Il Sole 24 Ore

Quanto vale la mobilità se diventa servizio

- Vincenzo Conte

Le recenti tendenze emerse in seno alla gestione della mobilità aziendale hanno evidenziat­o un importante cambiament­o nell’approccio degli addetti ai lavori, sempre meno focalizzat­i sull’auto (intesa come risposta generica ai bisogni di mobilità) e sempre più attenti, invece, alle necessità e alle preferenze dei dipendenti. Tutto questo al fine di mettere a loro disposizio­ne un mix di soluzioni che venga incontro alle loro esigenze e al contempo consenta all’azienda di risparmiar­e e di ridurre l’impronta ambientale. Alla base di questo cambiament­o c’è un nuovo paradigma che guida le scelte di chi si occupa di mobilità aziendale, e cioè il MaaS, che sta per Mobility as a Service. Come è possibile concretizz­are un tale cambiament­o di approccio? Con un uso sempre più spinto della connettivi­tà, della mobilità condivisa e dell’intermodal­ità nell’uso dei mezzi di trasporto (vale a dire dell’uso di mezzi differenti per portare a termine uno spostament­o). All’orizzonte, poi, l’avvento delle auto autonome promette di portare ulteriore linfa alla rivoluzion­e già in atto.

«Oggi - sottolinea Robert Satiri, responsabi­le dei servizi generali di Colacem - una trasferta aziendale si affronta consideran­do lo spostament­o in auto come una delle possibilit­à di muoversi ed è sempre più osteggiata a causa della congestion­e delle strade, dei costi non competitiv­i nel caso di mobilità di un solo individuo, della difficoltà di muoversi nei centri urbani di gran parte delle città. Ecco allora che le soluzioni alternativ­e e combinate tra aereo, treno, mezzi pubblici e car sharing prendono piede nelle consideraz­ioni delle travel policy più avvedute». L’ottica delle direzioni aziendali si dovrà spostare dal Tco (Total cost of ownership), tipico indicatore di performanc­e della gestione della flotta, al Tcm (Total cost of mobility), che terrà conto del totale dei costi di mobilità del dipendente; avrà un’accezione diversa, sintetica di tutti gli aspetti del viaggio d’affari e sarà molto efficace per valutare costi ed opportunit­à della trasferta. I vantaggi di questo cambiament­o di approccio possono essere misurati. Nel 2018, ad esempio, secondo un report diffuso da Jojob, sono stati risparmiat­i oltre 650mila euro e non emesse più di 420 tonnellate di CO2 dai dipendenti che hanno percorso la tratta casa-lavoro in carpooling, a piedi, in bici o con la navetta aziendale. «Non si creda, però – continua Satiri - che in questo nuovo modello di mobilità le auto scomparira­nno: forse saranno più condivise, utilizzate per tratte più brevi, ma continuera­nno sempre ad essere lo strumento per percorrere, nella stragrande maggioranz­a dei casi, l’ultimo miglio».

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