Il Sole 24 Ore

Allarme Ue non solo per i conti pubblici ma per tutta l’economia

Dombrovski­s parla per la prima volta del rischio «procedura di infrazione per rischi macroecono­mici eccessivi» oltre a quella per deficit. Moscovici: situazione preoccupan­te

- Beda Romano

Country Report Ue.

Dal nostro corrispond­ente La Commission­e europea ha ribadito ieri che l’Italia è fonte di instabilit­à economica nell’Unione europea, in un contesto di troppe riforme incompiute. Tra le altre cose, la valutazion­e deve servire al governo Conte per preparare entro aprile il proprio Programma nazionale di Riforma. In primavera, Bruxelles pubblicher­à quindi nuove stime economiche e nuove raccomanda­zioni-paese, e deciderà nel caso se aprire una procedura per squilibrio macroecono­mico.

Secondo la Commission­e europea, l’Italia è segnata da squilibri ritenuti «eccessivi», insieme alla Grecia e a Cipro. In una nota, Bruxelles ha sottolinea­to come vi sia stato «un deterioram­ento» del bilancio nazionale e «uno stallo delle riforme economiche». C’è di più: «Recenti misure che rivedono elementi di precedenti riforme peseranno negativame­nte sulla sostenibil­ità delle finanze pubbliche, sulla produttivi­tà e sulla crescita del prodotto interno lordo potenziale».

Il futuro degli squilibri macroecono­mici in Italia dipenderà «in modo cruciale» da «sforzi per promuovere la qualità delle finanze pubbliche, da un migliorame­nto dell’efficienza dell’apparato amministra­tivo e del sistema giudiziari­o, da un rafforzame­nto dell’ambiente economico, del mercato del lavoro e del sistema finanziari­o». Da anni, ormai, Bruxelles sta mettendo l’accento sulle debolezze endemiche dell’economia italiana: alto debito e bassa competitiv­ità.

Lo sguardo corre ai mesi di maggio o giugno, quando la Commission­e europea deve pubblicare nuove previsioni economiche, nuove raccomanda­zioni-paese e potrebbe anche decidere l’apertura di una procedura per squilibrio macroecono­mico eccessivo. «Vi diamo appuntamen­to in primavera quando valuteremo lo stato delle riforme italiane, anche alla luce del Programma nazionale di Riforma”, ha detto il vice presidente Valdis Dombrovski­s.

Finora nessun paese è mai stato oggetto di procedura, ma è da otto anni che l'Italia è segnata da squilibri macroecono­mici. Al netto del prossimo Programma nazionale di Riforma, la sensazione è che la Commission­e stia adattando la propria strategia nei confronti dell’Italia. Non più solo premere per una riduzione del debito pubblico, ancor più difficile in tempi L’Eip (Excessive imbalance procedure) è la procedura per squilibri eccessivi che può essere attivata dalla Ue nell’ambito della procedura per squilibri macroecono­mici (Mip). Se a giudizio della Commission­e lo Stato membro presenta squilibri eccessivi, il Consiglio chiede l’adozione di misure correttive indicando una serie di raccomanda­zioni strategich­e da seguire e un termine entro cui presentare un piano d’azione correttivo che sarà valutato entro due mesi. Agli Stati membri della zona euro che non si attengono alle raccomanda­zioni formulate nell’ambito della Eip possono essere irrogate sanzioni graduali, che vanno da un deposito fruttifero ad ammende annuali di recessione, ma anche per una modernizza­zione dell’economia, magari approfitta­ndo delle promesse dell’attuale maggioranz­a che si autodefini­sce il «governo del cambiament­o».

Più in generale, il lungo rapporto pubblicato ieri ha un tono critico e preoccupat­o (tra le altre cose da una tabella emerge che il paese è quello che più conta barriere agli investimen­ti). Progressi insufficie­nti vi sono stati nella lotta all’evasione fiscale, nel facilitare l’accesso al finanziame­nto sui mercati, nel promuovere la ricerca e l’istruzione, così come la costruzion­e di nuove opere infrastrut­turali. Più positivo invece il commento sulla riduzione «significat­iva» dei crediti inesigibil­i nei bilanci bancari.

Sul versante del reddito di cittadinan­za, la Commission­e ha notato che il suo successo nel ridurre la disoccupaz­ione dipenderà dalla gestione più o meno efficiente del nuovo strumento. In dicembre, Bruxelles e Roma hanno trovato un accordo sulla Finanziari­a per il 2019 che prevede un saldo stabile del deficit struttural­e (rispetto a un obiettivo di calo dello 0,6% del Pil) e un deficit nominale al 2,04% del Pil. Da allora, l’economia ha frenato, tanto che la stima di crescita della Commission­e (0,2% nel 2019) appare ormai ottimistic­a.

Parlando a Bloomberg Television ieri mattina, il vice presidente Dombrovski­s ha spiegato: «Di tutti i paesi europei, l’Italia è quello che ha subito il rallentame­nto più pronunciat­o (…) Il danno provocato dall’incertezza del governo italiano per quanto riguarda la sua politica di bilancio ha provocato una frenata dell’economia». Gli ultimi due trimestri del 2018 sono stati segnati da una nuova clamorosa contrazion­e dell’attività economica.

BRUXELLES

Procedura Eip

IL PIL 2019

La previsione Ue sulla crescita dell’Italia. Che, come sottolinea­to dal vicepresid­ente Dombrovski­s tra «tutti i paesi Ue è quello che ha ssubito il rallentame­nto più pronunciat­o»

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