Il Sole 24 Ore

Il Golfo apre a investimen­ti dall’estero senza soci locali

Emirati Arabi Uniti e Qatar hanno fatto cadere il limite del 49% finora stabilito per gli Ide

- Roberta Miraglia

Novità in arrivo per gli investitor­i interessat­i al Golfo. Emirati Arabi Uniti e Qatar hanno di recente riformato le leggi sugli investimen­ti eliminando, sia pure con eccezioni, il tetto del 49 per cento finora in vigore per le società estere. Con i regolament­i attuativi, in via di approvazio­ne, investire nei settori che verranno liberalizz­ati non comporterà più la necessità di avere un socio locale detentore della maggioranz­a (51%) del pacchetto azionario. Si tratta di una mini rivoluzion­e attesa da tempo in economie in crescita che intendono sempre più aprirsi ai capitali stranieri al fine di diversific­are il tessuto produttivo e creare una rete di aziende manifattur­iere e dei servizi.

La legge degli Eau

È stata promulgata a settembre 2018 dal presidente Khalifa bin Zayed al Nahyan e pubblicata in Gazzetta Ufficiale all’inizio dell’anno, la normativa degli Emirati che permette il superament­o dei limiti agli investimen­ti diretti stranieri. Mentre oggi nelle Free Zone i soggetti esteri possono già detenere il 100% delle quote di una società, nel resto del Paese (cosiddetta Mainland) l’apertura arriva adesso grazie alla legge federale n. 19/2018. «L’operativit­à funziona con il sistema di una lista positiva e di una lista negativa» spiega Gianpaolo Bruno, direttore dell’Ice di Dubai. Ci sono quindi settori, individuat­i dall’articolo 7 comma 2, dove gli investimen­ti restano limitati: «Energia, sicurezza, militare, armi, banche, assicurazi­oni, acqua ed elettricit­à - ricorda Bruno figurano nella lista negativa».

Una speciale Commission­e provvederà più avanti a stilare l’elenco delle attività liberalizz­ate, tenendo presenti l’integrazio­ne con i piani strategici degli Eau, l’innovazion­e e le opportunit­à di lavoro connessi allo specifico settore e una valutazion­e positiva dell’impatto ambientale. Il Governo potrà anche indicare condizioni per aprire agli investimen­ti (dai requisiti minimi di capitale a tetti alla quota posseduta). «Siamo in attesa di vedere quali saranno le attività nella lista positiva - commenta Bruno- si tratta comunque di un passo avanti importante nell’apertura dell’economia emiratina che intende favorire sempre più l’integrazio­ne di imprese straniere». Qualora infine un’azienda voglia stabilire attività che non figurino in alcuna delle due liste, potrà fare richiesta alle autorità di superare il tetto del 49 per cento.

La legge del Qatar

È stata emanata il 7 gennaio scorso dall’emiro Tamim bin Hamad Al Thani, la legge n. 1 che apre alla proprietà straniera delle attività economiche in Qatar con quote maggiorita­rie. La normativa prevede in generale che i non nazionali possano investire fino al 100% in tutti i settori chiedendo un’autorizzaz­ione. La stessa legge però introduce le eccezioni: banche e assicurazi­oni, agenzie commercial­i nonché altri settori che verranno indicati dal Consiglio dei ministri.

«La nuova legge sugli investimen­ti stranieri in Qatar, emblematic­amente emanata a gennaio come la n. 1 del 2019, rappresent­a una pietra miliare per l’intero sistema qatarino per l’attrazione degli investimen­ti esteri e costituisc­e una grande opportunit­à anche per le aziende italiane» sottolinea Giosafat Riganò, direttore dell’Ice di Doha. «Pur ancora in attesa dei decreti attuativi, che renderanno pienamente efficace la nuova legge - continua - è indubbia la rilevanza della norma: le aziende italiane potranno detenere sino al 100% dell’investimen­to produttivo in Qatar. Si va verso l’archiviazi­one dunque della precedente normativa che vincolava un’impresa straniera a fermarsi al 49% e lasciare la quota maggiorita­ria al partner locale».

«Il tempo per questo cambiament­o era maturo - aggiunge Guido Maria Solari, avvocato dello studio Rödl&Partner - fino ad ora, infatti, gli stranieri potevano investire in Qatar solo in joint venture con sponsor o soci qatarini. Unica eccezione erano le filiali di scopo per i grandi appalti governativ­i aperti alle società internazio­nali; le società straniere, infatti, in caso di aggiudicaz­ione, potevano costituirs­i come branch nel Paese». Gli operatori restano in attesa di capire quali saranno le eccezioni, in particolar­e se il settore delle costruzion­i vi rientrerà o meno. «Il passo è molto importante per il terziario - osserva Solari - soprattutt­o per turismo e commercio».

Due leggi rendono possibile costituire società solo estere Ci saranno eccezioni e «liste negative»

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REUTERS Eventi. L’anno prossimo Dubai (sopra), negli Emirati Arabi Uniti, ospiterà l’Esposizion­e universle. Nel 2022 a Doha (sotto) e in altre città del Qatar si giocherann­o i campionati del mondo di calcio
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