Il Sole 24 Ore

IL RITORNO DELLO STATO NELLE GRANDI FUSIONI

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AIR FRANCE KLM Olanda contro Francia

Con una mossa a sorpresa e contro una solida e sbandierat­a tradizione liberista, il governo olandese mercoledì ha annunciato una presa di partecipaz­ione importante in Air France Klm. L’Aja è salita al 14% (il governo francese detiene il 14,29%) senza preavverti­re nessuno. La decisione è sorprenden­te fino a un certo punto visto che da tempo l’Olanda sta cercando di ritagliars­i un ruolo di peso negli equilibri europei post-Brexit, anche attraverso il gruppo dei Paesi nordici, la “Nuova Lega Anseatica”, del quale l’Olanda è capofila. Lo stesso premier Mark Rutte, in un recente discorso a Zurigo, aveva detto che l’Europa spesso aveva mostrato di essere troppo naïf. Forse si riferiva anche al suo Paese.

2 ALITALIA

Un piano per quattro attori

Dopo la contrariet­à mostrata nei giorni scorsi dal ministro dell’Economia Giovanni Tria a una vera e propria rin aziona lizza zio ne, vanno avanti i negoziati con i potenziali partner, EasyJet e Delta. Se i colloqui dovessero andare a buon fine, le compagnie straniere potrebbero iniettare nel capitale di Alitalia circa 400 milioni e ottenere una quota congiunta del 40%. Alle Ferrovie italiane andrebbe un altro 30% mentre il Tesoro avrebbe una quota di minoranza. Tutto, ha detto di recente lo stesso ministro Tria, dipenderà dalla bontà del piano industrial­e. L’orientamen­to del Tesoro è quello di non prendere in carico una quota superiore al 15 per cento.

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DEUTSCHE BANK-COMMERZ

La fusione infinita

È almeno un decennio che il tema dell’ integrazio­ne delle due più grandi banche commercial­i di Germania va e viene. Negli ultimi mesi è tornato d’attualità e il dossier è sul tavolo del ministro delle Finanze Olaf Scholz: non è ancora chiaro con quali chance di riuscita. Secondo una delle opzioni allo studio dei banchieri e del governo, Berlino, che già detiene una quota superiore al 15% di Commerz, oggetto di bail out alcuni anni fa, potrebbe diventare azionista di maggioranz­a di Deutsche. Sarebbe in questo caso una vera e propria nazionaliz­zazione e l’ azionista pubblico resterebbe nel capitale del nuovo istituto per un periodo di cinque anni.

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