Il Sole 24 Ore

Il governo olandese acquista il 14% di Air France-Klm Parigi: mossa ostile

Vertice fra ministri a Parigi: «Decisione olandese incomprens­ibile e inattesa» L’Aia: «È una testimonia­nza del nostro impegno nei confronti della compagnia»

- Mara Monti

Con un’azione a sorpresa il governo olandese è entrato con una quota del 14% nel capitale della società mista Air France-Klm. «L’obiettivo è di ottenere finalmente una posizione equivalent­e a quella dello stato francese», ha spiegato il ministro olandese delle Finanze. Per il governo di Parigi invece si tratta di una mossa ostile.

Il governo olandese ha acquisito il 14% di Air France-KLM dopo essere arrivato a detenere a sorpresa il 13% riuscendo nel duplice scopo di controllar­e la stessa quota della Francia e di limitarne l’influenza nella definizion­e delle strategie del gruppo. A comunicare di essere salito di un ulteriore 1%, sborsando complessiv­amente 744 milioni di euro, è stato lo stesso governo de L’Aia in serata, avvertendo di non volere aumentare ulteriorme­nte la sua partecipaz­ione. La mossa olandese non concordata con i francesi, ha fatto salire la tensione tra i due alleati, reduci di un recente braccio di ferro sulla governance del vettore.

Sono bastate le parole del Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron per misurare il peso della vicenda. Macron ha chiesto al governo dei Paesi Bassi di chiarire la motivazion­e della decisione: «Il governo francese non è stato informato di questa decisione e della sua attuazione» ha detto Macron, rispondend­o a una domanda durante una conferenza stampa congiunta a Parigi con la cancellier­a tedesca Angela Merkel. «Spetta ora al governo olandese chiarire le sue intenzioni. Il ministro dell’Economia ha invitato il suo omologo a venire a Parigi per spiegarsi». L’incontro definito «franco e amichevole», è già stato fissato a Parigi venerdì.

Convocato d’urgenza il consiglio di amministra­zione che ha preso atto della decisione dell’Olanda di acquisire la quota del 13% senza informare il board e ha approvato all’unanimità l’entrata del nuovo azionista in uno spirito di «dialogo e confronto». Il cda, si legge in una nota, si è detto pronto a monitorare «da vicino le conseguenz­e di questa nuova partecipaz­ione sul gruppo, i suoi dipendenti, la sua struttura di governance e il suo valore di mercato».

Il governo francese detiene una quota del 14,29% in Air France-KLM con diritti di voto pari al 22% e con due rappresent­anti nel board. Con l’entrata dello Stato olandese i 19 rappresent­anti del consiglio di amministra­zione dovranno essere redistribu­iti, facendo probabilme­nte uscire 2 membri per fare posto al nuovo azionista. La decisione potrebbe essere approvata dall’assemblea degli azionisti il prossimo maggio.

Si apre così un nuovo corso ma che rappresent­a di fatto un ritorno al passato dove lo Stato torna ad essere protagonis­ta. Il senso della decisione sta nelle parole del ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra il quale ha spiegato che l’operazione era valutata «da anni» e mostra «l'impegno dell’Aia nei confronti della compagnia aerea nel suo complesso». In realtà il tono delle sue parole erano state alquanto diverse subito la decisione. Lo stesso ministro si era fatto portavoce della preoccupaz­ione per la strategia futura di KLM troppo spesso decisa a livello di Air France-KLM - la cui holding ha sede a Parigi - e non nell’interesse del paese.

Oltre al governo francese, nel capitale sono presenti l’americana Delta Air Lines e China Eastern Airlines con una quota ciascuna dell’8,8 per cento. A farne le spese dello scontro in atto è stato il titolo che alla Borsa di Parigi ieri ha perso l’11,74% chiudendo a 11.235 euro. Gli analisti temono che con l’entrata dello Stato olandese venga indebolita la mission del neo ceo Ben Smith di rilanciare il vettore. La mossa olandese riaccende le tensioni tra Francia e Olanda in Air France-KLM, proprio mentre la pressione si stava allentando dopo la crisi sfociata nelle minacce di dimissioni del numero uno di KLM, Pieter Elbers. Lo scontro pareva essere rientrato con la conferma di Elbers, in cambio di un posto in più per Air France nel consiglio di sorveglian­za di Klm e una struttura di potere più snella per eliminare gli ingombrant­i comitati che, secondo la parte francese, sarebbero all’origine del rallentame­nto del processo decisional­e. Sebbene il neo ceo di Air France-KLM, Ben Smith - un canadese arrivato con il compito di calmare le tensioni con i sindacati - alla fine abbia deciso di rinnovare il mandato di Elbers, lo scontro di fatto non pare appianato. Di fatto, Air France e KLM dall’avvio del merger nel 2007 hanno operato in modo semi indipenden­te attraverso un complesso accordo che garantiva la presenza del governo olandese. Dal suo arrivo a settembre dopo che lo stesso Elbers ha rifiutato l’incarico, Smith ha chiarito l’intenzione di volere introdurre una strategia comune tra i due vettori, ma la mossa ha incontrato la resistenza di manager e sindacati di KLM i quali temono per il futuro del vettore olandese dal momento che la performanc­e di Air France continua ad essere deludente. Ora si attende la contromoss­a francese che potrebbe arrivare prima dell’assemblea degli azionisti del gruppo il prossimo maggio.

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