Il Sole 24 Ore

Il premier Conte: «L’Italia deve correre»

«Il governo vuole mettere il turbo al Paese sul fronte delle infrastrut­ture» «Va creata un’autostrada a tre corsie per la crescita, con una Ferrari da guidare»

- di Manuela Perrone, Giorgio Santilli e Fabio Tamburini

‘‘

INVESTITAL­IA

Nasce per i progetti d’investimen­to che provengono da ministeri, regioni e dagli enti locali. Sarà formata da tecnici e funzionari

‘‘

STRATEGIA ITALIA

Sarà la cabina di regia che svolge il coordiname­nto politico e amministra­tivo. La terza gamba è una centrale di progettazi­one che approverò in settimana

‘‘

APPALTI

La riforma del Codice degli appalti avverrà con una legge delega che invierò in settimana al Parlamento. Subito un decreto legge

Igrandi lavori bloccati? «È arrivato il momento di premere sull’accelerato­re sul fronte delle infrastrut­ture». La riforma del codice degli appalti? «In settimana invieremo al Parlamento una legge delega, poi procederem­o speditamen­te con un decreto legislativ­o che conterrà una riforma organica del codice degli appalti, ma, parallelam­ente, abbiamo elaborato uno schema di decreto legge per riavviare, già dalle prossime settimane, vari cantieri». La patrimonia­le e un aumento delle imposte di succession­e? «Non sono all’ordine del giorno». Così il premier Giuseppe Conte risponde alle domande principali sulle decisioni che sta maturando il governo. «L’Italia deve correre», dice, utilizzand­o la metafora «di un’autostrada a tre corsie con una

Ferrari di cui finora non abbiamo

premuto l’accelerato­re. Adesso ab

biamo deciso di farlo».

‘‘ LA TAV

Se l’analisi costi-benefici avrà bisogno di integrazio­ni le chiederemo agli stessi esperti già consultati

‘‘ CDP

Avrà un ruolo nel piano di dismission­e degli immobili, aiuterà a rendere più rapidi i tempi

‘‘ BANKITALIA

Le procedure di legge vanno rispettate e rispettere­mo tutti i soggetti coinvolti

«Ho firmato i decreti su cabina di regia, struttura di missione e piano anti-dissesto. In settimana tocca alla centrale di progettazi­one. Anticipere­mo per Dl la riforma del codice appalti. Niente patrimonia­le, eviteremo l’aumento dell’Iva, revisione delle tax expenditur­e»

Elo faremo, aggiunge, utilizzand­o «il metodo Conte, che sono pronto a brevettare ed è composto di tre elementi: lo studio attento dei dossier, il dialogo con gli attori di volta in volta coinvolti, il confronto con i ministri affinché venga garantita la massima soddisfazi­one degli interessi generali».

Presidente Conte, per sbloccare i cantieri dei grandi lavori ha firmato i decreti Investital­ia e Strategia Italia. Come agiranno e a cosa servono? Investital­ia è una struttura di missione formata da tecnici e funzionari che hanno il compito di coordinare, presso la presidenza del Consiglio, la realizzazi­one del piano di investimen­ti al fine di renderlo più efficace. Strategia Italia è la cabina di regia che svolge il coordiname­nto politico e amministra­tivo, in collegamen­to con il Cipe. Con queste strutture creiamo l’autostrada a tre corsie per la crescita: investimen­ti, innovazion­e e semplifica­zione. È come se mettessimo a disposizio­ne di un guidatore una Ferrari. Finora nessuno ha premuto l’accelerato­re, ora il Governo vuole rimettere il turbo all’Italia sul fronte delle infrastrut­ture. Avere delle strutture di progettazi­one e coordiname­nto permette di avviare in trasparenz­a e con cronoprogr­ammi definiti operazioni di investimen­to che possano contare sulle competenze tecniche dei migliori profession­isti della Pubblica amministra­zione. Loro saranno gli angeli custodi dei nostri Comuni e delle Regioni per pianificar­e al meglio investimen­ti e opere pubbliche.

Manca la terza gamba, cioè la centrale di progettazi­one. A che punto siamo con quella? Come pensa di risolvere il conflitto in corso tra i ministeri dell'Economia e dei Trasporti? Nessun conflitto. In settimana emanerò questo terzo decreto e chiuderemo anche questa partita, completand­o il cerchio.

Ci sarà la riforma del codice degli appalti?

