Ferrero, ultimo round sui biscotti australiani Arnott’s
Entro il 20 marzo le offerte vincolanti: in gara Mondelez e i fondi
Arrivano le offerte per il più famoso gruppo dolciario australiano, cioè Arnott’s Biscuits, posseduto dalla multinazionale americana Campbell.
Secondo le indiscrezioni, le proposte finali per l’azienda, che sarebbe valorizzata attorno ai 2 miliardi di dollari australiani (cioè 1,4 miliardi di dollari statunitensi), sono attese attorno al 20 di marzo. Per quella data gli advisor di Campbell, le banche d’affari Goldman Sachs e Evercore Partners, si attendono infatti le proposte vincolanti.
Le offerte sono state sollecitate nei giorni scorsi ai potenziali acquirenti e ormai sembrano soltanto tre i soggetti pronti a contendersi i famosi biscotti australiani: il gruppo Mondelez, assistito nell’operazione dagli advisor di Morgan Stanley, e l'italiana Ferrero, affiancato dall’advisor Rothschild. Infine, ci sarebbe una cordata formata dai private equity americani Kkr e Bain Capital.
Da notare che Arnott’s Biscuits è il maggiore produttore di biscotti in Australia con una storia più che centenaria: è stato fondato nel lontano 1847 da un immigrato scozzese, William Arnott, nel sobborgo di Morpeth nella regione del New South Wales. L’azienda da panetteria di famiglia è diventata uno dei maggiori gruppi dolciari australiani.
Nel 1980 l’azienda diventa americana: il colosso, quotato a Wall Street, Campbell Soup prima entra nel capitale per poi passare progressivamente al controllo nel corso degli anni 90. Ora si avvicina un nuovo riassetto.
Ferrero, anche se il gruppo Mondelez viene dato come favorito dagli addetti ai lavori, proverà a aggiudicarsi l’asta. L’azienda di Alba negli ultimi quattro anni ha posto come elemento centrale della sua strategia la crescita per linee esterne su tutti i continenti. La svolta è arrivata nel 2015, dopo che per decenni l'azienda era cresciuta solo per linee interne. Il fondatore, il patriarca Michele, inventore del fenomeno della Nutella, aveva infatti sempre preferito la crescita interna.
L'acquisizione, con Opa, della britannica Thorntons per 156 milioni di sterline aveva testimoniato il cambiamento di strategia. Fino a quel momento c’era stato solo un precedente, non andato a buon fine. Il gruppo di Alba aveva provato nel 2010 ad acquisire il cioccolato Cadbury, aveva partecipato ad un’asta competitiva, ma senza riuscire a vincere.
Con il capoazienda Giovanni Ferrero, la strategia si è dunque focalizzata negli ultimi anni anche verso la crescita per acquisizioni. Il gruppo italiano di recente è stato dato anche tra i possibili acquirenti dei biscotti americani della Kellogg’s a marchio Famous Amos: con un valore della divisione in vendita stimato in 1,5 miliardi di dollari.
Qualche giorno fa Ferrero ha dimostrato di essere ormai diventato uno dei giganti del settore: con 10,7 miliardi ricavi consolidati al 31 agosto scorso, un incremento, del 2,1% rispetto all'anno precedente.
I mercati di riferimento restano Germania, Francia, Italia, Polonia, Gran Bretagna e Stati Uniti, mentre Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Joy, Kinder Bueno e Kinder Cioccolato sono i prodotti del gruppo più venduti nel mondo.