«Tariffe Inail ridotte, ora il taglio al cuneo»
«Nella riduzione del costo del lavoro massima priorità al Made in Italy» «Su reddito di cittadinanza pronto a collaborare con le Regioni»
aggiornamento delle tariffe In a il èunprim op as«L’ so importante chele P mi aspettano da oltre 20 anni ». Il ministro del Lavoro, Luigi Di M aio, nel giorno della firma del decreto, parla delle novità su cuneo fiscale e reddito di cittadinanza .« Abbiamo abbassatoletariffe In a il-spiega-perda re alle imprese un primo vero sgravio sul costo del lavoro. Nel 2019 il vantaggio delle imprese in termini di minori costi è di oltre 500 milioni. In totale risparmieranno oltre 1,7 miliardi».
Il cuneo fiscale è «un tema centrale», da qui «passa la competitività del Paese. È un obiettivo che perseguiamo, ma da maneggiare con cura».
Ministro, sarà una riduzione generalizzata e strutturale delle tariffe? L’abbassamento delle tariffe è strutturale e generalizzato, abbiamo lavorato con l’Inail affinché ci fossero tariffe più legate al tasso di incidenti e abbiamo inserito nuove professioni. Un salto nel futuro. Entrano le attività legate alla produzione di nanomateriali, un settore di produzione prima non presente che invece è in forte crescita con produzioni di alta qualità. Poi sono state inserite le attività di consegna merci in ambito urbano, come i rider che stranamente non erano previsti anche se le vecchie tariffe sono state realizzate negli anni 90 quando erano in auge gli antenati dei rider, i Pony express, sono i misteri della burocrazia di questo Paese. Questo lavoro ha anche razionalizzato le voci tariffarie che sono passate da 739 a meno di 595. Abbiamo eliminato voci obsolete che non consentivano una stima puntuale delle tariffe. In definitiva recuperiamo 20 anni di ritardo in cui le nostre imprese hanno pagato più del dovuto.
Ma trattandosi di una riduzione media del 32% non c’è il rischio che qualche impresa paghi di più?
I tassi medi per le imprese sono ridotti di quasi un terzo. Si passa dal 26,53 per mille del 2000 al 17,85 per mille. Ma questo non vuol dire che qualcuno pagherà in più. I singoli tassi di premio non superano mai quelli previsti dalla Tariffa 2000. Invece per alcune categorie il risparmio è anche del 50%. Un risultato importante e concreto che le aziende toccheranno con mano ogni volta che pagheranno gli stipendi. Cito a titolo d’esempio due casi: un’impresa di costruzione edile con imponibile retributivo annuo dichiarato di 200mila euro pagava un premio assicurativo con la vecchia tariffa di 26mila euro, nel 2019 con la nuova tariffa pagherà 22mila euro con una riduzione del 15%. Un’impresa che effettua lavori di falegnameria con un imponibile retributivo annuo dichiarato di 200mila euro pagava un premio assicurativo di 20mila euro con la vecchia tariffa, invece verserà nel 2019 11.964 euro con un risparmio del 40 per cento.
Oltre alle tariffe ci saranno altre misure di riduzione del costo del lavoro, visto che per mettere mille euro in busta paga l’azienda ne paga più di 1.800?
È un tema a cui teniamo molto, e sappiamo quanto è atteso dalle imprese italiane. Con la spending review di quest’anno abbasseremo il cuneo fiscale. Voglio ricordare che con il reddito di cittadinanza le aziende che offrono un lavoro ai cittadini che ne possono beneficiare, avranno diritto ad un incentivo fino a un massimo di 18 mesi dell’assegno inizialmente previsto per quelle persone. Vale per tutte le imprese italiane e per quelle del Sud questa misura si potrà agganciare (raddoppiando) a un’altra di mia iniziativa, già approvata nell’ultima finanziaria. Si tratta della decontribuzione al 100% dagli oneri Inps, sul 2019 e il 2020, per quelle imprese che nel Mezzogiorno assumeranno con contratti stabili under35 o cittadini disoccupati da più di 6 mesi. Procediamo per step e dimostrando il lavoro con i fatti. Non con promesse. Ho già in programma un ciclo di incontri sui prossimi obiettivi da perseguire e li decideremo con gli imprenditori e con le associazioni di rappresentanza.
