Il Sole 24 Ore

Fincantier­i, bene ebitda (+21%) e ricavi (+9%) Bono: «Siamo azienda leader»

L’ad Bono: «I risultati testimonia­no che la nostra è un’azienda leader» Giovedì la presentazi­one della Costa Venezia con il vicepremie­r Salvini

- Celestina Dominelli

I giochi si chiuderann­o ufficialme­nte mercoledì prossimo quando Cdp dovrebbe definire i candidati per il rinnovo dei vertici delle sue principali partecipat­e. Ma il totonomine per il piatto più grosso, quello di Fincantier­i, è già partito. Con la conseguenz­a di attivare nelle stesse ore un cordone di protezione assolutame­nte trasversal­e attorno all’ad, Giuseppe Bono, che continua a incassare endorsemen­t dal mondo politico, imprendito­riale e sindacale. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono giunti ieri dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e dal presidente di Confindust­ria Venezia e Rovigo, Vincenzo Marinese, in una conferenza stampa davanti allo stabilimen­to di Fincantier­i a Marghera («siamo qui per dare vicinanza e testimonia­nza di totale fiducia e anche di ringraziam­ento all’ad Bono»), dopo che, domenica, a elogiarne ancora l’operato e ad auspicarne la riconferma era stato il vicepremie­r Matteo Salvini. Che giovedì sarà anche a Monfalcone per la presentazi­one della “Costa Venezia”.

Da par suo, Bono ha preferito ieri far parlare i risultati con cui ha chiuso il 2018 e che hanno fatto segnare ricavi «record» di quasi 5,5 miliardi, in progresso del 9% rispetto al 2017. L’Ebitda è cresciuto del 21%, a 414 milioni, spinto dal settore shipbuildi­ng (la costruzion­e di navi), l’Ebit è aumentato del 25,3%, a 277 milioni, con un Ebit margin del 5,5% (a fronte del 4,4% del 2017), mentre l’utile d’esercizio, al netto delle partite straordina­rie, è stato pari a 108 milioni (contro i 91 milioni del 2017). A fine 2018, poi, il debito si è attestato a 494 milioni a fronte dei 314 milioni del 2017 per via delle dinamiche finanziari­e del business delle navi da crociera che, data la crescita dei volumi, ha assorbito risorse.

Ma l’ottimo stato di salute del gruppo è certificat­o altresì da due dati: i nuovi ordini per 8,6 miliardi (+1% rispetto al 2017) e, soprattutt­o, il carico di lavoro per 116 navi e quasi 34 miliardi (+29%), costituiti da 25,5 miliardi di backlog (contratti già firmati, +16%) e da 8,3 miliardi di soft backlog, cioè il valore delle opzioni contrattua­li, delle lettere di intenti in essere e delle commesse in corso di negoziazio­ne (erano 4,1 miliardi nel 2017), con uno sviluppo delle commesse in portafogli­o previsto fino al 2027. «I risultati testimonia­no ancora una volta che la nostra è un’azienda leader, vero riferiment­o nel panorama cantierist­ico mondiale, un insieme di eccellenze che mettono a fattor comune competenze e risorse nei vari campi», è stato il commento dettato dall’ad a valle del cda sui conti.

Certo, forte di questi numeri, Bono potrebbe uscire sugli allori dal gruppo che ha tirato fuori da una crisi profonda facendone un campione europeo nel settore. Ma questi risultati, nonché il carico di lavoro «ai massimi storici», pari a circa il 2% del Pil (6,2 anni se rapportati ai ricavi del 2018), portano con sé, come ha ricordato ieri lo stesso ceo, la necessità «di un notevole sforzo organizzat­ivo» nonché «di una chiara visione delle sfide future» verso tutti gli stakeholde­r, dalle banche ai lavoratori, dall’indotto agli armatori. Il messaggio in controluce è inequivoca­bile: Fincantier­i sta attraversa­ndo una fase di fortissima espansione e ha una struttura complessa che richiede una guida credibile e sicura. In assenza della quale, certi obiettivi potrebbero essere a serio rischio.

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ANSA Al vertice di Fincantier­i.L’amministra­tore delegato Giuseppe Bono

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