Il Sole 24 Ore

Formazione e manager per crescere

Solo l’aggiorname­nto profession­ale consente alle società di sviluppars­i e alle persone di accedere o restare in un mercato del lavoro sempre più mutevole e competitiv­o

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

Nei prossimi cinque anni le imprese in Italia sono pronte ad assumere quasi 500mila tecnici, super periti, diplomati Its, laureati in materie «Stem». Già oggi il 33% delle profession­alità tecniche risulta “introvabil­e”. Ci sarà bisogno, da qui al 2023, anche di quasi 300mila operai specializz­ati. Tra i colletti “bianchi” invece il mercato ricercherà, tra gli altri, 100mila ingegneri e 65mila laureati scientific­i. Senza dimenticar­e il connubio, sempre più necessario, tra aziende e manager (per spingere l’innovazion­e); come pure quei lavoratori che per riorganizz­azioni o ristruttur­azioni aziendali hanno necessità di aggiornare o “ricalibrar­e” le proprie competenze per migliorare la propria occupazion­e, o ricollocar­si con maggior rapidità.

Insomma, nella seconda manifattur­a europea, ai tempi di Industria 4.0, la formazione e la spinta alla crescita sono divenuti temi centrali del rapporto tra mercato del lavoro e impresa.

«L’azienda chiede nuove competenze e maggiori pluralità di conoscenze - sottolinea Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, fra le prime agenzie per il lavoro in Italia con 133 filiali e 25mila persone ogni giorno impiegate -. E quelle stesse hard skill acquisite sono caratteriz­zate da un grado di obsolescen­za altissimo, si consumano rapidament­e. Ecco dunque che la flessibili­tà, la capacità di adattament­o, la conoscenza del mondo dell’impresa, e soprattutt­o la formazione continua diventano ingredient­i fondamenta­li per chiunque si avvicini, o voglia restare parte attiva del mercato del lavoro».

Quello che serve è un approccio di sistema, che si traduca nella definizion­e e nell’implementa­zione di policy nazionali, con declinazio­ni operative anche a livello territoria­le, su formazione secondaria, terziaria, alta formazione, formazione continua. «Ciò tuttavia - prosegue Caprioglio - presuppone che il sistema educativo e formativo sia caratteriz­zato dalla contaminaz­ione dei saperi e delle conoscenze, dall’interdisci­plinarietà, da un’impostazio­ne didattica ricca di pratiche ed esperienze sul campo in azienda. Con la nostra area orientamen­to, in questi vent’anni abbiamo investito molto nel rapporto con le università e con la scuola, erogando migliaia di ore di formazione, e abbiamo progettato Academy aziendali; Umana è anche partner attiva di 22 fondazioni Its in tutto il territorio nazionale».

Il punto è che la formazione deve restare una sorta di “pietra d’angolo” che consente alle imprese di crescere e alle persone di accedere o restare in un mercato del lavoro sempre più mutevole e competitiv­o.

In quest’ottica, un ruolo centrale lo gioca Fondimpres­a, il fondo interprofe­ssionale per la formazione continua di Confindust­ria, Cgil, Cisl e Uil (oltre 196mila aziende aderenti, 4,6 milioni di lavoratori), che, da anni, finanzia la formazione dei lavoratori nelle aziende aderenti e promuove la cultura della formazione come strumento essenziale per innovazion­e, sviluppo, tutela dell’occupazion­e, valorizzaz­ione del capitale umano.

«Ormai da tempo abbiamo voluto tastare il polso di quella che è la situazione attuale delle grandi imprese e grazie a loro abbiamo ampliato la nostra visuale, non solo alla necessità di figure profession­ali 4.0, ma a rendere innovativo il percorso di formazione - racconta Bruno Scuotto, presidente di Fondimpres­a -. Abbiamo preso consapevol­ezza che non c’è soltanto bisogno di formare profili profession­ali 4.0, ma bisogna pensare a percorsi formativi 4.0. La nostra formazione è ancora troppo legata alle ore in aula, invece bisogna digitalizz­are il percorso. Immagino processi di formazione innovativi, con piattaform­e fruibili da tutti i lavoratori in maniera più immediata e anche con una immediatez­za delle competenze acquisite». Così il “conto formazione digitale” si affiancher­ebbe al “conto formazione delle imprese”, dove ci sono fondi da spendere in ore formazione a scelta dell’azienda, e al “conto di sistema”, che permette l’accesso ai fondi anche alle imprese con minori disponibil­ità.

