I piccoli utensili non vanno iscritti nel registro cespiti
È corretto allocare la sostituzione di piccola attrezzatura che costituisce dotazione normale – come, ad esempio: martelli, tenaglie, cazzuole, pennelli, multimetri, secchi in plastica, cacciaviti – tra i beni di consumo oppure è necessario registrarli, nel registro cespiti, quali beni
strumentali di costo inferiore a 516,46 euro e, man mano che si deteriorano, provvedere al loro stralcio?
P.V. - SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA
Considerata la breve vita utile dell’utensileria (quali martelli, tenaglie, cacciaviti, pennelli, eccetera) nonché il suo esiguo valore, si ritiene possibile un’allocazione di questi beni tra le attrezzature di consumo o utensileria minuta (voce B.6 CE).
Ciò anche nel rispetto del principio della rilevanza previsto dall’articolo 2423, comma 4, del Codice civile. In tal modo il libro cespiti risulterà, tra l’altro, non “inquinato” da innumerevoli beni di scarso o nullo valore. Si consideri anche che in virtù del principio della rilevanza è stato abrogato l’articolo 2426, comma 1, n.12 del Codice civile che disciplinava che le attrezzature costantemente rinnovate e complessivamente di scarsa importanza in rapporto all’attivo di bilancio potessero essere iscritte nell’attivo ad un valore costante. Imputando, invece, il costo nel conto economico, da un punto di vista fiscale potrà essere interamente dedotto nell’esercizio (anche considerando che si tratta di beni di valore unitario inferiore a 516,46 euro).