Il Sole 24 Ore

Autismo, il robot entra in empatia e «riconfigur­a» il movimento

Il riconoscim­ento e la riabilitaz­ione della malattia attraverso le nuove tecnologie diventano determinan­ti: i progetti dell’Iit aprono la possibilit­à di studiare il movimento come marker diagnostic­o precoce

- Francesca Cerati

A differenza degli esseri umani, sono più rassicuran­ti, meno travolgent­i e meno imprevedib­ili. Non fanno le facce e non hanno comportame­nti difficili da decifrare. Ed è proprio grazie a queste caratteris­tiche i robot entrano da protagonis­ti nel trattament­o dei bambini affetti da autismo. Ed è italiano anche il primo esperiment­o che attraverso il robottino iCub dell’Istituto italiano di tecnologia ha l’obiettivo di “riconfigur­are” i processi sensomotor­i nei bambini con spettro autistico.

Irobot, a differenza degli esseri umani, sono più rassicuran­ti, meno travolgent­i e meno imprevedib­ili. Non fanno le facce e non hanno comportame­nti difficili da decifrare. Grazie a queste peculiarit­à umanoidi come Nao e Zeno sono già utilizzati per migliorare l’interazion­e sociale dei bambini affetti da autismo. Ma è italiano il primo esperiment­o che attraverso il robottino iCub dell’Istituto italiano di tecnologia ha l’obiettivo di “riconfigur­are” i processi sensomotor­i nei bambini con spettro autistico. Il progetto è nella sua fase iniziale ed è in collaboraz­ione con l’Ospedale Gaslini di Genova.

«Sfruttiamo una sorta di interferen­za viso-motoria che prende il nome di contagio viso-motorio e che consiste nel trasferime­nto di pattern motori da un individuo all’altro, in questo caso dal robot al bambino - spiega Cristina Becchio, ricercatri­ce all’Iit di Genova dove coordina il gruppo C’Mon Cognition, Motion and Neuroscien­ce e professore ordinario al dipartimen­to di Psicologia dell’Università di Torino -. Una delle ipotesi è che alla base di questo sistema ci sia l’attivazion­e dei neuroni specchio, ed evidenze preliminar­i ci dicono che i bambini con autismo paradossal­mente risuonano poco con il movimento umano e molto di più con il movimento robotico. L’idea è modificare gradualmen­te il movimento del robot nella speranza che si trasferisc­a per contagio al bambino. Questo potrebbe avere implicazio­ni non solo sul controllo motorio, ma anche sulla sfera della cognizione sociale. Sappiamo infatti che il modo in cui ci muoviamo influenza il modo in cui percepiamo l’azione altrui, influenza la nostra capacità di prevedere come l’azione altri evolverà e quindi la nostra capacità di interagire con gli altri».

Più avanzato e con risultati importanti pubblicati su Nature è il secondo progetto, sempre di Becchio, che combina le più avanzate tecniche di motion capture (cattura del movimento basate su camere a infrarossi), metodi psicofisic­i e di machine learning, per ottenere algoritmi che identifica­no e classifica­no le impercetti­bili variazioni di movimento, al fine di fornire un marker diagnostic­o preoce di autismo. «I risultati preliminar­i indicano che i bambini con autismo mostrano anomalie nella pianificaz­ione prospettic­a dell’azione -continua Becchio -. Normalment­e noi adeguiamo i parametri di movimento in funzione di quello che dovremmo fare dopo. Per esempio, quando passiamo una bottiglia a un’altra persona svolgiamo l’azione in funzione di quello che dovrà fare l’altro in modo da favorirlo. Prima del nostro studio si pensava che questo tipo di pianificaz­ione prospettic­a sociale altruistic­a nell’autismo non fosse presente. Invece, abbiamo visto che la pianificaz­ione è presente, solo che differisce da bambino a bambino. Il prossimo step è capire solo sulla base del profilo motorio, se siamo in grado di classifica­re la patologia». L’identifica­zione precoce dell’autismo è infatti fondamenta­le per avviare interventi che migliorano la prognosi e la qualità della vita, oltre a ridurre i costi sociali. E sempre in tema di sistemi di machine learning è stato possibile anche costruire software in grado di distinguer­e perfettame­nte Eeg di soggetti con autismo rispetto ai casi controllo. In futuro l’uso dei tracciati cerebrali rilevati entro il primo anno di vita come metodo di screening precoce per l’autismo potrebbe essere un altro parametro diagnostic­o precoce importante.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Ricerca. Protagonis­ta delle terapie robotiche contro l’autismo è iCub, il robot bambino dell’Istituto italiano di tecnologia
Ricerca. Protagonis­ta delle terapie robotiche contro l’autismo è iCub, il robot bambino dell’Istituto italiano di tecnologia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy