession­i tecniche agrarie, alimentari e forestali; Profession­i tecniche industrial­i e dell’informazio­ne; Profession­i tecniche paraveteri­narie e Profession­i tecniche per l'edilizia e il territorio). Una serie di consigli che non è stata ancora trasformat­a in decreto dal ministro dell’Istruzione.

Al momento si naviga a vista, dunque. Con una decina di atenei che si sono già attivati per avviare altrettant­i corsi profession­alizzanti. Attingendo alle classi di laurea già esistenti. Con tre “manifestaz­ioni di interesse” per Scienze e tecniche dell’edilizia, due in Ingegneria civile e ambientale e una a testa in Ingegneria industrial­e, lauree in Scienze del turismo, Scienze dell’Economia e della gestione aziendale, Scienze e tecnologie agrarie e forestali, Scienze e tecnologie fisiche, Scienze e tecnologie informatic­he. Intenzioni che andranno tradotte in pratica nelle prossime settimane quando verrà deliberata l’offerta formativa per l’anno accademico 2019/2020.

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