«Priorità al taglio strutturale dei costi del lavoro»
1 Il reddito di cittadinanza è una soluzione sbagliata, perché produce un inestricabile garbuglio tra politiche attive del lavoro e assistenza a persone che versano in condizioni di povertà assoluta. Perché esautora di fatto i Comuni in tema di assistenza ai più poveri. Perché impegna e spende una gran quantità di risorse senza che la selezione dei beneficiari garantisca prioritariamente chi ha veramente bisogno. L’Alleanza contro la povertà, che ha ispirato il Rei, indica la strada: altri 3 miliardi l’anno su questo strumento. Il resto è problema di politiche attive.
2 La Tav? Sono arrivati a dire che la TorinoLione è antieconomica perché sposta troppe merci dalla strada alla ferrovia, riducendo pedaggi e accise. Non servono decreti legge per ripartire: serve una decisione politica che riconosca che la Torino-Lione è l’infrastruttura cardine per il pieno inserimento dell’area economica che va da Trieste a Lione (un Pil più grande dell’intera Spagna) nelle grandi vie per gli scambi globali di persone e merci.
3 Tutto è migliorabile, pure il Jobs act. Ma l’accento va posto su ciò che lo ha reso meno incisivo: la sentenza della Corte Costituzionale che ha reintrodotto la discrezionalità del giudice in materia di indennità (l’incertezza è nemica della crescita ) e la scelta del governo gialloverde di cancellare l’assegno di ricollocazione.
4 Sulla politica delle entrate la priorità è la riduzione strutturale del prelievo sul lavoro, in particolare di giovani e donne. I governi di centrosinistra hanno intrapreso la strada, con misure in parte strutturali (80 €; Irap costo del lavoro), in parte temporanee (decontribuzione per i neo-assunti). Le prime vanno confermate, le seconde coerentemente realizzate.
5 Lo sviluppo sostenibile è perseguibile solo con politiche europee e globali. Al contrario di quello che stanno facendo i gialloverdi al governo, concertazione in sede europea e accordi internazionali nelle sedi utili (Trattato Ue-Canada e Global Compact). Alla dimensione nazionale bisogna passare dalle parole ai fatti in tema di economia circolare. Rendendo trasparenti costi e benefici connessi non solo ad ognuna delle scelte, ma al complesso delle politiche adottate. La tecnica del carciofo produce effetti paradossali. Prendiamo la bolletta elettrica: tutto è stato scaricato lì, dal costo del mantenimento dell’equilibrio del sistema al sostegno alle imprese energivore. Ognuna di queste scelte ha una sua ragione e validità. Ma l’effetto complessivo? La bolletta energetica costituisce un costo fisso che incide molto sulla spesa mensile delle famiglie. Si impone un ripensamento.
Serve un ripensamento sulla bolletta elettrica: troppi costi, anche di tutela dell’ambiente, scaricati lì