Il Sole 24 Ore

Pirelli studia le contromoss­e all’incognita cinese

Voci di disimpegno di ChemChina. Tronchetti: «È pura speculazio­ne»

- Marigia Mangano

Il gruppo cinese ChemChina sta valutando, secondo Bloomberg, la riduzione della quota in Pirelli, attualment­e pari al 45,52%. Una mossa che serve al colosso cinese per far fronte all’indebitame­nto generato dall’acquisto della svizzera Syngenta nel 2017 per 43 miliardi di dollari.

Le indiscrezi­oni hanno avuto un immediato impatto sul titolo, che ha chiuso in calo del 4%. Ma soprattutt­o, hanno riportato d’attualità una vecchia domanda che si ripresenta, a fasi alterne, nella storia del gruppo della Bicocca: l’attuale assetto della Pirelli quanto durerà?

Che qualcosa si stia muovendo nel mondo degli pneumatici, lo dimostra il fatto che un socio importante come Intesa Sanpaolo è prossimo a rientrare nel nucleo stabile degli azionisti italiani del gruppo degli pneumatici. Intesa, si racconta, dovrebbe fare il suo ingresso in Camfin con un pacchetto di circa il 10%, ricostitue­ndo così lo storico asse bancario con UniCredit e affiancand­o Marco Tronchetti Provera nel libro soci della holding a cui fa capo l’11% della Bicocca. Non solo. Lo stesso Tronchetti Provera, alla fine dello scorso anno, ha fatto sapere che manterrà in Pirelli una partecipaz­ione del 4,8%, oltre la soglia limite del 2% fissata nell’accordo parasocial­e.

Da qui l’impression­e, negli ambienti finanziari, che l’obiettivo di queste manovre sia quello di dare stabilità e spalle larghe all’anima italiana, unico interlocut­ore del partner cinese in vista di una fase che si preannunci­a assai delicata per la tenuta dell’alleanza tra Camfin e ChemChina.

Come scritto negli accordi parasocial­i, con l’approvazio­ne del bilancio 2019, scadranno infatti i patti. Se l’italianità di Pirelli non appare in discussion­e, resta invece da capire in che termini l’azionariat­o sarà ridisegnat­o e che ruolo giocherà Tronchetti Provera. Tanto più che già nei prossimi mesi dovrà essere avviata la macchina per individuar­e chi, dopo l’attuale Ceo di Pirelli, prenderà le redini del gruppo. Un passaggio di consegne già scritto negli accordi e che sarà predispost­o dallo stesso Tronchetti Provera. A novembre 2019, l’attuale numero uno della Bicocca dovrà infatti comunicare il proprio successore al comitato nomine.

In questo quadro, assai complesso, il rafforzame­nto in atto del fronte italiano sembra la prima, immediata, risposta all’incertezza e alle conseguent­i voci che periodicam­ente si ripresenta­no sulla effettiva strategici­tà di Pirelli per ChemChina. L’alleato cinese ha in teoria diverse opzioni per il disimpegno, partendo dalla vendita ai blocchi a investitor­i terzi. «Pura speculazio­ne», ha definito Tronchetti Provera questa ipotesi rilanciata da Bloomberg.

Secondo alcune fonti l’unica soluzione percorribi­le, nel medio periodo, sarebbe quella di una grande operazione industrial­e per Pirelli che diluisca e ridimensio­ni il fronte cinese senza incorrere nel rischio di nuove offerte o “collocamen­ti” lampo capaci di penalizzar­e il mercato.

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AFP Pirelli.Pneumatici sul circuito di Formula 1
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