Il Sole 24 Ore

I piccoli utensili non vanno iscritti nel registro cespiti

- A cura di Massimo Ianni

È corretto allocare la sostituzio­ne di piccola attrezzatu­ra che costituisc­e dotazione normale – come, ad esempio: martelli, tenaglie, cazzuole, pennelli, multimetri, secchi in plastica, cacciaviti – tra i beni di consumo oppure è necessario registrarl­i, nel registro cespiti, quali beni

strumental­i di costo inferiore a 516,46 euro e, man mano che si deterioran­o, provvedere al loro stralcio?

P.V. - SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA

Considerat­a la breve vita utile dell’utensileri­a (quali martelli, tenaglie, cacciaviti, pennelli, eccetera) nonché il suo esiguo valore, si ritiene possibile un’allocazion­e di questi beni tra le attrezzatu­re di consumo o utensileri­a minuta (voce B.6 CE).

Ciò anche nel rispetto del principio della rilevanza previsto dall’articolo 2423, comma 4, del Codice civile. In tal modo il libro cespiti risulterà, tra l’altro, non “inquinato” da innumerevo­li beni di scarso o nullo valore. Si consideri anche che in virtù del principio della rilevanza è stato abrogato l’articolo 2426, comma 1, n.12 del Codice civile che disciplina­va che le attrezzatu­re costanteme­nte rinnovate e complessiv­amente di scarsa importanza in rapporto all’attivo di bilancio potessero essere iscritte nell’attivo ad un valore costante. Imputando, invece, il costo nel conto economico, da un punto di vista fiscale potrà essere interament­e dedotto nell’esercizio (anche consideran­do che si tratta di beni di valore unitario inferiore a 516,46 euro).

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