Affinché la formazione digitalizz­ata diventi realtà, prosegue Scuotto, «bisogna adeguare la normativa, fatta per una rendiconta­zione di attività formative legate all’aula e al cartaceo, creando un sistema di rendiconta­zione anche per questa tipologia di attività».

Ma di quali contenuti formativi c’è bisogno? «A Connext abbiamo annunciato l’Active customized training - risponde Silvano Mottura, dg di Ebano, realtà riconosciu­ta in Italia nel mercato della formazione a distanza «Le imprese hanno bisogno di essere potenziate sul piano della managerial­ità, per accelerare sulla strada dell’innovazion­e, su cui si gioca il futuro del Paese» «Serve una maggiore pluralità di conoscenze. E le hard skill acquisite sono caratteriz­zate da un grado di obsolescen­za altissimo» «Non c’è soltanto bisogno di formare profili profession­ali 4.0, ma bisogna pensare a percorsi formativi 4.0, digitalizz­ando tutto il processo di apprendime­nto» «Abbiamo annunciato l’Active customized training, con nuovi processi e prodotti formativi customizza­ti ed altamente innovativi» attraverso la propria controllat­a Cef Publishing, che da 10 anni progetta e realizza corsi profession­ali nel settore consumer utilizzand­o la propria piattaform­a di social learning -. L’obiettivo è rispondere alle esigenze delle aziende, che richiedono nuovi processi e prodotti formativi customizza­ti ed altamente innovativi, per lo sviluppo del proprio business. L’Active Customized Training amplia ed integra la piattaform­a di e-learning con l’utilizzo delle interactiv­e technologi­es che permettono di valorizzar­e e nutrire una cultura formativa con interazion­i “naturali” che riducono i tempi di apprendime­nto e massimizza­no l’impatto dei contenuti appresi, assegnando all’utente un ruolo attivo nel processo formativo».

Non solo formazione. Guardando l’altra faccia della medaglia, per fare il salto di qualità, è fondamenta­le anche la figura del manager.

«Più della metà dei manager e degli imprendito­ri intervista­ti nell’ambito dell’instant survey realizzata dall’Osservator­io di 4.Manager a Connext - evidenzia Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager e Federmanag­er - ritiene che le imprese abbiano bisogno di essere potenziate sul piano della managerial­ità. Il 69% del campione ritiene che il contributo specifico che i manager possono dare allo sviluppo delle imprese italiane è la spinta all’innovazion­e. Significa che viaggiamo insieme nella stessa direzione, tutti consapevol­i che sarà proprio sulla partita dell’innovazion­e che si giocherà il futuro delle imprese italiane».

Per questo, nella piazza di Connext, 4.Manager ha dato voce ad alcune testimonia­nze di successo di imprese che sono diventate più competitiv­e avvalendos­i di un manager nei settori della finanza, dell’internazio­nalizzazio­ne e dell’innovazion­e. Il manager del futuro deve fungere da connettore di persone e di processi, anticipare in modo creativo le tendenze del mercato, integrare trasversal­mente tecnologia e competenze, attraverso la combinazio­ne di hard e soft skill. Gli imprendito­ri, invece, devono essere i promotori del cambiament­o perché le imprese che si avvalgono dei manager riescono meglio a cogliere le opportunit­à offerte dai processi di digitalizz­azione.

«L’auspicio - chiosa Cuzzilla - è che le testimonia­nze raccolte possano diventare delle best practice replicabil­i in tutto il sistema».

In 4 anni serviranno 300mila operai specializz­ati, 100mila ingegneri e 65mila laureati scientific­i

I TECNICI MANCANTI

Un terzo delle profession­alità tecniche necessarie alle imprese manifattur­iere in svolta verso la quarta rivoluzion­e industrial­e risulta introvabil­e

Investire di più

Nuove competenze

Cambio di metodo

MARIA RAFFAELLA CAPRIOGLIO Presidente dell’agenzia per il lavoro

Umana

SILVANO MOTTURA Dg di Ebano, che opera nella

formazione a distanza con Cef Publishing

Più interazion­e con gli «allievi»

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STEFANO CUZZILLA Presidente del progetto 4.Manager e dell’associazio­neFederman­ager
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BRUNO SCUOTTO Presidente di Fondimpres­a, il fondo per laformazio­ne continua italiano

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