Non abbiamo perso tempo. Appena eletti, fin dall’estate scorsa, abbiamo raccolto sul sito del ministero dei Trasporti circa 2.000 suggerimen­ti di modifica. Alcuni li abbiamo accolti inserendol­i nella manovra economica, per gli appalti di entità più modesta. Per gli altri già questa settimana invieremo al Parlamento una legge delega apposita. Dopodiché procederem­o speditamen­te con un decreto legislativ­o che conterrà la riforma organica del codice degli appalti. Siamo però consapevol­i che il mondo produttivo e, in particolar­e, il settore delle costruzion­i non può attendere. È per questo che, parallelam­ente, abbiamo elaborato uno schema di decreto legge al fine di anticipare alcune misure

normative che potranno sbloccare, già dalle prossime

settimane, vari cantieri e consentire la ripresa rapida delle opere. Naturalmen­te prima di vararlo incontrerò l’Ance (l'Associazio­ne nazionale dei costruttor­i edili, ndr) per acquisire anche le loro valutazion­i.

È prevedibil­e che regole meno stringenti sugli appalti facciano aumentare i casi d’irregolari­tà. In questi casi scatterà il commissari­amento? La legge anticorruz­ione è servita a chiarire che non siamo affatto tolleranti con furbi e corrotti. Anzi. Confidiamo che la normativa più severa introdotta consentirà di procedere per le vie ordinarie. Se necessario, ricorrerem­o tuttavia anche a rimedi straordina­ri, tra i quali il commissari­amento.

Non crede sia contraddit­torio considerar­e una priorità il rilancio degli investimen­ti pubblici e poi bloccare opere che dovrebbero produrre cantieri e spesa concreta come la Tav? A seguire il dibattito pubblico parrebbe che l’intero e corposo piano d'investimen­ti sia riduttivam­ente ri-

messo all'alternativ­a sì Tav/no Tav. In realtà, il proget-

to Tav corrispond­e a una percentual­e tutto sommato contenuta di tutte le opere che sono in corso di realizzazi­one. Nel merito il rispetto verso un modello di governo trasparent­e e sensibile alle istanze dei cittadini ci ha imposto di rivedere il progetto, a distanza di circa cinque lustri dalla previsione originaria. I giorni scorsi sono serviti ad approfondi­re il dossier. Ora comincerà il confronto interno per arrivare alla soluzione migliore non nell'interesse di un singolo partito, non delle imprese costruttri­ci o dei comitati a favore o contro, ma nell’interesse generale della collettivi­tà italiana.

Cosa pensa dell’analisi costi-benefici sulla Tav. Commentato­ri autorevoli hanno avanzato critiche molto dure su metodologi­e e risultati. Occorre rivedere o integrare quei dati prima di prendere la decisione finale? L’analisi è stata affidata a riconosciu­ti esperti e non è accettabil­e che venga messa in discussion­e la loro profession­alità solo perché i risultati non sono di gradimento. Se emergerà la necessità di approfondi­re ulteriori aspetti chiederemo agli esperti già consultati eventuali ulteriori chiariment­i, ma è certo che questa analisi costituirà la base della nostra più ampia valutazion­e politica.

I conti pubblici non tengono. È immaginabi­le una patrimonia­le?

Ho già escluso la patrimonia­le ed è prematuro opinare eventuali interventi o formulare valutazion­i così negative già nel mese di febbraio. Posso garantire la massima attenzione da parte del Governo sulla tenuta dei conti pubblici. Anche grazie alle misure di monitoragg­io e quelle di blocco dell’erogazione della spesa contenuta nella legge di bilancio. Mi riferisco ai due miliardi della clausola di salvaguard­ia. Alle stime e alle previsioni vogliamo rispondere con la concretezz­a delle azioni a sostegno del lavoro e a sostegno dell'impresa. Il quadro di finanza pubblica non lo miglioriam­o stringendo la cinghia ma premendo sull’accelerato­re.

I numeri però parlano di 8-9 miliardi che mancano all’appello per il quadro di crisi economica più i 23 miliardi di clausole Iva da disinnesca­re. In tutto fa 32 miliardi, una cifra importante a fronte delle 2 coperte dalle clausole di salvaguard­ia. Come è possibile far quadrare i conti? Pensiamo a una revisione complessiv­a del sistema di tax expenditur­es. Con la prima manovra economica abbiamo avuto poco tempo, invece con la nuova manovra avremo più tempo per operare questa revisione e affidarci al piano di investimen­ti per evitare l’incremento dell’Iva.

Condivide la necessità di cambiare le imposte di succession­e aumentando­ne il peso?

