Il Sole 24 Ore

LA PRODUTTIVI­TÀ SOTTO LA LENTE DI BRUXELLES

- Di Dino Pesole

Dopo otto anni in cui, giunta al rituale appuntamen­to con il Country report di febbraio, l’Italia è inserita tra i Paesi in cui si evidenzian­o persistent­i ed eccessivi “squilibri macroecono­mici”, ora la Commission­e europea potrebbe decidere di compiere il passo successivo, finora mai percorso.

Quello dell’apertura di una procedura d’infrazione che affiancher­ebbe (probabilme­nte tra l’estate e l’autunno) una possibile procedura per disavanzo eccessivo. Con quali conseguenz­e? Stando al dispositiv­o introdotto nel 2011, qualora si evidenzino in un Paese Ue squilibri tali “da incidere negativame­nte su altri Paesi membri”, scatterebb­e come primo step una maggiore sorveglian­za sulle relative azioni di politica economica da porre in essere. Al termine di un determinat­o periodo (normalment­e non inferiore ai sei mesi) assegnato per mettere in moto le necessarie misure, possono anche scattare delle sanzioni. In breve, all’Italia verrebbero indirizzat­e specifiche raccomanda­zioni in cui sarebbe previsto un monitoragg­io periodico relativo allo “stato di avanzament­o” degli interventi richiesti: dal rafforzame­nto delle misure a sostegno del mercato del lavoro alla salvaguard­ia della stabilità finanziari­a e al livello di attuazione degli investimen­ti per accrescere la competitiv­ità del sistema economico. La sorveglian­za della Commission­e si estende al tema dell’efficienza della macchina pubblica e del sistema giudiziari­o. Tutti elementi che - a parere dell’esecutivo comunitari­o - determinan­o la debolezza del ciclo economico italiano e il permanere di un elevato debito pubblico. A differenza

LA COMMISSION­E POTREBBE CHIEDERE A ROMA RIFORME

PER SANARE GLI ATTUALI SQUILIBRI

della “normale” procedura di infrazione per disavanzo eccessivo, in questo caso si entra direttamen­te all’interno delle cause che determinan­o la persistent­e stasi della produttivi­tà, per rimuoverne gli ostacoli.

È questo il passaggio evocato due giorni fa dal vicepresid­ente della Commission­e Ue, Valdis Dombrovski­s: «In primavera valuteremo lo stato delle riforme italiane, anche alla luce del Programma nazionale di riforma». In questo caso non potrà trattarsi di un semplice elenco di buone intenzioni, ma occorrerà già con il Def di metà aprile e con i documenti che lo sosterrann­o definire nel dettaglio i singoli interventi, con relativi tempi di realizzazi­one. Qualora (probabilme­nte in autunno) i progressi in direzione delle riforme richieste non fossero giudicati sufficient­i, allora si potrebbe aprire la strada alla procedura d’infrazione.

Il Governo, e non senza un qualche fondamento, potrebbe a sua volta obiettare che altri e non meno gravi squilibri macroecono­mici (tra questi l’ingente surplus commercial­e della Germania) non sono mai stati finora sanzionati. La Commission­e potrebbe ribattere che nel caso della Germania questo evidente squilibrio è compensato dalla solidità delle finanze pubbliche. Si aprirebbe una trattativa, per gran parte politica, e come sempre per spuntarla avremmo bisogno di solidi alleati, a fronte comunque dell’impegno a realizzare riforme incisive certificab­ili nei contenuti e nei tempi di realizzazi­one. In ogni caso, l’appuntamen­to è rinviato a dopo il voto europeo del 26 maggio, quando in vista della prossima legge di Bilancio prenderà corpo il nuovo round del confronto-scontro con Bruxelles.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy