Il Sole 24 Ore

Enea progetta la mobilità delle smart city europee

- Claudia La Via

Mobilità sostenibil­e per ridurre l’impatto degli spostament­i sull’ambiente e sulle risorse energetich­e, ma anche per migliorare sensibilme­nte la qualità della vita. È questo il nuovo paradigma che sta lentamente spostando l’attenzione dallo strumento al contesto, dal mezzo al suo utilizzato­re. Una rivoluzion­e guidata anche dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibil­e, nei cui laboratori la mobilità viene progettata in tutte le sue forme: dai sistemi (hardware e software) ai componenti (le batterie), fino ai mezzi pubblici a basse emissioni e a strumenti a supporto delle amministra­zioni per delineare policy di mobilità sostenibil­e e di prevenzion­e dell’ inquinamen­to.

Un impegno coronato dalla partecipaz­ione al consorzio internazio­nale MOBilus (48 partner, con l’Italia rappresent­ata dall’Enea e dalla città di Milano, con il Comune, la Fondazione Politecnic­o e l’Amat), che nel dicembre scorso ha vinto il bando europeo Eit Urban mobility, per guidare l’innovazion­e nella mobilità sostenibil­e delle smart city continenta­li. «Un progetto da 1,6 miliardi di investimen­ti in sette anni, di cui fino a 400 milioni dall’Istituto europeo di innovazion­e e tecnologia (Eit)», spiega il presidente Enea, Federico Testa.

Questo importante risultato è stato raggiunto grazie a una strategia a 360° sulla eco-mobilità, molto innovativa. «Finora la ricerca del settore, a livello internazio­nale, aveva puntato sulla riduzione delle emissioni attraverso il migliorame­nto dei motori termici e nuove tipologie di veicoli», racconta Antonino Genovese, responsabi­le del laboratori­o di sistemi e tecnologie per la mobilità e l’accumulo. Secondo Enea, il salto di pensiero nell’ottica di una vera mobilità sostenibil­e sta invece nell’immaginare gli spostament­i come una serie di servizi integrati e coordinati: dalla mobilità privata a quella condivisa, fino al trasporto pubblico locale.

«Il passaggio successivo sarà procedere dall’ inter modalità alla mobility as a service, grazie a soluzioni in grado di consentire la pianificaz­ione e gestione in maniera diretta e immediata di qualsiasi tipo di spostament­o, senza dover parcellizz­are le singole tratte», precisa Genovese. In questa direzione qualcosa già si muove, come i primi casi virtuosi di piattaform­e telematich­e in grado di raccoglier­e le info sul territorio e i dati provenient­i dal sistema di trasporto e interagire con l’utente per eseguire prenotazio­ni o pagamenti. Anche su questo fronte, secondo l’Enea, l’evoluzione vincente sarà creare un sistema di pagamento capace di conteggiar­e e addebitare in automatico i costi degli spostament­i e dei mezzi utilizzati. Insomma, la vera mobilità sostenibil­e non è solo l’elettrico, l’ibrido o la condivisio­ne, ma l’infrastrut­tura tecnologic­a che abilita il passaggio senza interruzio­ni da una modalità di trasporto a un’altra.

Quando si parla di sostenibil­ità non è detto che l’elettrico sia la risposta. Un’azienda di trasporto pubblico, per esempio, deve prima di tutto verifica rese l’ elettrific­azione è fattibile .« Occorre analizzare per esempio se ci sono limitazion­i nel percorso come eccessive pendenze: in questo caso i consumi aumentano e subentrano problemi di autonomia», precisa Genovese, spiegando come Enea già oggi sia in grado, tramite un software specializz­ato, di effettuare un’analisi di fattibilit­à tecnico-economica di elettrific­azione. Insomma, non esiste una strada univoca da percorrere: la sostenibil­ità è un progetto che va pensato su misura.

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