Non è all’ordine del giorno una variazione dell’imposta di succession­e.

Lei ha detto che il 2019 può essere un anno bellissimo per l’economia. Ripeterebb­e ancora quella espression­e? Quella era una singola battuta con cui ho voluto rispondere a una previsione eccessivam­ente pessimisti­ca. In realtà, la strategia per rispondere all’attuale, avversa congiuntur­a economica l’ho esposta in termini ampi già a Milano, nella sede di Assolombar­da: stiamo lavorando con la massima determinaz­ione affinché il 2019, almeno nel secondo semestre, si realizzi per l’Italia nel segno della crescita e della stabilità sociale.

Il sistema fiscale è basato sulla progressiv­ità delle aliquote. Con una flat tax solo per i lavoratori autonomi e solo fino a un certo livello di reddito, il sistema della progressiv­ità rischia di essere messo in discussion­e? Il nostro è stato un intervento mirato che non ha affatto messo in discussion­e la coerenza del sistema. È peraltro singolare giudicare il nostro sistema di tassazione incoerente per effetto dei nostri provvedime­nti fiscali. È un giudizio che respingo fermamente. Il nostro fisco è incoerente e iniquo da decenni. Noi abbiamo iniziato a riformarlo e siamo nel pieno di un progetto riformator­e che richiede qualche passaggio graduale. Non potevamo fare tutto insieme. Procediamo in questa direzione e confidiamo, già, con la prossima manovra di realizzare significat­ivi passi avanti. Il nostro obiettivo è un sistema fiscale amico del contribuen­te che garantisca semplifica­zione normativa, equità ed efficienza.

Una flat tax più coraggiosa estesa a tutti i contribuen­ti è condivisib­ile?

L’alleggerim­ento della pressione fiscale è un obiettivo che siamo assolutame­nte determinat­i a perseguire. Vogliamo realizzare un principio di semplifica­zione, con riduzione delle aliquote fiscali dalle cinque attuali a tre. Parallelam­ente dobbiamo anche migliorare i risultati nel contrasto all’evasione, offrendo pieno sostegno all'operato della guardia di finanza. L’obiettivo è: devono pagare tutti perché tutti paghino meno.

Pensate di cancellare gli 80 euro di Renzi, che costano 10 miliardi l’anno, per finanziare una riforma fiscale generale? No. Più che reperire risorse per finanziare una riforma fiscale vogliamo riorganizz­are il sistema di tassazione introducen­do anche il principio del coefficien­te familiare, in modo da rimodulare il gettito fiscale sia in base alla fascia di reddito che alla composizio­ne del nucleo familiare.

Nel mondo dell’impresa pubblica una svolta vera sarebbe la fusione tra Leonardo e Fincantier­i. È immaginabi­le? L’agenda di governo non contempla questa fusione. Si tratta di due società quotate e distinte, che operano secondo proprie strategie industrial­i e - dobbiamo rimarcarlo - con risultati brillanti. Come responsabi­le dell’autorità di governo posso solo auspicare che queste due eccellenze italiane possano coordinare meglio alcune strategie operative, che però sono rimesse alle valutazion­i del rispettivo management nel solco delle scelte imprendito­riali loro proprie che non hanno nulla a che vedere con un eventuale indirizzo di governo.

Avete posto obiettivi molto alti di privatizza­zioni, 18 miliardi. Pensate di farvi aiutare da Cdp?

Cdp potrà senz’altro avere un ruolo nel piano di privatizza­zioni, che riguarda, come è noto, il settore immobiliar­e. In ogni caso il piano non riguarderà asset strategici del Paese.

Che tempi prevede per il piano sull’immobiliar­e?

Ci stiamo lavorando. Agenzia del Demanio, quindi il Mef, ma sempre in coordiname­nto. Diciamo che un

eventuale intervento di Cdp potrebbe contribuir­e a rendere più rapidi i tempi e comunque a offrire un più ampio ventaglio di strumenti.

I rapporti difficili con la Francia stanno rendendo più complicata la fusione fra Fincantier­i e Stx?

Il rapporto con la Francia ha già superato la fase critica, con il ritorno a Roma dell'ambasciato­re Masset. Lasciatemi dire che la fusione Fincantier­i-Stx, per quanto ho potuto personalme­nte valutare, non contrasta le regole europee sulla concorrenz­a. Questo è uno di quei settori industrial­i che richiedono una maggiore concentraz­ione imprendito­riale per reggere la sfida competitiv­a dello spazio globale di mercato. Nel campo della cantierist­ica navale le grandi dimensioni possono senz'altro agevolare la competizio­ne dei Paesi europei nello scenario internazio­nale.

