Saipem, sul dossier South Stream si avvicina la pace con Gazprom
L’ad Cao: possibile chiusura amichevole entro marzo Il titolo balza del 4,8% Perdita netta di 472 milioni dopo svalutazioni e oneri per la riorganizzazione
La possibile chiusura “amichevole” del negoziato in corso sul South Stream con Gazprom che si trascina dal 2015 per via della disdetta unilaterale del contratto. Un’apertura, seppure ancora molto timida, all’eventualità che in un futuro non troppo lontano la società torni a distribuire dividendi. E, soprattutto, un preconsuntivo 2018 che, anche grazie ai progressi registrati nel quarto trimestre (con ricavi per 2,5 miliardi, +16,1%, e un Ebitda rettificato di 242 milioni, in rialzo del 43,2%), è risultato leggermente migliore delle stime, spingono in Borsa lo scatto di Saipem a +4,8 per cento.
La società guidata da Stefano Cao ha così archiviato il 2018 con ricavi pari a 8,9 miliardi, in calo del 5,3%, per via della contrazione di attività nel settore E&C onshore e nel drilling offshore, in parte compensata dall’incremento dell’E&C offshore, l’Ebitda adjusted a quota un miliardo (+3,9%, con il dato reported pari a 848 milioni, -1,6%) e l’Ebit rettificato a 534 milioni (+21,4%, mentre il valore non ripulito dalle partite straordinarie è di 37 milioni a fronte dei 126 milioni del 2017). La perdita netta è stata di 472 milioni (dai 328 milioni del 2017, con il dato rettificato positivo invece per 25 milioni, -45,7%) e ha scontato «svalutazioni e oneri per riorganizzazione per complessivi 497 milioni».
Gli analisti hanno però mostrato di apprezzare soprattutto, tre elementi: i nuovi ordini pari a 8,7 miliardi (+18,3%); il livello del debito, meglio delle attese, pari a 1,15 miliardi, in calo di 137 milioni sul 2017 e che la società conta di portare a circa un miliardo per fine 2019 in base alle guidance comunicate ieri, che prevedono altresì ricavi per circa 9 miliardi, una marginalità adjusted superiore al 10% e investimenti tecnici per 500 milioni (485 milioni il dato del 2018).
Nella conference call con la stampa, poi, Cao non ha chiuso la porta a un ritorno al dividendo (l’ultimo risale all’esercizio 2012), ipotesi che finora aveva sempre escluso. «Normalmente la propone il cda e nei momenti giusti verrà discussa», ha risposto a chi gli chiedeva se fosse possibile ipotizzare la distribuzione di una cedola a valere sul bilancio 2019. L’ad è quindi tornato sul negoziato sul South Stream per spiegare che potrebbe essere risolto entro fine marzo con una transazione imperniata su una componente monetaria e su future opportunità commerciali: «I negoziati sono assolutamente riservati. La Saipem era disponibile e volenterosa a sedersi al tavolo, ora finalmente tutto ciò si è materializzato, dobbiamo verificare con la controparte se ci sono le condizioni per un accordo». Cao non si è comunque sbilanciato sui possibili fronti di collaborazione. «Gazprom è la prima compagnia energetica russa, hanno tanti progetti, vediamo dove possiamo usare le nostre capacità e facilitare al tempo stesso la chiusura dell’arbitrato». Quanto all’eventuale emissione di un green bond, il messaggio è il seguente: «Abbiamo una struttura finanziaria che non richiede, almeno per due anni, nessuna necessità di debito. Il tema è cogliere semmai finestre o opportunità. Nel caso le valuteremo», ha detto l’ad per poi confermare che per il drilling si valutano «tutte le opzioni strategiche».