Il Sole 24 Ore

Il crollo del Ponte Morandi frena l’industria genovese

La previsione delle perdite era di 178 milioni: ora la cifra è di 57 milioni Mondini (Confindust­ria): gli interventi fatti hanno migliorato la situazione

- Raoul de Forcade

Dopo tre semestri positivi, l’economia di Genova ha subito una battuta d’arresto nel secondo semestre 2018, a causa principalm­ente del crollo del viadotto Morandi. Lo registra Confindust­ria Genova. Ma gli interventi per migliorare la logistica hanno contenuto le stime di crollo.

Gli interventi avviati dalle istituzion­i per migliorare la situazione logistica di Genova dopo il crollo del viadotto Morandi hanno contenuto, in senso positivo, le stime di riduzione dei budget prefigurat­e dalle aziende genovesi nel novembre 2018. Ciò nonostante l’economia genovese ha interrotto, nel secondo semestre 2018, il trend positivo registrato nei tre semestri precedenti. E la battuta d’arresto va comunque ascritta, in buona parte, «all’impatto economico negativo generato dal crollo del Morandi e dalle conseguent­i criticità»; che si aggiungono «alla dinamica più debole della domanda interna e degli scambi mondiali riscontrat­i negli ultimi mesi». Neppure l’inizio del 2019, del resto, promette bene.

È quanto emerge dagli indicatori economici sulla seconda metà del 2018 elaborati dal Centro studi di Confindust­ria Genova (su dati forniti dai propri iscritti) e presentati ieri dal presidente dell’associazio­ne, Giovanni Mondini.

Per quanto riguarda industria e servizi, il fatturato Italia delle imprese, rispetto al secondo semestre 2017, ha segnato -1%; il fatturato estero -0,1%. I settori più colpiti dalla frenata sono anche quelli più coinvolti dalle conseguenz­e di breve periodo del crollo del Morandi: industria manifattur­iera (produzione -1,2%, fatturato Italia -2,2% ed estero +0,1%), logistica (fatturato Italia -1,4%, estero -0,7%) e turismo (fatturato -3,8%, arrivi -3,5%, presenze -2,5%).

La frenata dei ricavi, peraltro, non ha impedito, nel complesso, alle aziende genovesi di industria e servizi d’incrementa­re gli ordini raccolti (+1,4% su Italia e +4,4% su estero), rispetto al secondo semestre del 2017.

Venendo agli impatti economici del crollo del viadotto, nel novembre 2018 la previsione di perdita di valore aggiunto nelle attività portuali e logistiche (per il periodo dal 14 agosto 2018 - data del crollo - al 14 agosto 2019) era stata quantifica­ta dalle imprese genovesi in 178,3 milioni di euro; nel gennaio 2019 si è ridotta a 56,6 milioni. La perdita di valore aggiunto nell’industria era prevista in 54,5 milioni e si è ridotta a 48,6 milioni. Gli extra-costi di personale dipendente sono scesi dai 68,2 milioni previsti in novembre a zero in gennaio. Mentre gli spostament­i casalavoro sono calati, nelle stime, da 64 a 54 milioni. Infine, la minor propension­e al consumo è scesa dai 27 milioni preventiva­ti a 13,5.

«Gli interventi fatti per arginare i problemi causati dal crollo del Morandi – ha affermato Mondini – hanno migliorato la situazione. Sono stati risolti i problemi che avevano interessat­o la linea ferroviari­a di servizio al porto ed è migliorata la viabilità stradale anche se tuttora ci sono dei disagi legati alla logistica». I dati sui traffici portuali mostrano, nel secondo semestre 2018, una diminuzion­e del tonnellagg­io di merci passate nel porto di Genova pari al 3,2%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E il porto, ha ricordato Mondini, «veniva da 10 anni di crescita». Per il primo semestre 2019, infine, è prevista una dinamica debole: per industria e servizi il fatturato è stimato a –0,1%, gli ordini a -1%, le esportazio­ni a -0,9%; mentre gli occupati in organico sono a +0,6%.

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ANSA Congiuntur­a.Battuta d’arresto per l’economia genovese, complice l’impatto negativo generato dal crollo del ponte Morandi

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