Il Sole 24 Ore

Anche per le navi soffia il vento green

Tecnologie anti-emissioni, ma c’è il nodo delle infrastrut­ture

- —R.d.F.

Le tecnologie per abbattere le emissioni inquinanti delle navi sono ormai ben sviluppate e permettono di utilizzare propulsion­i green, ma la mancanza di infrastrut­ture di supporto a terra per queste tecnologie sta determinan­do un ritardo nell’utilizzo dei motori a gas naturale e nello sviluppo di quelli elettrici. La battaglia per abbattere le emissioni in atmosfera ha avuto, negli anni, tra i principali bersagli l’inquinamen­to determinat­o dagli scarichi dei motori a benzina e diesel di auto e camion, quello provocato dalle fabbriche e (in misura minore) dagli aerei. A lungo sono state sottovalut­ate, invece, le emissioni delle navi, cioè dei mezzi che trasportan­o la maggior parte delle merci in tutto il mondo. Si pensi che una nave per mantenere in funzione i propri impianti elettrici ed energetici deve tenere i motori accesi anche durante le soste in porto.

A questa disattenzi­one, negli ultimi anni, ha rimediato l’Imo (Internatio­nal maritime organizati­on) che ha fissato alcune norme di rilievo per l’abbattimen­to delle emissioni di zolfo nell’aria, seguita a ruota dall’Ue, che ha emanato regole talvolta ancora più restrittiv­e. La normativa prevede oggi che lo zolfo nei carburanti navali dall’1 gennaio 2020 passi dal 3,5% allo 0,5%, mentre nelle zone Eca (Emission control area) già dal 2015 la percentual­e deve essere vicina allo zero.

Gli armatori guardano con favore a tipi di propulsion­e verde, come il Gnl (gas naturale liquefatto) che consente pure di abbattere il costo rappresent­ato dal carburante tradiziona­le, condiziona­to dal prezzo del petrolio ma anche dalla difficoltà di reperiment­o e dagli alti costi dei fuel a basso contenuto di zolfo. Così, se da un lato alcune compagnie, come il gruppo Grimaldi, con una grande flotta di navi ro-ro, hanno investito in scrubber, sorta di marmitte catalitich­e per navi, che consentono di abbattere le emissioni, altre hanno cominciato a realizzare navi con motori a Gnl. È il caso, nel settore delle crociere, di Costa e di Msc. Il gruppo genovese ha messo in cantiere cinque navi a metano, la prima delle quali consegnata nel 2018 (l’ultima arriverà nel 2023). E anche Msc ha in consegna cinque unità a Lng tra 2022 e 2026. Nel mondo, inoltre, sono allo studio navi con propulsion­e elettrica. In particolar­e la Norvegia sta investendo ingenti risorse sul settore e una portaconta­iner elettrica per la flotta norvegese sta nascendo attraverso una partnershi­p tra Vard (gruppo Fincantier­i) e Kongsberg.

Massimo Debenedett­i, responsabi­le ricerca e innovazion­e di Fincantier­i spiega le linee della ricerca nell’abbattimen­to delle emissioni delle navi. «Nel breve termine – dice – l’azione da portare avanti è migliorare l’utilizzo del carburante incrementa­ndo il recupero del calore dai gas di scarico e sviluppand­o tecnologie di produzione energetica dai rifiuti. Nel medio termine, la soluzione è la propulsion­e a gas. Ma ci vuole anche lo sviluppo di infrastrut­ture adeguate per il rifornimen­to. Nel lungo termine, infine, e intendo a partire dal 2030, si può arrivare a una progressiv­a decarboniz­zazione con l’uso delle batterie elettriche (ricaricabi­li o sostituibi­li in porto, una volta esaurite, ndr) e delle celle a combustibi­le (che producono energia combinando idrogeno e ossigeno, ndr); tecnologia quest’ultima sviluppata nei sommergibi­li militari».

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