Di Maio sotto assedio, ora riorganizzazione
Prime novità oggi e domani Apertura a liste civiche «organiche» al movimento
Il tonfo più pesante è il loro. Dopo l’exploit alle politiche con il 42%, i Cinque Stelle vedono il loro candidato in Sardegna, Francesco Desogus, arrivare terzo e la lista ridimensionata intorno al 10 per cento. Un risultato peggiore di ogni previsione e ben al di sotto della soglia psicologica del 20% ritenuta accettabile alla vigilia. Che spinge i vertici M5S, a partire da Luigi Di Maio, ad accelerare l’annunciata riorganizzazione interna: le prime mosse saranno proposte su Rousseau tra oggi e domani.
La parola d’ordine per contrastare la narrazione di una débâcle è una: sdrammatizzare. Ma dopo lo spoglio definitivo non regge la lettura fornita a caldo subito dopo gli exit poll, quando il M5S risultava comunque prima forza politica. I dati reali dicono che il primo partito in Sardegna è il Pd, seppur ridimensionato. «Il Movimento non c’era cinque anni fa nell’Isola, mentre adesso entra in Consiglio regionale», ripetono i pentastellati. Attaccando le «ammucchiate» di liste che hanno sostenuto sia il vincitore Christian Solinas sia il secondo classificato Massimo Zedda.
Eppure è proprio l’apertura alle liste civiche una delle novità all’orizzonte del M5S per recuperare smalto sui territori. A confermare che inizierà «in maniera sperimentale» è lo stesso Di Maio, parlando di «liste civiche vere», non come quelle che si vedono alle elezioni dove «nessuna lista ha una tradizione precedente alla campagna elettorale». L’idea è dunque quella di presentarsi con liste che comunque raccolgano attivisti e candidati “organici” al Movimento.
Ma questo tassello sarà l’ultimo del puzzle della riorganizzazione concordata durante il pranzo romano di giovedì scorso tra Di Maio, Grillo e Casaleggio, che dovrebbe essere ratificata online dagli iscritti entro marzo. Si comincia subito in questi giorni, invece, dalla nuova architettura del Movimento: un team nazionale suddiviso per temi e referenti regionali, per i quali si pescherà innanzitutto dai volti più noti, come Giancarlo Cancelleri in Sicilia, Sara Marcozzi in Abruzzo, Max Bugani in Emilia Romagna. Duplice l’obiettivo: estendere i processi decisionali e allargare il coordinamento anche ai non “dimaiani”. Una risposta alle accuse di iperverticismo piovute dalla minoranza interna. Dopo si procederà con la modifica del divieto di doppio mandato, che cadrà per i consiglieri comunali, e con le liste.
In molti, però, non sembrano accontentarsi. Non solo in Sardegna, dove a Oristano il 10 marzo si riuniranno meetup e attivisti e si medita un documento contro i vertici. Anche a Roma si alza il tiro contro il capo politico. La senatrice Paola Nugnes, vicina a Roberto Fico, è stata chiara: «Una riorganizzazione calata dall’alto non è la soluzione. La leadership di Di Maio va messa in discussione». Lui, per il momento, è ottimista. Alle europee mancano tre mesi. E là conservare almeno il 25% diventa anche un obiettivo personale.