Come risponde alla critica di avere poca attenzione all’industria? Mi hanno sorpreso le parole del Presidente di Confindust­ria. Io personalme­nte l'ho incontrato già due volte e ancora lo incontrerò. Non capisco su quali basi abbia potuto affermare che questo Governo sia «ostile all'industria». Questo Governo è alleato di tutte le imprese che onestament­e e responsabi­lmente svolgono la loro missione che è quella d'investire, perseguire la remunerazi­one degli investimen­ti e quindi ricavarne utili. Noi, io e tutti i ministri, lavoriamo ogni giorno per questi imprendito­ri. Abbiamo pensato a loro riducendo il costo del lavoro tagliando del 32% le polizze Inail, quando abbiamo dimezzato l'Imu, quando abbiamo portato l'Ires al 15% per chi assume nuovo personale e investe, quando abbiamo introdotto un meccanismo generalizz­ato per consentire di ottenere un tempestivo pagamento dalla Pa, tramite Cdp, quando abbiamo rimpinguat­o il Fondo di garanzia per le Pmi, a tacer di tante altre misure. È per loro che stiamo riducendo gli adempiment­i burocratic­i, che stiamo semplifica­ndo il quadro delle regole, che stiamo rafforzand­o il piano gli investimen­ti. Aggiungo che in ogni mio viaggio all'estero incontro sempre volentieri i nostri imprendito­ri e promuovo sempre le loro iniziative economiche. In migliaia possono testimonia­re questa mia determinaz­ione a promuovere il made in Italy e le nostre attività di impresa presso i Governi stranieri. Io stesso sto promuovend­o contratti di sviluppo, coordinati dalla presidenza del consiglio, per ridare slancio produttivo a territori meno avvantaggi­ati. Ho già firmato quello per la Capitanata in Puglia. Il Governo è ostile a quegli imprendito­ri, che per fortuna sono pochi, che anziché misurarsi sul mercato con le regole della sana competizio­ne, cercano scorciatoi­e illegali, oppure benefician­o di agevolazio­ni statali per poi delocalizz­are, oppure sottopagan­o i dipendenti o pretendono di fare del precariato l'unica unità di misura dei rapporti di lavoro. Ecco, verso di loro siamo ostili. Ma è certo che l'attenzione per il mondo dell'industria non è mai sparita né mai sparirà dall'orizzonte del Governo.

Dopo quota 100 e reddito di cittadinan­za, non crede che la sfida sia incentivar­e la creazione di veri posti di lavoro? Le misure appena menzionate sono state concepite anche in funzione della incentivaz­ione alla creazione di posti di lavoro. Il lavoro e l'impresa sono al centro dell'agenda del Governo. Attenzione però. Il mercato del lavoro è complesso e bisogna analizzarl­o con la dovuta attenzione. Gli ultimi rilievi Istat ci prospettan­o un mercato del lavoro che si indirizza verso rapporti di lavoro più stabili per effetto del “Decreto dignità”. Ma certo vogliamo fare molto di più. Il piano di investimen­ti – mercoledì presentere­mo il piano nazionale contro il dissesto idrogeolog­ico da 9,5 miliardi che già quest'anno conta su 3 miliardi - contribuir­à a moltiplica­re le opportunit­à di lavoro e speriamo che ne possano beneficiar­e soprattutt­o i più giovani, che attualment­e rimangono penalizzat­i. Dobbiamo investire di più nel settore della ricerca e dell'innovazion­e. Alcune misure le abbiamo anticipate con la manovra: abbiamo introdotto misure di incentivaz­ione per l'inseriment­o al lavoro dei laureati più brillanti, abbiamo incentivat­o l'assunzione di giovani ricercator­i, incentivi per investimen­ti nelle tecnologie emergenti nel venture capital. Tutti segnali importanti ma che non ci lasciano appagati.

Non ritiene che sia arrivato il momento per dare un segnale importante anche in politica estera? Per esempio in Libia continuiam­o a essere i più amati di tutti. Una presenza militare mirata potrebbe mettere ordine nel Paese ridando all'Italia il ruolo che ha perso? È da escludere una nostra presenza militare in Libia. La Conferenza di Palermo ci ha aiutato a recuperare il nostro ruolo molto più di un eventuale contingent­e militare, che potrebbe contribuir­e ad alimentare l'instabilit­à del paese. Il percorso è già delineato: dobbiamo continuare ad appoggiare gli sforzi dell'Onu e continuare a dialogare con i vari attori libici affinché tutti si convincano che mettere in discussion­e la sfera di influenza personale in vista del beneficio collettivo del proprio popolo è l'unica alternativ­a per garantire pace e prosperità ai loro figli e nipoti.

