Il clima minaccia la montagna: un rischio investire sotto i 1.800 metri
Il meteo sta cambiando le logiche industriali di un settore da un miliardo L’anno scorso gli investimenti hanno raggiunto i 150 milioni
La stagione, dal punto di vista congiunturale, tiene. Anzi, promette ricavi complessivi in crescita del 4,3%. Ma le scarse nevicate in quasi tutte le aree sciistiche alpine hanno posto in primo piano il tema dei cambiamenti climatici e l’impatto sui comprensori. «Sono venuto a fare un corso di formazione in Austria e ci sono 17 gradi anche qui» racconta Andrea Colla, direttore di Monterosaski, 200 chilometri di piste, tra Piemonte e Valle d’ Aosta. Con questo problema gli operato rifanno i conti già da anni :« Investiamo il 10% deiric avi–racconta G io vanniBrass op residente di S estri eresSpa, società che controlla il comprensorio della Via Lattea – e ci stiamo focalizzando perlopiù sugli interventi a più alta quota, sotto i 1.800 metri è un rischio». Inverni brevi e temperature alte condizionano le logiche industriali di gestione e investimento in un settore che vale un miliardo di fatturato e circa 12mila addetti, con un indotto importante a monte – produttori di macchinari e impianti – e a valle – scuole sci, baite e hotel e ristorazione – come ricorda Valeria Ghezzi, presidente Anef,l’ associazione dei gestori di funivie :« Negli anni gli operatori sono cresciuti sotto il profilo della tecnologia, abbiamo imparato a gestire l’innevamento, la qualità del mantello di neve, i flussi sugli impianti».
L’anno scorso gli investimenti stimati hanno raggiunto i 150 milioni – il 15% dei ricavi complessivi –,60 dei quali in Trentino. E se l’ innevamento artificiale è diventato un elemento imprescindibileper garantire la stagione sciistica, la tendenza nei prossimi anni è duplice: privilegiare gli investimenti a quote sempre più altee incrementare le risorse peri bacini artificiali .« Se la stagionalità, le variazioni climatiche e il fattore quotasi gestiscono conl’ innevamento, abbiamo intensificatogli investimentinei bacini di raccolta acqua che cerchiamo di progettare con funzioni multiuso, così da essere utilizzati ad esempio perle esigenze dell’ agricoltura, come aFolg aria, o diventare una risorsa per il sistema della Protezione civile» spiega Ghezzi. Lo sci resta il focus economico, con un moltiplicatore paria otto dellas pesa perskipass rispetto all’ indotto, e fino a 5 occupati per ogni addetto agli impianti. Mala montagna prova ad ampliare le sue potenzialità: è successo con il progetto di Skyway sul Monte Bianco e nei prossimi anni toccherà al comprensorio del Cervino allargarei suoi confini grazie alla volontà della Svizzera di realizzare, al 2021, il collegamento trai due versanti all’ altezza di Plateau Rosa .« Sit ratta–spiega Federico Ma quignaz,p residente e ad di Cerv in oSp a–di un intervento che trasformala fruizione della montagna, che diventa una esperienza anche per chi non scia e potenziale ricadute turistiche ». Alla società fanno capo 4 comprensori,350 km di piste, una stagione che va da ottobre al 5 maggio.
Il tema della sostenibilità, dunque, si impone in quota, a cominciare da Cortina, che ospiterà nel 2021 il prossimo Mondiale di S cieche, insieme a Milano, è candidata peri Giochi Olimpici invernali2026.« Abbiamo cominciato a lavorare su attività legate alla riduzione del fabbisogno energetico–racconta Susanna Sieff,Fond azione Cortina 2021–. Il nuovo impianto di innevamento della Freccia nel Cielo è innovativo e richiede meno energia di un impianto tradizionale. Inoltre puntiamo all’utilizzo di mezzi meno inquinanti durante legare per gli spostamenti del comitato e dei vip nel prossimo Mondiale di Sci, duranteil quale verranno utilizzate E-tr on elettriche caricate con energia verde». Sul fronte delle emissioni, poi,l’ obiettivo è dies sere“Car bonn eutral”:«C or tina–spiega Sieff– ha avviato un inventario delle emissioni di CO 2 perle fasi di costruzione, gestione e dismissione, che andrà verificato da un soggetto indipendente ». Il fenomeno del cambiamento climatico« desta grande preoccupazionein chi come noi, lo vive quotidianamente» dice Renzo Mi nella, presidente Anef Veneto .« La variabilità del meteo e i repentini cambi di temperatura creano difficoltà nella programmazionedi aperture di piste e impianti. Da circa 10 anni abbiamo avviato un piano di investimenti per l’ implementazione dei sistemi di innevamento artificiale, in un’ ottica di sostenibilità. Cerchiamo di sfruttare quelle che vengono definite “finestre” di freddo, periodi di circa 4-5 giorni, dove sfruttiamole basse temperatura per innevare la maggior parte delle piste». In primo piano, dunque, impianti di innevamento artificiale. La Regione Piemonte, ad esempio, ha varato un piano ne veda 26 milioni per sostenere investimenti infrastrutturali e supportare l’attività dei gestori. E sulla montagna si continua ad investire :« Abbiamoriqualificatogli impianti ad Alagna e Al pedi Mera–racconta Colla (Monte rosa )– e dal prossimo autunno iniziamo i lavori a Macugnaga».