I mercati comprano Italia: spread giù a 266, Piazza Affari +0,86%
Oggi e domani aste del Tesoro per 13 miliardi: BoT a 6 mesi e BTp a 5-10 anni
Gli investitori premiano l’Italia dopo che Fitch ha mantenuto invariato il rating: Piazza Affari ha chiuso in rialzo dello 0,86%, miglior Borsa europea. Netta la riduzione dello spread BTp-Bund, sceso a 266 punti (-11 centesimi); il rendimento del decennale torna sotto 2,8 %. Segnali positivi anche sulla parte breve della curva, con il tasso del biennale sceso a 0,49%. La reazione dei mercati evidenzia che uno scenario di elezioni anticipate paventato da Fitch - non spaventa gli investitori. In questo clima positivo il Tesoro è chiamato a raccogliere nuovi capitali: oggi e domani aste per 13 miliardi totali tra BoT a 6 mesi e Btp a 5 e 10 anni.
‘‘ «Servono provvedimenti anticiclici come quelli legati alla riapertura dei cantieri
Vincenzo Boccia
Presidente Confindustria
‘‘ L’Italia è oggi un laboratorio politico ed economico da studiare
Giancarlo Giorgetti
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
‘‘ Abbiamo 200mila imprese che esportano con successo, non solo Pmi
Fabio Panetta
Vice direttore
generale Bankitalia
Gli investitori premiano l’Italia all’indomani (finanziario) della decisione di Fitch di mantenere invariato il rating sul debito pubblico. Il Ftse Mib di Piazza Affari, anche grazie all’ottima performance dei titoli bancari (+2%) ha chiuso con un rialzo dello 0,86%, posizionandosi al primo posto tra i listini europei che in media hanno guadagnato lo 0,34%. Ancor più significativa la riduzione dello spread BTp-Bund, sceso a 266 punti, 11 centesimi al di sotto del valore di venerdì, poche ora prima del verdetto di Fitch. Il rendimento del decennale italiano è tornato sotto il 2,8 % (2,77%). Segnali positivi anche sulla parte breve della curva - quella più sensibile alle tensioni immediate - con il tasso del biennale sceso allo 0,42%.
La reazione dei mercati evidenzia che uno scenario di elezioni anticipate non spaventa gli investitori. Venerdì sera, a mercati chiusi, l'agenzia Fitch ha confermato il rating sovrano di “BBB” (un solo gradino prima della categoria “speculative grade”) con outlook negativo. «Pochi si aspettavano un downgrade secco, che ci sarebbe anche potuto stare visto il rallentamento della crescita; anzi, la recessione», commenta un trader. Scampato il pericolo, complice anche un ritorno generalizzato della propensione al rischio il secondario italiano ieri ha messo le ali. Fitch ha avvertito del rischio di elezioni anticipate nella seconda parte dell'anno. Ma un dealer ritiene che questa prospettiva - che trova supporto nell’esito che pare delinearsi delle elezioni regionali in Sardegna che fotografa un marcato arretramento del Movimento 5 Stelle - non rappresenti uno spauracchio per i mercati. Anzi. «Il mercato vedrebbe di buon occhio una maggioranza di centrodestra commenta l’operatore - un’eventuale crisi di governo non sarebbe tragica».
In questo clima positivo il Tesoro è chiamato a raccogliere nuovi capitali. Oggi è in programma un collocamento di BoT a 6 mesi per un controvalore di 6 miliardi. Domani ci si sposta sui titoli a medio-lungo termine con BTp a 5 (fino a 2 miliardi) e 10 anni (fino a 4 miliardi) e CcTeu (fino a 1,25 miliardi) . Nel complesso il Tesoro in 48 ore chiederà oltre 13 miliardi con l’obiettivo di fissare i tassi più bassi che il mercato in questo momento sia disposto ad accettare. La recente distensione sul secondario lascia ben sperare anche per i collocamenti sul primario. Restando in tema di offerta, gli operatori specialisti ieri hanno mostrato un interesse superiore ai 3,3 miliardi - sui 544,5 milioni proposti - per le riaperture loro riservate dell'asta di venerdì su Ctz e Btp indicizzati.
Il ridimensionamento dello spread porta acqua al mulino delle banche italiane, il cui destino è collegato a doppio filo all’andamento dei nostri titoli di Stato (considerato che in portafoglio ne detengono circa 400 miliardi e considerato che un eventuale deterioramento del rating del Paese si rifletterebbe a cascata su quello degli istituti di credito). Non a caso ieri il settore ha sovraperformato la media europea. Hanno spiccato al rialzo in particolare Banco Bpm (+3,4%). Molto bene anche Ubi (+4,8%, tornata sul mercato dei bond subordinati, si veda articolo in basso) e UniCredit (+2,9%). Maglia rosa per Creval (+10,6%) dopo che l’annuncio sul ricambio al vertice, sotto la spinta dei fondi azionisti, ha riacceso le speculazioni sulla strategia di M&A.
Il buon andamento della carta italiana e di Piazza Affari (che ieri ha aggiornato i massimi dell’anno portando a +11,5% l’apprezzamento da gennaio) arriva in un contesto di generalizzato ritrovato ottimismo sui mercati. Questo dopo che il presidente degli Usa Donald Trump ha annunciato che rinvierà il termine del 1 marzo per il previsto aumento tariffario sull’import cinese, in virtù di colloqui commerciali «produttivi» con Pechino, aggiungendo che incontrerà il presidente cinese Xi Jinping per siglare l’accordo, se i progressi nel negoziato continueranno. A questo punto gli addetti ai lavori confidano che il proseguimento dei colloqui possa portare a degli accordi su alcuni temi fondamentali, come la tutela della proprietà intellettuale, il trasferimento di tecnologie, l’agricoltura, i servizi e le valute.
Le parole di Trump hanno dato un’eccezionale spinta anche alle Borse cinesi che hanno avviato la settimana finanziaria con un progresso vicino al 6%. E, ovviamente, hanno alimentato acquisti sul settore auto europeo, tra i più penalizzati dalla guerra commerciale partita la scorsa primavera tra Cina e Usa. Oltre al disgelo sui dazi, il comparto auto europeo beneficia anche della prospettiva che il prossimo Tltro (Targeted long term refinancing operations) della Bce possa interessarlo direttamente. I nuovi prestiti agevolati a medio termine che la Bce dovrebbe predisporre per le banche europee potrebbero essere vincolati anche alla successiva erogazione da parte delle banche di finanziamenti agganciati (da qui il “Targeted” nell’acronimo) all’acquisto di automobili. È quello che spera la Germania mentre i Paesi nordici spingono per un vincolo sui prestiti al settore immobiliare.