Anno «difficile», soffre l’industria Dallo sblocco dei cantieri +1% di Pil
Export debole, investimenti attesi in calo. Rilanciare il settore delle costruzioni
Un anno difficile per l’Italia, con export debole, investimenti attesi in calo, l’industria che soffre. Anche per i consumi il futuro è incerto, con la manifattura che è in calo anche nell’eurozona. È lo scenario che emerge dall’analisi Congiuntura Flash, diffusa ieri dal Centro studi Confindustria. Una possibile spinta al Pil arriverebbe dallo sblocco dei cantieri. «Potrebbe avere un forte impatto espansivo sulle costruzioni e su diversi settori», scrive la nota, con un effetto di aumento del Pil italiano di oltre l’1% in tre anni rispetto allo scenario previsivo di base, con un aumento molto limitato del deficit.
L’attività economica in Italia a inizio del 2019, scrive il CsC, di cui è direttore Andrea Montanino, resta debole. A gennaio per la produzione industriale è atteso un piccolo rimbalzo, anche per la ricostituzione delle scorte, ma il trasporto di gas a uso industriale è sceso del 5% e preoccupa il calo degli ordini, -2,0% a fine 2018. Nei mesi successivi, quindi, la dinamica della produzione rischia di essere ancora negativa, dopo il forte calo dell’ultimo quarto del 2018 (-1,1%), quando si è ridotto di molto il fatturato (-1,6%), specie nei beni intermedi.
La minore fiducia delle imprese, che giudicano peggiorate le condizioni per investire, fa prevedere una frenata della spesa in macchinari, attrezzature e altro capitale fisso. La produzione di beni strumentali in Italia è scesa bruscamente nel 4° trimestre 2018, -1,3% da inizio 2019, restano in campo minori incentivi fiscali per gli investimenti produttivi.
Il tutto in uno scenario, scrive il CsC, in cui il commercio globale è in calo, gli scambi continuano ad indebolirsi, -0,9% nel quarto trimestre. Restano incertezze legate a fattori geopolitici, protezionismo, vulnerabilità nei paesi emergenti, volatilità dei mercati finanziari, che creano rischi al ribasso per la crescita. Anche per gli Usa ci sono rischi di una frenata economica, ipotizza il Centro studi confindustriale, e i dati qualitativi indicano un «rallentamento forte» della Cina nei prossimi mesi, come traspare dalla frenata delle vendite auto a gennaio:-18% annuo, settimo calo consecutivo. Le policy comunque mirano ad evitare una frenata brusca: è previsto un taglio delle tasse per imprese e famiglie di 196 miliardi di euro nel 2019.
Resta attivo uno stimolo monetario nell’area euro, dice il CsC: i tassi a breve saranno fermi almeno fino all’estate 2019 e la Bce proseguirà i reinvestimenti in titoli pubblici e privati delle somme incassate da quelli in scadenza. Il CsC comunque vede dall’andamento dei mercati rischi sul credito: anche se il credito alle imprese è in leggera crescita, +1,3% annuo, e il costo è ai minimi, 1,5%, incombe la stretta creditizia mostrata dalle indagini già dalla seconda metà del 2018. È importante rilanciare il settore delle costruzioni, che genera un valore aggiunto pari a 65 miliardi di euro, il 5% del totale, occupa 1,6 milioni di persone, oltre il 6%, ha un tessuto produttivo di circa 500mila imprese, 11%, e gli investimenti valgono circa il 45% del totale realizzato in Italia, 130 miliardi di euro nel 2017, su 290. Il mancato recupero del settore zavorra la dinamica complessiva del pil italiano.
Gli ordini a fine 2018
Valore aggiunto nelle costruzioni