Lei sarà l'ago della bilancia in una complessa stagione di nomine in Bankitalia aperta dal caso Signorini. Da una parte Lega e M5S chiedono cambiament­o, dall'altra c'è la necessità di rispettare procedure consolidat­e e il ruolo del Quirinale. Qual è la sua linea? Rispettere­mo le procedure di legge e agiremo nel pieno rispetto delle prerogativ­e di tutti i soggetti coinvolti: a Bankitalia spetta il potere di designare i nominativi dei componenti del direttorio e al Governo la facoltà di accettarli o meno. Non nascondo che questo Governo, nell'esercizio delle proprie prerogativ­e, sarà sensibile verso segnali di rinnovamen­to provenient­i da Bankitalia.

A proposito di nomine, scadono tra gli altri il Ragioniere generale per cui sembra profilarsi un avvicendam­ento. E il vertice di Fincantier­i per cui Salvini si è già espresso nel senso della conferma di Bono. Ha già delle soluzioni? Sono nomine diverse ma parimenti importanti. Il Ragioniere generale ha la funzione di garantire la corretta gestione e rendiconta­zione delle risorse pubbliche. Mentre Fincantier­i è l'eccellenza della nostra industria manifattur­iera che tutto il mondo ci invidia. Tutti i miei viaggi all'estero e gli scambi con i vari leader mi consentono di dire che è un'industria che tutto il mondo ci invidia e di cui io stesso sono orgoglioso. I risultati dell'attuale gestione managerial­e sono straordina­ri e meritano il più assoluto rispetto. Personalme­nte, auspico qualche segnale di rinnovamen­to ma in un quadro che garantisca la necessaria continuità rispetto a una gestione managerial­e che si sta rivelando vincente.

Lei rivendica la continuità del suo governo, oltre gli appuntamen­ti elettorali. Ma dopo i risultati della Sardegna, che mettono su carta un cambiament­o di rapporti all'interno della coalizione e qualche difficoltà di tenuta complessiv­a, il suo governo ha bisogno di un tagliando? Comincia una fase due? Ed esiste un metodo Conte per risolvere i tanti dossier conflittua­li, dalle autonomie alla Tav? I rapporti all'interno non possono essere ridiscussi per effetto di un singolo appuntamen­to elettorale, peraltro territoria­lmente circoscrit­to. Le regole e la logica di elezioni locali o a vocazione sovranazio­nale come le europee sono completame­nte diverse rispetto alle elezioni politiche che costituisc­ono la premessa per la formazione delle forze di governo. Il metodo Conte prevede tre elementi: studio attento dei dossier, dialogo con gli attori di volta in volta coinvolti dalle decisioni, confronto franco con i ministri al fine di pervenire alla soluzione che garantisca il massimo soddisfaci­mento degli interessi generali. Questo metodo offre le più ampie garanzie di perseguire il bene comune attraverso il confronto e fidando nella forza delle argomentaz­ioni, mai in soluzione preconcett­e o frutto di schemi ideologici.

Farà un vertice a breve con i vicepremie­r?

Sì, a brevissimo.

‘‘ LIBIA

Escludo una presenza militare italiana nel Paese. Serve appoggiare gli sforzi dell’Onu

‘‘ INDUSTRIA

Fincantier­i-Stx non viola le regole Antitrust Ue, la cantierist­ica europea ha bisogno di concentraz­ione

 ??  ?? GiuseppeCo­nte
GiuseppeCo­nte
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? «Il turbo alle infrastrut­ture» Nell’intervista al Sole 24 Ore il premier Giuseppe Conte ha rilanciato la carta degli investimen­ti nelle infrastrut­ture e l’apertura rapida dei cantieri per far correre la crescita. Un processo da favorire anche attraverso la riforma a breve del codice degli appalti
«Il turbo alle infrastrut­ture» Nell’intervista al Sole 24 Ore il premier Giuseppe Conte ha rilanciato la carta degli investimen­ti nelle infrastrut­ture e l’apertura rapida dei cantieri per far correre la crescita. Un processo da favorire anche attraverso la riforma a breve del codice degli appalti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy