Strategia Italia, Palazzo Chigi coordinerà gli investimenti
Il premier guiderà la squadra con Tria, Costa, Toninelli, Stefani e Lezzi
Il «raccordo politico, strategico e funzionale» degli investimenti pubblici passa alla cabina di regia Strategia Italia a Palazzo Chigi. Prevista dal decreto Genova, è adesso ufficialmente istituita da un Dpcm appena firmato dal premier Giuseppe Conte.
Rispetto alle indicazioni del decreto emergenze, la sua composizione è lievemente modificata: Strategia Italia resta presieduta dal capo del Governo o dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma oltre ai ministri dell’Economia, delle Infrastrutture e dell’Ambiente e ai presidenti della Conferenza delle Regioni, dell’Unione delle Province e dell’Associazione nazionale dei Comuni ne fanno parte stabilmente anche i titolari del Sud e degli Affari regionali. Di volta in volta, può essere poi integrata dagli altri ministri interessati alle materie trattate.
Saranno dunque Conte (o Giancarlo Giorgetti), con Giovanni Tria, Danilo Toninelli, Sergio Costa, Barbara Lezzi ed Erika Stefani i ministri coinvolti in modo permanente nel lavoro con i rappresentanti degli enti locali, tutti supportati da una segreteria tecnica istituita a Palazzo Chigi presso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica.
Obiettivo principe di Strategia Italia, secondo il testo del Dpcm in quattro articoli, è «la valorizzazione delle politiche pubbliche finalizzate a verificare lo stato di attuazione, anche per il tramite delle risultanze del monitoraggio delle opere pubbliche di piani e programmi di investimento infrastrutturale,e ad adottare le iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi». Ma anche «quelle volte a verificare lo stato di attuazione degli interventi connessi a fattori di rischio per il territorio, quali dissesto idrogeologico, vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, ivi compresa la loro valorizzazione, situazioni di particolare degrado ambientale necessitanti attività di bonifica e volte a prospettare possibili rimedi».
Due, dunque, le attività che dovrà svolgere, entrambe di verifica. Verifica da un lato dello stato di attuazione dei programmi infrastrutturali, chiarendo le eventuali cause di ritardi e intoppi e segnalando le relative soluzioni per favorirne il completamento e accelerare la spesa. Dall’altro lato degli interventi sul territorio, «individuando strumenti straordinari, operativi e finanziari per farvi fronte».
Compiti da cui derivano ampi poteri, come quello di indicare la destinazione più opportuna dei finanziamenti disponibili, in relazione allo stato di avanzamento degli impieghi delle risorse. Avvalendosi dei risultati del monitoraggio delle opere pubbliche (Bdap-Mop) e degli esiti dell’attività di InvestItalia, l’altra nuova struttura alle dirette dipendenze del premier, Strategia Italia «provvede ad adottare le misure necessarie al fine di rendere efficace e tempestiva l’azione di coordinamento». Un ruolo chiave, che non solo richiama quello di altre “cabine di regia” del passato (celebre l’idea della task force economica voluta da Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini per arginare Giulio Tremonti) ma potrebbe svolgere importanti funzioni di impulso: tramite il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, infatti, «formula proposte al Consiglio dei ministri nonché al Comitato interministeriale per la programmazione economica».
A differenza di InvestItalia, Strategia Italia non dovrebbe comportare nuovi oneri a carico della finanza pubblica. Anche se il Dipartimento economico della presidenza del Consiglio, per espletare tutte le attività di sostegno tecnico, istruttorio e organizzativo alla cabina di regia, può avvalersi di «specifiche professionalità, attinte dai nuclei di esperti istituiti nell’ambito del Dipartimento»,«che dovranno essere utilmente integrati con alcuni profili professionali mancanti, attinenti agli interventi da programmare, da reclutare anche mediante specifici accordi con le Università e gli enti pubblici di ricerca».