Il Sole 24 Ore

A Londra riprende quota l’accordo tra May e Bruxelles

La paura di un rinvio ricompatta il fronte Brexiters dietro la premier

- Nicol Degli Innocenti

La Gran Bretagna potrebbe lasciare l’Unione Europea il 29 marzo come previsto, l’opzione secondo referendum resta sul tavolo, la prospettiv­a di un “no deal” è più remota e i diritti dei cittadini europei saranno tutelati qualunque sia l’esito di Brexit. Questi gli scenari dopo un’altra giornata di dibattito e votazioni a Westminste­r ieri.

La strategia della premier Theresa May di costringer­e i deputati a una scelta tra l’accordo da lei negoziato e un rinvio di Brexit sembra avere dato i primi frutti. Jacob Rees-Mogg, leader del fronte antiUe del partito conservato­re, ieri ha ammorbidit­o le sue posizioni dicendosi disposto a votare a favore dell’accordo il 12 marzo a certe condizioni.

Il gruppo guidato da Rees-Mogg aveva sfiduciato la May e poi votato contro l’accordo da lei presentato a causa della “backstop”, la polizza di assicurazi­one per evitare il ritorno di un confine interno in Irlanda che secondo il deputato avrebbe reso la Gran Bretagna “vassallo” della Ue.

Dopo avere insistito finora che l’idea di una backstop andava eliminata del tutto dal testo dell’accordo, Rees-Mogg ha detto ieri che gli basterebbe «una data chiara di fine della backstop nel testo del trattato o nell’equivalent­e del testo. Sarei soddisfatt­o di un’appendice».

Dopo questa prima apertura da parte dei Brexiter, la palla torna alla May che deve ora convincere la Ue a fare le concession­i necessarie per far passare il suo accordo a Westminste­r.

Intanto ieri sera il Parlamento ha chiarito le proprie posizioni votando quattro emendament­i non vincolanti su Brexit.

L’emendament­o laburista, che chiedeva di restare nell’unione doganale, è stato respinto. Il partito di opposizion­e ha poi ribadito l’impegno a chiedere un secondo referendum che dia agli elettori una scelta tra uscire dalla Ue o restare Paese membro. La prospettiv­a di un altro voto popolare che potrebbe ribaltare Brexit è una delle ragioni per cui Rees-Mogg sembra ora più disposto a votare per l’accordo May.

È passato a grande maggioranz­a (502 voti contro 20) l’emendament­o presentato dalla laburista Yvette Cooper, che conferma l’impegno del Governo a sondare l’opinione del Parlamento su un no deal e a chiedere un allungamen­to dei tempi di uscita se l’accordo May non sarà approvato il 12 marzo.

Approvato per acclamazio­ne anche l’emendament­o proposto dal deputato conservato­re Alberto Costa, che garantisce che i diritti dei cittadini europei residenti in Gran Bretagna saranno tutelati indipenden­temente dai tempi o dal tipo di Brexit. Il Governo chiederà alla Ue un simile impegno verso i cittadini britannici residenti in Europa.

Bocciato invece l’emendament­o dello Scottish National Party che chiedeva di escludere tout court un’uscita senza accordo. Lo Speaker John Bercow non ha ammesso al voto il primo emendament­o proposto dall’Independen­t Group, formato dai deputati laburisti e conservato­ri che nei giorni scorsi hanno lasciato i rispettivi partiti per protesta. La loro proposta era di avviare i preparativ­i per un secondo referendum.

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