ITALIA E FRANCIA UNITE: L’EUROPA RIPARTE DA CRESCITA E INDUSTRIA
Lanciamo pertanto un accorato appello alla responsabilità ai nostri rispettivi Governi, affinché rilancino la cooperazione bilaterale, prerequisito essenziale per lo sviluppo economico dei nostri Paesi e per rafforzare l’Unione europea. Medef e Confindustria condividono una precisa visione sullo sviluppo e la direzione del processo di integrazione europea e questo bilaterale rappresenta dunque anche un’importante occasione per veicolare i nostri comuni messaggi in vista di importanti decisioni sul futuro dell’Unione.
Sentiamo la responsabilità di promuovere un modello europeo che possa soddisfare una duplice ambizione: assicurare crescita, occupazione e benessere per i nostri cittadini e rafforzare la sovranità della Ue per consentirle di avere una voce più assertiva nello scacchiere globale.
In questi anni i cittadini hanno avuto la percezione di un’Unione lontana e punitiva, poco trasparente, lenta e spesso inefficace nelle decisioni. Il sentimento di disaffezione, unito al senso di precarietà, è aumentato anche a causa del diffuso malcostume politico di scaricare le responsabilità di scelte impopolari ma necessarie su Bruxelles.
In questo senso, Confindustria e Medef condividono la necessità di rimettere al centro dell’azione politica il metodo comunitario e lo spirito dei Trattati, per impedire che le ansie da campagna elettorale, che attraversano costantemente gli Stati membri, possano condizionare, rallentare o impedire le decisioni a livello europeo.
Ripristinare il senso di fiducia dei cittadini, attraverso maggiore trasparenza e partecipazione, è la precondizione per ridare slancio al processo di integrazione e a quelle riforme necessarie per rendere l’Unione veramente unita e aperta ma rispettosa delle differenze e delle prerogative nazionali, ambiziosa ma attenta e inclusiva e capace di giocare un ruolo da protagonista nello scenario globale.
La nostra ambizione è costruire un’Unione europea che diventi un modello in grado di coniugare sostenibilità e opportunità per crescere, studiare, lavorare, fare impresa e investire.
Sul piano interno, le priorità sono le regole comuni sul funzionamento del mercato interno e gli strumenti per raggiungere la coesione territoriale, sociale ed economica: abbiamo bisogno di un quadro armonizzato di regole senza che questo si traduca in un eccesso di burocrazia e di investimenti nel campo dell’istruzione, della ricerca, della cybersecurity, dello spazio e delle infrastrutture, sia di trasporto come la Tav che digitali, per recuperare dinamismo e colmare i molti gap accumulati con i nostri principali competitors globali, a cominciare da Cina e Stati Uniti.
Sul piano delle relazioni internazionali, abbiamo bisogno di un’Unione forte, che possa schierare campioni europei, che sia in grado di condizionare le regole del gioco globali, che resista a qualsiasi forma di protezionismo e concorrenza sleale, in particolare rispetto ai diritti sociali, che garantisca la reciprocità con altri partner globali e che disponga di efficaci strumenti antidumping. Un’Unione dotata anche della capacità di investire in modo significativo nei Paesi terzi, come quelli africani, per favorirne la transizione democratica e le opportunità di crescita e business.
La nostra convinzione è che per raggiungere questi obiettivi occorra ripartire proprio da ciò che ha reso possibile il cammino verso l’integrazione: l’industria.
La crisi, infatti, ha dimostrato che il settore industriale continua a essere l’unica scommessa sicura per il nostro futuro. Una scommessa che, naturalmente, richiede investimenti a sostegno di una politica industriale più incisiva e più orientata al manifatturiero, in grado di contribuire al rilancio della competitività di tutte le imprese europee, soprattutto le Pmi, e a una reindustrializzazione dell’Europa.
È il momento di mettere al servizio del progetto europeo tutte le idee e le energie migliori. Confindustria e Medef, unite da un comune sentire e da una comune visione, non intendono sottrarsi a questa responsabilità e l’appuntamento di Versailles, in questo momento così cruciale, rappresenta un modo per ribadirlo ancora una volta con forza.