Lo farete prima del Def di aprile? Non prendo impegni sui tempi su un tema atteso e delicato e che ha un costo importante. Una cosa è certa: il 2019 sarà l’anno della spending review dei tagli agli sprechi. Tutto quello che recupereremo lo useremo per abbassare il cuneo fiscale delle aziende, con massima priorità per il Made In Italy. In questi primi mesi di governo ci siamo attivati per realizzare una dopo l’altra le istanze che arrivano dalle imprese. Sono istanze che aspettano risposte da oltre 20 anni. Ne affrontiamo una per una senza prendere in giro nessuno su tempi e scadenze.
Passando al decretone, come pensate di superare le criticità evidenziate dalle Regioni sui navigator? Vi ringrazio per questa domanda perché mi permette di ripetere quello che ho già detto alle Regioni. come ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico non voglio togliere prerogative garantite dalla legge alle Regioni. Voglio realizzare il percorso del reddito di cittadinanza e andare fino in fondo. Tutti dovranno essere pronti, per questo motivo è fondamentale partire con un’attività ad alto impatto per gestire i percettori e rilanciare le politiche attive del lavoro. Il ministero è pronto ad agire in piena collaborazione con le Regioni, ci deve essere la volontà comune di realizzare un percorso unico nella storia di questo paese. In conversione è stato dato un segnale importante di attenzione alle Regioni accogliendo la loro richiesta. Regioni ed enti potranno effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato non solo nei limiti della spesa sostenuta per il personale cessato l’anno precedente, ma anche per l’anno in corso, purché la facoltà di assumere sia stata effettivamente maturata, cioè a pensionamenti appena avvenuti. Questo consente un più rapido avvio delle 5.600 assunzioni (4mila nuove e 1.600 già previste) finanziate per i centri per l’impiego.
L’altro scoglio sono i Caf che lamentano la mancanza della convenzione sul Rdc e la limitatezza di risorse. Come scioglierete questi nodi?
Vi do una notizia, con i Caf l’accordo con Inps per la convenzione è praticamente chiuso. Il ministero aggiunge una parte di risorse di circa 15 milioni di euro per la gestione delle pratiche del reddito. Stiamo lavorando in silenzio ma siamo operativi e pronti per partire. Ribadisco nuovamente un concetto, noi non stiamo realizzando una misura assistenziale, noi stiamo costruendo un nuovo mercato del lavoro. Che prevede formazione finalizzata e in cui le imprese sono un interlocutore importante. È il cosiddetto patto per il lavoro. Vogliamo recepire le richieste di skills e competenze di cui le aziende hanno bisogno e formare adeguatamente le persone. L’investimento di risorse che abbiamo messo nei centri per l’impiego, dando alle Regioni oltre un miliardo di euro in due anni, serve a far funzionare il mercato del lavoro per tutti gli utenti e non solo per il percettore del reddito. Grazie al reddito di cittadinanza si può costruire davvero un mercato delle politiche attive per il lavoro. Esiste in tutto il mondo e gli italiani non potevano aspettare altro tempo.
Sull’incremento del sussidio per disabili e famiglie numerose la maggioranza ha ritirato gli emendamenti. Li ripresenterete alla Camera?
Sulle misure per i disabili c’è la massima attenzione, abbiamo ritirato gli emendamenti per una questione di ammissibilità, ma dopo un drafting normativo li ripresenteremo alla Camera.
Parliamo di produttività. Una forte spinta arriva dagli oltre 42mila contratti di secondo livello. C’e spazio per la completa detassazione dei premi?
È un tema importante ma oggi la soglia di 3mila euro copre già la gran parte dei premi di produttività. Come ho detto prima, se ci saranno risorse da investire le metteremo sul cuneo fiscale così da abbassare ulteriormente il costo del lavoro e rendere competitivo il paese anche per investitori esteri. Un’Italia appetibile dal punto di vista del costo del lavoro è un’opportunità anche in vista della Brexit. E proprio su questo tema sono già al lavoro.
‘‘ DISABILI
Alla Camera ripresenteremo le proposte sul sussidio ai disabili ritirate al Senato
‘‘ PRODUTTIVITÀ Un tema importante ma oggi la soglia dei tremila euro copre già la gran parte dei premi
L’Inail dovrà comunicare alle aziende entro il 31 marzo le informazioni necessarie per calcolare il premio