Rimborsi per 17,5 miliardi e l’Iva taglia i tempi
Nel 2018 l’attesa media tra richiesta ed erogazione è scesa da 103 a 82 giorni
Nel 2018 sono stati complessivamente circa 2,5 milioni i rimborsi ai contribuenti per un controvalore di oltre 17,5 miliardi di euro. È il dato che emerge dall’ultimo piano delle performance dell’agenzia delle Entrate, che fissa gli obiettivi per l’anno in corso e per i due successivi. In particolare i target prefissati per l’Iva prevedono un numero di rimborsi lavorati rispetto al magazzino dell’89% per ciascuno degli anni dal 2019 al 2021 (il dato preconsuntivo 2018 fa segnare un indice del 91,9%). Mentre sui tempi medi di erogazione (al netto delle sospensioni) l’asticella è fissata in un tempo medio di erogazione di 80 giorni per l’anno in corso e i due successivi.
Un obiettivo che si inserisce nella riduzione già registrata nel 2018 per effetto delle modifiche normative e procedurali intervenute. Come ha fatto notare un comunicato diffuso ieri dal Mef, «nel 2017 i giorni medi necessari per ottenere il rimborso, a partire dalla data della richiesta, erano pari a 103 (14,7 settimane)» mentre lo scorso anno l’attesa media di imprese, professionisti e altri operatori economici tra la richiesta e l’erogazione dei rimborsi Iva è scesa a «82 giorni (11,7 settimane, -20.4%)». Andando a scomporre ulteriormente la cifra, tra la richiesta e l’approvazione passano in media 75 giorni (il dato è più basso per gli infrannuali con 68 giorni e più alto fra gli annuali con 77 giorni, che però hanno subito una sforbiciata di 5 giorni) e a questi si devono aggiungere 7 giorni per l’erogazione. Ma qui sta la significativa differenza rispetto al 2017 quando nell’ultimo “miglio” occorreva aspettare 25 giorni in media. Dal 1° gennaio 2018, infatti, i rimborsi vengono pagati direttamente dalle Entrate senza più passare dall’attività dell’agente della riscossione.
Questo si aggiunge a un lavoro “a monte” con l’analisi di rischio che consente di ridurre gli adempimenti per i casi meno pericolosi. Basti pensare che per oltre la metà (51,9%) delle domande di rimborsi Iva non è richiesta un’ulteriore documentazione da parte dell’Agenzia proprio perché ritenute a basso rischio.