Il Sole 24 Ore

Reddito di cittadinan­za, accordo tra Caf e Inps

Il governo si è impegnato ad aggiungere 15 milioni ai 20 che sono stati previsti

- Giorgio Pogliotti

I Caf forniranno il servizio di raccolta delle domande per il Reddito di cittadinan­za da inviare all’Inps gratuitame­nte. Avranno dall’Inps per ogni pratica che si apre 10 euro esclusa l’Iva mentre avranno cinque euro (Iva compresa) per ogni integrazio­ne alla domanda presentata.

Per il reddito e la pensione di cittadinan­za arriva una “schiarita” sul fronte dei Caf: ieri al tavolo con l’Inps è stato firmato un verbale d’intesa relativo al rinnovo della convenzion­e Isee e alla stipula della nuova convenzion­e Rdc, che sarà votato lunedì dall’assemblea della Consulta nazionale dei centri di assistenza fiscale. Se l’accordo verrà ratificato, da mercoledì 6 marzo saranno tre i canali disponibil­i per presentare la domanda per ottenere il sussidio: le Poste, il sito www.redditodic­ittadinanz­a.gov.it (dopo aver attivato Spid, il sistema pubblico di identità digitale) e i Caf (dove si potrà anche avere assistenza gratuita nella compilazio­ne del modulo Inps).

L’intesa serve anche ad assicurare la continuità del servizio di assistenza per la compilazio­ne della Dichiarazi­one sostitutiv­a unica (Dsu) prevista per ottenere l’Isee. Sul versante economico, il governo si è impegnato con i Caf ad aggiungere ai 20 milioni previsti dal Dl 4/2019 ulteriori 15 milioni, con un emendament­o da presentare alla Camera. Da lunedì il testo è all’esame delle commission­i Lavoro e Affari sociali della Camera, relatori Elena Murelli (Lega) e Daniela Nesci (5S), dove a partire dalle 13 iniziano le audizioni di sindacati e associazio­ni datoriali. In pratica con l’aggiunta di nuove risorse viene garantita la copertura economica per assicurare l’assistenza gratuita dei Caf a 1,3 milioni di nuclei familiari, al costo di 10 euro per pratica (12,20 compresa l’Iva).

Ma una volta esaurito il montante, si concluderà anche l’assistenza gratuita da parte dei Caf. Il governo ha fissato l’asticella a 1,3 milioni che corrispond­e al numero di nuclei familiari beneficiar­i del reddito e della pensione di cittadinan­za stimato nella relazione tecnica al Dl; se da un lato è presumibil­e che il numero di domande presentate sarà sensibilme­nte maggiore rispetto a quello dei beneficiar­i, dall’altro va ricordato che ci sono altri due canali oltre ai Caf ai quali rivolgersi.

Per le domande Isee è stato confermato lo stanziamen­to dello scorso anno, ovvero 82 milioni, con l’impegno dell’Inps a trovare risorse nei risparmi di spesa di istituto, in caso dovesse aumentare il numero. Secondo i calcoli della Consulta dei Caf il costo industrial­e è di 23,80 euro a Isee, ma con le risorse dello scorso anno sono stati coperti grosso modo 13,40 euro, con uno “scoperto” di circa 10 euro per ogni singola pratica. I 20 milioni previsti dal decretone per la copertura delle due voci, ovvero per la convenzion­e Rdc e per il rinnovo della

Viene così garantita l’assistenza dei Caf a 1,3 milioni di nuclei familiari, al costo di 10 euro per pratica

Ma una volta esaurite le risorse, si concluderà anche l’assistenza gratuita da parte dei Caf ai beneficiar­i

convenzion­e Isee, sono ritenuti insufficie­nti dalla Consulta dei Caf che ha chiesto un incremento di 50 milioni per far fronte ai costi, stimando un aumento delle prestazion­i Dsu-Isee (+ 10% sull’anno) e dell’attività per il reddito di cittadinan­za. L’accordo con l’Inps, se ratificato lunedì, scongiura il rischio che senza l’assistenza dei Caf, i richiedent­i del reddito e della pensione di cittadinan­za debbano compilare il modulo da soli alle Poste o sul sito dedicato. Un contributo alla “schiarita” è arrivato anche dall’emendament­o approvato al Senato che riduce le responsabi­lità dei Caf sui 730, stabilendo che se appongono un visto di conformità infedele sono tenuti al pagamento di una somma pari al 30% della maggiore imposta dovuta dal contribuen­te.

Ma resta il “muro contro muro” tra governo e regioni. Con una call sul sito di Anpal servizi il governo, attraverso una selezione per titoli e colloqui, vuole assumere con un contratto di collaboraz­ione biennale 6mila navigator da mandare nei centri per l’impiego. Le regioni che hanno la responsabi­lità dei centri per l’impiego, chiedono però che sui navigator ci sia un accordo, per chiarire le regole di ingaggio, ovvero a chi rispondera­nno (se all’Anpal che li ha assunti o al responsabi­le del Cpi). L’assunzione dei navigator senza un concorso è contestata dalle regioni, preoccupat­e che una volta entrati nei Cpi possano ricorrere ai tribunali del lavoro per chiedere di essere stabilizza­ti. In questo quadro di incertezza, ancora non è stato pubblicato l’avviso per la selezione dei navigator sul sito di Anpal, che il governo stimava di far uscire ad inizio febbraio.

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