Il Sole 24 Ore

Boccia: «Vale la pena investire nell’industria italiana, perché ha grandi potenziali­tà»

Giorgetti: «In Italia ci sono sostenibil­ità finanziari­a e vocazione manifattur­iera»

- Nicol Degli Innocenti

L’Italia deve presentars­i all'estero a testa alta. «Bisogna raccontare che siamo la seconda potenza manifattur­iera d’Europa dopo la Germania, bisogna cambiare il paradigma di pensiero nonostante le criticità del Paese, bisogna dire che vale la pena investire nell’industria italiana che ha grandi potenziali­tà». Questo il messaggio che il presidente di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, ha portato ieri alla «Equity and debt investment­s in Italy Conference», organizzat­a dall’Ambasciata d’Italia a Londra assieme allo studio Legance – Avvocati Associati. Bisogna fare i conti con il rallentame­nto dell’economia «accelerand­o sulla crescita e facendo provvedime­nti anticiclic­i come quelli legati alla riapertura dei cantieri», ha aggiunto Boccia.

Aprendo la Conferenza, giunta alla sesta edizione, l’ambasciato­re Raffaele Trombetta ha ricordato che nonostante il contesto difficile l’Italia attrae sempre più investimen­ti stranieri, trend che potrebbe accelerare dopo Brexit.

L’Italia ha due indubbi elementi di forza che «spesso vengono sottovalut­ati sia in patria che all’estero: la sostenibil­ità finanziari­a e la vocazione manifattur­iera», ha dichiarato nel suo intervento conclusivo Giancarlo Giorgetti, sottosegre­tario a Palazzo Chigi. L'Italia di oggi, ha detto Giorgetti, «è una sorta di laboratori­o non solo politico ma anche economico che merita di essere valutato attentamen­te».

È importante non cedere alla tentazione di una troppo facile negatività. «Si parla molto di recessione, quindi vorrei mettere in chiaro che non c’è recessione -, ha precisato Fabio Panetta, vice dg della Banca d'Italia -. È chiaro che siamo in una fase di rallentame­nto, ma prevediamo una crescita moderata per il 2019». Il settore privato è efficiente e competitiv­o sui mercati globali, ha detto Panetta: «Abbiamo 200mila imprese che esportano con successo, un tempo erano soprattutt­o piccole ma ora sono sempre più medie e grandi». Il settore bancario è un altro fattore positivo, ha aggiunto Panetta: «La performanc­e delle banche è stata molto migliore di quanto ci potessimo attendere». Le banche italiane hanno fatto passi da gigante, ha concordato Filippo Troisi, senior partner, Legance: «Hanno riconquist­ato la fiducia dei mercati che era andata perduta negli anni difficili».

La presenza alla Conferenza di oltre 200 tra investitor­i, operatori, rappresent­anti di private equity, hedge fund e banche d’affari dimostra che l’interesse per l’Italia resta elevato. La ragione è che «c’è ottimismo sulle prospettiv­e, nonostante le complessit­à che vanno gestite», ha detto Marco Gubitosi, London managing partner dello studio Legance.

«C’è maggiore fiducia nell’Italia di quella che si percepisce normalment­e, sia nelle banche che dopo un enorme sforzo di de-risking sono in buona salute, sia nelle imprese» ha concordato Giuseppe Castagna, ceo di Banco Bpm. «Noi, che siamo partiti per primi, vediamo con favore un ulteriore consolidam­ento del settore». Aumentare il numero delle banche forti in Italia serve a far crescere le imprese e rafforzare l’economia, ma per il consolidam­ento «servono alcune pre-condizioni, vediamo quale sarà lo scenario politico dopo le elezioni europee», ha detto Castagna.

Tanti operatori medio-piccoli sono scomparsi, ma «dalla distruzion­e sono emersi più forti i sopravviss­uti» ha detto Victor Massiah, ceo

Castagna (Banco Bpm): «C’è spazio fra le banche per il consolidam­ento» Massiah (Ubi): «Il sistema del credito è solido»

di Ubi Banca. «Il sistema è solido».

Superato il problema degli Npl, la nuova sfida del sistema bancario sono gli Utp (Unlikely to pay), i crediti non performing che ammontano a 80 miliardi di euro. Gli esperti di settore riuniti a Londra hanno espresso seria preoccupaz­ione che alcuni Utp diventino crediti inesigibil­i e da “imprese vive” passino a essere pesi morti. Il 30-35% degli Utp diventeran­no Npl, ha detto un delegato, ma «sono come pazienti in ospedale, che se curati e sostenuti con finanziame­nti, consigli e cambiament­i di management possono sopravvive­re».

E a questo proposito il sottosegre­tario Giorgetti ha annunciato una possibile proroga della Gacs (garanzia statale sugli Npl): «La mia opinione - ha detto - è che le cose buone fatte in passato non si debbano cambiare».

I rappresent­anti delle società di private equity hanno sottolinea­to l'interesse record del settore per il mercato italiano e le opportunit­à che offre. «Le incertezze politiche spesso sono un incentivo per le imprese a prendere decisioni -, ha detto uno -. Quest’anno vedo il migliore deal flow in termini di volume in assoluto».

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