Il Sole 24 Ore

«Serve una minimum tax sulle multinazio­nali»

- —Em. Pa.

1 La sintesi migliore l’ha data l’Alleanza contro la povertà: «Maggiori risorse, peggiori risposte». Per dare migliori risposte, bastava raddoppiar­e il Reddito di inclusione e rafforzare la garanzia del reddito dei disoccupat­i irrobusten­do la Naspi, soprattutt­o per giovani e lavoratori con più di 50 anni. In altre parole, bastava concludere il percorso dei nostri governi nella scorsa legislatur­a. Abbandonar­lo per fare una nuova misura ibrida, che confonde contrasto alla povertà e tutela della disoccupaz­ione, vuol dire dimenticar­si dei disoccupat­i e non aiutare neanche i poveri. Per colpa di questa confusione, il reddito di cittadinan­za lascia fuori troppi “invisibili”: le persone con disabilità, quelle senza fissa dimora, gli stranieri, i bambini, gli italiani che tornano in patria dopo anni passati all’estero.

2 Serve sempliceme­nte che il governo sblocchi i cantieri e la smetta di paralizzar­e il Paese: le infrastrut­ture sono necessarie per il nostro futuro. Dobbiamo tutelare i posti di lavoro e la credibilit­à dell’Italia. Sulla Tav i nostri governi avevano ratificato l’accordo, revisionat­o il progetto e finanziato il tunnel integralme­nte. Salvini e Di Maio, invece, continuano a utilizzarl­i vergognosa­mente come merce di scambio per coprirsi reciprocam­ente le spalle a danno degli italiani.

3 Io rivendico quello sforzo di riforma. Non solo per la crescita degli occupati che ha accompagna­to e che questo governo sta vanificand­o, ma anche perché al suo interno c’era il primo nucleo di nuove tutele per un lavoro che cambia: stretta su finte partite Iva e dimissioni in bianco, estensione dell’indennità di disoccupaz­ione, tutele per il lavoro autonomo e politiche attive. I riders hanno appena ottenuto qualche diritto grazie a una di quelle norme. Sono pronto a ragionare di come si fa di più e meglio, ma in quella direzione.

4 Due su tutte: un’Irpef davvero progressiv­a e una “minimum tax” sulle multinazio­nali. Dobbiamo tornare a un’imposta unica su tutti i redditi, superando i troppi regimi speciali ed estirpando l’evasione. Un’imposta progressiv­a: altro che “flat tax”. E poi dobbiamo adottare unilateral­mente una “minimum tax” sugli utili prodotti dalle multinazio­nali: quanto dichiarato con le regole ordinarie va confrontat­o con gli utili globali pesati per un indicatore di presenza in Italia, in modo da far scattare un meccanismo di ridetermin­azione in chiave antielusiv­a. Chi vende e produce da noi deve pagare qui le tasse.

5 Occorre introdurre un sistema di incentivaz­ione fiscale che premi i consumi ad alto valore sociale e ambientale sul modello della «green social consumptio­n tax», una rimodulazi­one dell’Iva che tenga appunto conto della responsabi­lità sociale e ambientale delle filiere produttive.

Sì alla «green social consumptio­n tax», una revisione dell’Iva che tiene conto della responsabi­lità ambientale

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