«Sottovalutate le nostre misure»
Il Mef: da quota 100, forfait e misure anti-povertà aumenti al reddito pro capite
Soprattutto per le conseguenze possibili in termini di procedure e per l’indicazione di una curva del debito che senza interventi piega decisamente in alto.
Le pagine del Country Report accelerano i calcoli sul rischio di una correzione dei conti che la trasformazione in tagli effettivi della garanzia da due miliardi messa in manovra anticiperebbe senza però riuscire a completare il lavoro. Calcoli “tecnici”, sempre puntualmente smentiti dalla politica. Anche ieri. «Siamo convinti di dover evitare l’errore di politiche recessive quando il ciclo economico non è favorevole», sostiene Conte, che arriva a promettere di «battere palmo a palmo il territorio italiano per individuare caso per caso le ragioni» del blocco di ogni cantiere. A sbloccare i progetti dovrebbe invece intervenire la «centrale» prevista dalla manovra, che per partire deve però sciogliere il confronto fra ministero dell’Economia e delle Infrastrutture. La centrale «non toglie competenze a nessuno», avverte Tria al Senato, ma serve «avviare immediatamente i progetti di investimento» che altrimenti restano «in gran parte fermi».
Alla commissione il titolare dei conti non dà per ora una risposta diretta. Ma nell’informativa a Palazzo Madama sull’ultimo Ecofin sostiene che «se non si crea la rete di protezione sociale alle conseguenze della globalizzazione si va alla disgregazione, anche in Europa». L’Italia, riconosce, ha bisogno «di un consolidamento fiscale e di ridurre il debito». Ma potrebbe farlo più facilmente con «una politica espansiva nel resto d’Europa, dove gli spazi ci sono».
Ma dal rischio correzione al rilancio della Tav, al centro anche ieri di un confronto Lega-M5S, i dossier urgono sui tavoli del governo. Anche sul tema nomine governo e la maggioranza stanno cercando di trovare la quadra finale, Tria ha incontrato ieri pomeriggio - alla riunione erano presenti anche il capo di gabinetto del Mef, Luigi Carbone, e il direttore generale, Alessandro Rivera - l’ad di Cdp, Fabrizio Palermo, che, in mattinata, aveva espresso un giudizio positivo sull’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono. «Fincantieri è una realtà importante del Paese su cui ho avuto l’onore di lavorare contribuendo con Bono a sviluppare e trasformare in gruppo internazionale».