Boccia: «Vale la pena investire nell’industria italiana, perché ha grandi potenzialità»
Giorgetti: «In Italia ci sono sostenibilità finanziaria e vocazione manifatturiera»
L’Italia deve presentarsi all'estero a testa alta. «Bisogna raccontare che siamo la seconda potenza manifatturiera d’Europa dopo la Germania, bisogna cambiare il paradigma di pensiero nonostante le criticità del Paese, bisogna dire che vale la pena investire nell’industria italiana che ha grandi potenzialità». Questo il messaggio che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha portato ieri alla «Equity and debt investments in Italy Conference», organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Londra assieme allo studio Legance – Avvocati Associati. Bisogna fare i conti con il rallentamento dell’economia «accelerando sulla crescita e facendo provvedimenti anticiclici come quelli legati alla riapertura dei cantieri», ha aggiunto Boccia.
Aprendo la Conferenza, giunta alla sesta edizione, l’ambasciatore Raffaele Trombetta ha ricordato che nonostante il contesto difficile l’Italia attrae sempre più investimenti stranieri, trend che potrebbe accelerare dopo Brexit.
L’Italia ha due indubbi elementi di forza che «spesso vengono sottovalutati sia in patria che all’estero: la sostenibilità finanziaria e la vocazione manifatturiera», ha dichiarato nel suo intervento conclusivo Giancarlo Giorgetti, sottosegretario a Palazzo Chigi. L'Italia di oggi, ha detto Giorgetti, «è una sorta di laboratorio non solo politico ma anche economico che merita di essere valutato attentamente».
È importante non cedere alla tentazione di una troppo facile negatività. «Si parla molto di recessione, quindi vorrei mettere in chiaro che non c’è recessione -, ha precisato Fabio Panetta, vice dg della Banca d'Italia -. È chiaro che siamo in una fase di rallentamento, ma prevediamo una crescita moderata per il 2019». Il settore privato è efficiente e competitivo sui mercati globali, ha detto Panetta: «Abbiamo 200mila imprese che esportano con successo, un tempo erano soprattutto piccole ma ora sono sempre più medie e grandi». Il settore bancario è un altro fattore positivo, ha aggiunto Panetta: «La performance delle banche è stata molto migliore di quanto ci potessimo attendere». Le banche italiane hanno fatto passi da gigante, ha concordato Filippo Troisi, senior partner, Legance: «Hanno riconquistato la fiducia dei mercati che era andata perduta negli anni difficili».
La presenza alla Conferenza di oltre 200 tra investitori, operatori, rappresentanti di private equity, hedge fund e banche d’affari dimostra che l’interesse per l’Italia resta elevato. La ragione è che «c’è ottimismo sulle prospettive, nonostante le complessità che vanno gestite», ha detto Marco Gubitosi, London managing partner dello studio Legance.
«C’è maggiore fiducia nell’Italia di quella che si percepisce normalmente, sia nelle banche che dopo un enorme sforzo di de-risking sono in buona salute, sia nelle imprese» ha concordato Giuseppe Castagna, ceo di Banco Bpm. «Noi, che siamo partiti per primi, vediamo con favore un ulteriore consolidamento del settore». Aumentare il numero delle banche forti in Italia serve a far crescere le imprese e rafforzare l’economia, ma per il consolidamento «servono alcune pre-condizioni, vediamo quale sarà lo scenario politico dopo le elezioni europee», ha detto Castagna.
Tanti operatori medio-piccoli sono scomparsi, ma «dalla distruzione sono emersi più forti i sopravvissuti» ha detto Victor Massiah, ceo
Castagna (Banco Bpm): «C’è spazio fra le banche per il consolidamento» Massiah (Ubi): «Il sistema del credito è solido»
di Ubi Banca. «Il sistema è solido».
Superato il problema degli Npl, la nuova sfida del sistema bancario sono gli Utp (Unlikely to pay), i crediti non performing che ammontano a 80 miliardi di euro. Gli esperti di settore riuniti a Londra hanno espresso seria preoccupazione che alcuni Utp diventino crediti inesigibili e da “imprese vive” passino a essere pesi morti. Il 30-35% degli Utp diventeranno Npl, ha detto un delegato, ma «sono come pazienti in ospedale, che se curati e sostenuti con finanziamenti, consigli e cambiamenti di management possono sopravvivere».
E a questo proposito il sottosegretario Giorgetti ha annunciato una possibile proroga della Gacs (garanzia statale sugli Npl): «La mia opinione - ha detto - è che le cose buone fatte in passato non si debbano cambiare».
I rappresentanti delle società di private equity hanno sottolineato l'interesse record del settore per il mercato italiano e le opportunità che offre. «Le incertezze politiche spesso sono un incentivo per le imprese a prendere decisioni -, ha detto uno -. Quest’anno vedo il migliore deal flow in termini di volume in assoluto».