Reddito di cittadinanza, accordo tra Caf e Inps
Il governo si è impegnato ad aggiungere 15 milioni ai 20 che sono stati previsti
I Caf forniranno il servizio di raccolta delle domande per il Reddito di cittadinanza da inviare all’Inps gratuitamente. Avranno dall’Inps per ogni pratica che si apre 10 euro esclusa l’Iva mentre avranno cinque euro (Iva compresa) per ogni integrazione alla domanda presentata.
Per il reddito e la pensione di cittadinanza arriva una “schiarita” sul fronte dei Caf: ieri al tavolo con l’Inps è stato firmato un verbale d’intesa relativo al rinnovo della convenzione Isee e alla stipula della nuova convenzione Rdc, che sarà votato lunedì dall’assemblea della Consulta nazionale dei centri di assistenza fiscale. Se l’accordo verrà ratificato, da mercoledì 6 marzo saranno tre i canali disponibili per presentare la domanda per ottenere il sussidio: le Poste, il sito www.redditodicittadinanza.gov.it (dopo aver attivato Spid, il sistema pubblico di identità digitale) e i Caf (dove si potrà anche avere assistenza gratuita nella compilazione del modulo Inps).
L’intesa serve anche ad assicurare la continuità del servizio di assistenza per la compilazione della Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) prevista per ottenere l’Isee. Sul versante economico, il governo si è impegnato con i Caf ad aggiungere ai 20 milioni previsti dal Dl 4/2019 ulteriori 15 milioni, con un emendamento da presentare alla Camera. Da lunedì il testo è all’esame delle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera, relatori Elena Murelli (Lega) e Daniela Nesci (5S), dove a partire dalle 13 iniziano le audizioni di sindacati e associazioni datoriali. In pratica con l’aggiunta di nuove risorse viene garantita la copertura economica per assicurare l’assistenza gratuita dei Caf a 1,3 milioni di nuclei familiari, al costo di 10 euro per pratica (12,20 compresa l’Iva).
Ma una volta esaurito il montante, si concluderà anche l’assistenza gratuita da parte dei Caf. Il governo ha fissato l’asticella a 1,3 milioni che corrisponde al numero di nuclei familiari beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza stimato nella relazione tecnica al Dl; se da un lato è presumibile che il numero di domande presentate sarà sensibilmente maggiore rispetto a quello dei beneficiari, dall’altro va ricordato che ci sono altri due canali oltre ai Caf ai quali rivolgersi.
Per le domande Isee è stato confermato lo stanziamento dello scorso anno, ovvero 82 milioni, con l’impegno dell’Inps a trovare risorse nei risparmi di spesa di istituto, in caso dovesse aumentare il numero. Secondo i calcoli della Consulta dei Caf il costo industriale è di 23,80 euro a Isee, ma con le risorse dello scorso anno sono stati coperti grosso modo 13,40 euro, con uno “scoperto” di circa 10 euro per ogni singola pratica. I 20 milioni previsti dal decretone per la copertura delle due voci, ovvero per la convenzione Rdc e per il rinnovo della
Viene così garantita l’assistenza dei Caf a 1,3 milioni di nuclei familiari, al costo di 10 euro per pratica
Ma una volta esaurite le risorse, si concluderà anche l’assistenza gratuita da parte dei Caf ai beneficiari
convenzione Isee, sono ritenuti insufficienti dalla Consulta dei Caf che ha chiesto un incremento di 50 milioni per far fronte ai costi, stimando un aumento delle prestazioni Dsu-Isee (+ 10% sull’anno) e dell’attività per il reddito di cittadinanza. L’accordo con l’Inps, se ratificato lunedì, scongiura il rischio che senza l’assistenza dei Caf, i richiedenti del reddito e della pensione di cittadinanza debbano compilare il modulo da soli alle Poste o sul sito dedicato. Un contributo alla “schiarita” è arrivato anche dall’emendamento approvato al Senato che riduce le responsabilità dei Caf sui 730, stabilendo che se appongono un visto di conformità infedele sono tenuti al pagamento di una somma pari al 30% della maggiore imposta dovuta dal contribuente.
Ma resta il “muro contro muro” tra governo e regioni. Con una call sul sito di Anpal servizi il governo, attraverso una selezione per titoli e colloqui, vuole assumere con un contratto di collaborazione biennale 6mila navigator da mandare nei centri per l’impiego. Le regioni che hanno la responsabilità dei centri per l’impiego, chiedono però che sui navigator ci sia un accordo, per chiarire le regole di ingaggio, ovvero a chi risponderanno (se all’Anpal che li ha assunti o al responsabile del Cpi). L’assunzione dei navigator senza un concorso è contestata dalle regioni, preoccupate che una volta entrati nei Cpi possano ricorrere ai tribunali del lavoro per chiedere di essere stabilizzati. In questo quadro di incertezza, ancora non è stato pubblicato l’avviso per la selezione dei navigator sul sito di Anpal, che il governo stimava di far uscire ad inizio febbraio.