Economia: candidati Pd uniti sulle infrastrutture, divisi sulle ricette fiscali
Primarie Dem. Convergenza sugli incentivi all’industria verde Sblocco dei cantieri Tav e difesa del Jobs act con ritocchi
Noalredditodicittadinanza, soluzione pasticciata che confonde misure controlapovertàetutela delladisoccupazione,esì alla strada indicata dall’Alleanza contro la povertà: altri 3 miliardi l’anno sul Reddito di inclusione introdottodaigovernidelPd.Eancora: no alla reintroduzione dell’articolo 18 cancellatodalJobsactperineoassunti, piuttostosirafforzinolepoliticheattive del lavoro. E soprattutto sì allo sblocco della Tav e allo sblocco immediato dei cantieri.Quellochecolpisceanalizzando le ricette economiche dei tre candidati alla segreteria del Pd con le primarie aperte che si terranno domani è la convergenzasuiprincipalitemi.Nicola Zingaretti,MaurizioMartinaeRoberto Giachetti (rispettivamente 47,28%, 36,10% e 11,13% al congresso tra gli iscritti)sembranoaverelestessepriorità per far ripartire l’Italia: riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul lavoro, rilancio degli investimenti pubblici e privati,incentivialleimpresecheinvestono in ricerca e innovazione e dimostrinoresponsabilitàambientale.Qualche sfumatura di maggiore o minore rossosipuòcoglieresolosulfrontedella politica fiscale, classico terreno della “redistribuzione”perlasinistra:seGiachetti, il candidato che più rivendica la continuità con l’esperienza di governo di Matteo Renzi, insiste sulla necessità diproseguiresullastradadellariduzione della pressione fiscale sul lavoro, Zingaretti e Martina propongono più progressività. Per il presidente del Lazio, in particolare, occorre alleggerire l’Irpef sulle famiglie con figli e nel contempo «chiedere di più» ai redditi elevati tramite la riduzione di alcune agevolazioni fiscali. Ma il discrimine di queste primarie resta politico: quali alleanze per il futuro Pd e quale tasso di discontinuità con il “renzismo”.