Amazon delega ai brand la rimozione dei falsi
Amazon “delega” la lotta ai falsi sulla sua vetrina alle aziende che producono gli originali. Dal suo blog, il colosso dell’e-commerce ha annunciato “Project Zero”, programma che mira a fornire una serie di strumenti direttamente ai brand e ai produttori, per consentire a loro stessi di rimuovere, in tempo reale, quei beni che imitano i propri originali, che sono quindi contraffatti e si trovano sulla ”vetrina” virtuale del grande portale di e-commerce. Sinora l’iter standard, nel caso un produttore rilevi propri falsi sul web portale, prevede segnalazione ad Amazon, apertura di un dossier con verifica e, infine, rimozione.
Grazie al nuovo strumento ad hoc fornito da Amazon, alle aziende sarà data la facoltà di controllare e rimuovere direttamente le inserzioni dal negozio. Non solo. Le operazioni di rimozione forniranno automaticamente informazioni anche alle protezioni automatiche, che quindi acquisiranno “know how” per stringere ancor meglio le maglie sugli stessi prodotti che dovessero di nuovo comparire, in futuro, nel catalogo.
Naturalmente i venditori potranno appellarsi alle decisioni di rimozione presa dei marchi e Amazon sorveglierà l’iniziativa. Spiegano, poi, da Amazon, che non saranno tollerati abusi, pena l’espulsione dal programma.
Il nuovo strumento non farà venir meno le cosiddette “protezioni automatiche”, basate su un complesso meccanismo di machine learning e algoritmi, che scansionano continuamente i negozi online e rimuovono in modo proattivo le sospette contraffazioni.
Infine, Amazon ha annunciato che si andrà verso un sistema di fornitura in serie di codici univoci (per ogni unità prodotta) che consentirà alla stessa Amazon di scansionare e confermare l’autenticità del prodotto stesso. La società di Jeff Bezos ha sinora condotto una sperimentazione di alcuni mesi con 15 brand. Non erano presenti, in questa prima fase, marchi italiani. E attraverso il suo blog ha invitato altre società a mettersi in lista d’attesa per fruire del nuovo servizio. Meno di un mese fa, Amazon aveva avvertito, per la prima volta, gli investitori sul rischio contraffazione derivante dalle vendite del marketplace e sulla complessità di gestire il fenomeno soprattutto tra la parte di vendite che derivano dalle terze parti.