Il Sole 24 Ore

«Per lo sviluppo centrale investire in infrastrut­ture»

Oggi e domani a Genova la due giorni dei consulenti del lavoro

- Mauro Pizzin

La situazione delle infrastrut­ture costituirà il filo conduttore di “Verso il festival del lavoro 2019”, la due giorni in programma oggi e domani al Palazzo Ducale di Genova. «Abbiamo scelto il capoluogo ligure - sottolinea il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone - perché di fronte alle tragedie, come quella del Ponte Morandi del 2018, è importante intervenir­e tempestiva­mente per evitarne altre».

La vostra indagine sul settore costruzion­i mette in evidenza l’urgenza di un piano di investimen­ti con motore pubblico, ma la situazione di stand by non sembra facilmente superabile, come dimostra la questione Tav in Val di Susa. Il Governo troverà la quadra? Penso che alla fine si troverà un punto di incontro. Il Paese deve ritornare a investire in infrastrut­ture e in manutenzio­ne. Perché questo vuol dire mobilità più sicura, nuove rotte commercial­i in grado di aiutare le aziende a portare i loro prodotti dove sono i clienti e più in generale benefici per tutta l’economia. Quello delle infrastrut­ture è un tema centrale per lo sviluppo e la crescita.

I vostri numeri dicono che l’Italia in 9 anni ha lasciato per strada 8,1 punti di Pil, che avrebbero garantito 1,2 milioni di posti di lavoro in più. Il governo Conte scommette su quota 100 e reddito di cittadinan­za per riavviare il mercato del lavoro

Da monitorare gli effetti di Quota 1oo. Reddito di cittadinan­za scommessa non priva di incognite

Marina Calderone PRESIDENTE CONSULENTI DEL LAVORO

con nuove assunzioni e spingere sulla formazione. Porteranno risultati positivi?

Quota 100 è un tema declinabil­e in molti modi. Da un lato è necessario mettere a fuoco l’uscita dal mercato del lavoro, nel breve periodo, di soggetti che senza la legge Fornero avrebbero già maturato i requisiti. Dall’altro lato va azionata la leva di sostituzio­ne. Appare importante monitorare gli effetti di questa riforma e convincere le aziende a non cancellare, attraverso riorganizz­azioni interne, i posti di lavoro nel frattempo tornati disponibil­i. Quanto al reddito di cittadinan­za, credo sia una grande scommessa non priva di incognite. Perché molto dipenderà da come sarà gestito.

Il decreto dignità quanto può incidere sulla ripresa occupazion­ale? La parte debole del decreto dignità è relativa alla reintroduz­ione delle causali, foriere di contenzios­o e che rappresent­ano un disincenti­vo alla stabilizza­zione dei lavoratori. Uno sbarrament­o che ha avuto in questi mesi effetti negativi, per cui auspichiam­o la revisione della norma.

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IMAGOECONO­MICA

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