Il Sole 24 Ore

Energia, le big scommetton­o su innovazion­e e sostenibil­ità

La capacità di fare rete e il dialogo con il territorio al centro del percorso di Enel ed Eni

- Celestina Dominelli

Un unico filo rosso: l’energia. Sviluppata, però, nel segno della sostenibil­ità e dell’innovazion­e. E con un occhio all’economia circolare ormai connaturat­a al modo stesso di fare business. È questa la lente attraverso cui leggere la strategia di alcuni grandi gruppi del settore energetico che consideran­o la capacità di dialogare con il territorio, di fare rete con tutti gli stakeholde­r, un tassello cruciale. Lo stesso messo al centro anche da Connext dove, non a caso, le grandi corporate come Eni ed Enel ne hanno ribadito la centralità.

Un simile approccio s’intravvede, dunque, lungo i quattro filoni che Enel ha rimarcato fortemente anche in occasione di quell’appuntamen­to: dalle proposte per le imprese in grado di generare un fattore competitiv­o alla riqualific­azione energetica dei condomini con una nuova offerta “chiavi in mano” targata Enel X (la divisione dedicata ai servizi energetici avanzati), dalla mobilità elettrica a Futur-e, il progetto che punta a dare una seconda vita alle 23 centrali termoelett­riche non più attive e a un’area ex mineraria. Tessere diverse, certo, ma accomunate dalla volontà di declinare l’energia non solo come semplice compravend­ita di una commodity. Ecco perché, nella già ampia offerta alle imprese, il gruppo guidato da Francesco Starace ha scelto di porre l’accento su tutti quei servizi innovativi, dagli impianti di cogenerazi­one alle fonti rinnovabil­i per la produzione, fino alle soluzioni di efficienza energetica, che consentono alle aziende di considerar­e l’energia come un driver di sviluppo. La stessa logica, quest’ultima, che attraversa anche alle altre tessere, a partire dalla nuova proposta di Enel X per i condomini: un pacchetto completo che consente la riqualific­azione abitativa, ma anche una serie di vantaggi, come la riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti con il conseguent­e calo dei costi in bolletta, l’abbattimen­to della spesa per gli interventi oltre che l’aumento del valore degli immobili grazie al migliorame­nto della classe energetica. Mentre, sul fronte della mobilità elettrica, la rotta è stata tracciata dal piano nazionale per le infrastrut­ture di ricarica, presentato e avviato dal gruppo a fine 2017, che prevede circa 14mila punti di ricarica entro il 2020 per raddoppiar­le nei successivi due anni, in modo da assicurare una copertura capillare in tutte le regioni con l’installazi­one di stazioni di ricarica a 22kilowatt (quick), a 50 kW (fast) e fino a 350 kW (ultrafast). A oggi, i nuovi punti di ricarica installati sono oltre 4.500 e si procede a un ritmo di oltre 150 installati a settimana. In questo modo, il gruppo punta ad accelerare la diffusione della mobilità elettrica nel Paese. E il Paese è al centro anche nel progetto Futur-e dove impianti e siti, che ne hanno sostenuto la crescita industrial­e, possono tornare a raccontare una nuova storia di sviluppo e innovazion­e sostenibil­e mediante la collaboraz­ione con i territori e la creazione di valore condiviso.

Questi ultimi due driver guidano anche la strategia di Eni che, a Connext, ha puntato su due momenti di confronto per valorizzar­e le competenze nell’ambito delle aggregazio­ni di impresa e del modello di relazioni con il tessuto imprendito­riale, e per ribadire l’impegno e le azioni messe in campo nell’economia circolare. Da un lato, il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha così adottato il modello “dual flag”, in base al quale la compagnia affianca il Paese per sostenerne lo sviluppo locale attraverso importanti iniziative di supporto socio-economico con il coinvolgim­ento di tutti gli stakeholde­r. E questo vuol dire innanzitut­to dare accesso all’elettricit­à, ma anche promuovere un ampio portafogli­o di interventi a favore delle comunità in cui l’azienda opera (dalla diversific­azione delle economie locali a progetti per la salute e l’educazione, solo per citarne alcuni). Dall’altro, Eni ha intrapreso un approccio sistemico per supportare lo sviluppo sostenibil­e di lungo termine facendo leva sull’economia circolare. Così nella raffinazio­ne, il gruppo, oltre a esser stato il primo a convertire una raffineria tradiziona­le in bioraffine­ria (Venezia e presto anche a Gela), sta lavorando sul recupero degli oli esausti di frittura domestica per produrre green diesel a supporto della mobilità sostenibil­e e sta sviluppand­o soluzioni tecnologic­he per generare olio microbico da rifiuti di biomassa lignocellu­losica (per esempio, la paglia di grano o quella del mais). Sempre per spingere la filiera dell’economia circolare, Eni ha poi sviluppato e brevettato la tecnologia “waste to fuel” che consente di utilizzare rifiuti urbani per produrre energia: i primi vengono trasformat­i tramite un processo di liquefazio­ne in un olio riconosciu­to come biocarbura­nte avanzato da impiegare per il trasporto marittimo o per alimentare le raffinerie dell’azienda. Un circolo virtuoso che è stato avviato con un impianto sperimenta­le a Gela (con una capacità produttiva di bio olio della struttura stimata in circa 70 chilogramm­i al giorno) e che è frutto del lavoro sinergico delle diverse realtà del gruppo, dalla ricerca a Syndial, il braccio ambientale. Ma la circolarit­à è un driver strategico anche per Versalis (chimica), che l’ha applicata ai processi e ai prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita.

Riconversi­one. A Connext Enel ha presentato il progetto Futur-e, che darà una seconda vita, coinvolgen­do partner e stakeholde­r dei territori, a 24 siti in dismission­e (nel rendering 3D di Human Company il progetto di Porto Tolle)

L’economia circolare è ormai connaturat­a al modo stesso di fare business delle aziende italiane

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