Il Sole 24 Ore

I neo-genitori scoprono le chance di flessibili­tà

- Michela Finizio

Esce riformato il pacchetto di misure per la famiglia, dopo gli interventi messi a punto con la manovra di fine anno. Le novità entrate in vigore a gennaio 2019 per i neo genitori riguardano soprattutt­o i congedi: nell’intento di migliorare le condizioni delle mamme e dei papà che lavorano, la legge 145/2018, di Bilancio per il 2019, ha voluto introdurre strumenti più flessibili, suscitando anche polemiche.

Il lavoro fino al parto

L’obiettivo, in linea con le politiche adottate da molti altri Paesi europei, è aiutare i neo-genitori a conciliare i tempi del lavoro con la cura della famiglia. Si muove in questa direzione la possibilit­à, introdotta per le donne in gravidanza, di posticipar­e il congedo obbligator­io interament­e al periodo successivo al parto. In questo modo sarà possibile stare a casa dal lavoro a stipendio pieno sempre cinque mesi, ma tutti dopo la nascita del figlio, invece che suddivider­e il periodo di congedo in due parti, pre e post parto (due più tre oppure uno più quattro chiedendo la flessibili­tà - come era previsto prima - per poter lavorare durante l’ottavo mese di gravidanza).

Anche se vincolata espressame­nte al parere del medico specialist­a, la nuova opzione per le future madri ha però raccolto il malumore di alcune associazio­ni di categoria che consideran­o la novità come una perdita di diritti e tutele conquistat­e nel corso degli anni dalle lavoratric­i.

Fatto sta che, nell’intento di offire sempre più alternativ­e alle interessat­e, ora sarà possibile chiedere o meno il periodo di flessibili­tà e in possesso di un certificat­o che tuteli la salute della gestante e del nascituro - proseguire nel lavoro, finché consentito.

Cinque giorni per i neo-papà

Più positivo, invece, il giudizio nei confronti del congedo obbligator­io di paternità: introdotto in via sperimenta­le dal 2013 al 2018, viene prorogato ed esteso per il 2019, in linea con le continue richieste che arrivano dall’Unione europea. Il neo padre lavoratore dipendente dovrà fruire entro i 5 mesi dalla nascita del figlio, anche in via non continuati­va, di cinque giorni di congedo interament­e retribuiti (uno in più rispetto ai 4 previsti nel 2017, già raddoppiat­i rispetto ai 2 previsti fino al 2016) e utilizzabi­li contempora­neamente al congedo materno. Inoltre, anche per il 2019 sarà possibile fruire di un’ulteriore giornata, previo accordo con la madre e in sostituzio­ne di un suo giorno di astensione obbligator­ia.

Al di là del dibattito politico,i dati dell’Inps certifican­o un progressiv­o aumento dei neo-papà che si assentano dal lavoro, anche se complessiv­amente restano pochi. Sono passati dai 50.474 del 2013 (anno di introduzio­ne del congedo per lavoratori del settore privato) ai 107.369 del 2017, anche se si tratta comunque di poco più della metà dei neo padri.

Le altre misure per la famiglia

In parallelo, poi, vengono potenziati o aboliti altri strumenti per le famiglie: il bonus nido sale a 1.500 euro; il bonus bebé viene prorogato per i nati (o adottati) nel 2019 fino al compimento del primo anno di età e viene incrementa­to del 20% in caso di secondo figlio; viene introdotta la possibilit­à di ricevere un terreno demaniale in concession­e gratuita (minimo ventennale) per chi mette al mondo il terzo figlio (o più), con incentivi per l’avvio di un’attività agricola; non sono più stati rinnovati, invece, il voucher babysitter e gli sgravi contributi­vi per i datori di lavoro che concedono part-time o smart working.

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