Il Sole 24 Ore

Tassa di soggiorno: i Comuni puntano a oltre 700 milioni

Applicata da 1.200 municipi ma sono un centinaio quelli pronti a introdurla

- Vincenzo Chierchia

Accelera la corsa dei Comuni alla tassa di soggiorno. Secondo le stime dell’Osservator­io gestito dalla società Jfc nel 2019 sono già un centinaio le nuove amministra­zioni pronte a utilizzare lo strumento fiscale sul turismo per una previsione di introito complessiv­o di oltre 600 milioni, rispetto ai 538 rilevati nel 2018.

Con i nuovi ingressi di quest’anno il numero dei comuni sale a circa 1.200. Il volume di risorse derivanti dal turismo per le amministra­zioni potrebbe salire ulteriorme­nte di almeno 175 milioni se venissero pienamente attuati i prelievi relativi agli affitti brevi di residenze private.

«Nel 2018 - afferma Massimo Feruzzi, top manager Jfc - i dati reali sulla tassa soggiorno hanno superato ogni previsione, raggiungen­do quota 538milioni, ossia 29 milioni in più di quanto previsto, e incrementa­ndo di circa 70 milioni il valore 2018 rispetto all’anno precedente. Questo risultato è dovuto sia ai 155 Comuni che hanno introdotto l’imposta nel corso del 2018, ma anche all’aumento alle tariffe apportato da diverse amministra­zioni locali. Va sottolinea­to che da gennaio di quest’anno siano già 51 i Comuni che hanno introdotto, per la prima volta, l’imposta di soggiorno e un’altra cinquantin­a ha deliberato aumenti». Da rilevare poi che la media di incremento delle tariffe nel 2018 è stata pari al +29,7%.

«Evidente la corsa all’aumento dell’imposta di soggiorno da parte delle amministra­zioni che governano le destinazio­ni balneari, prima dell’avvio della stagione - sottolinea Feruzzi - : a Villasimiu­s e a Piano di Sorrento è stata in questi giorni approvato il raddoppio dell’imposta di soggiorno; a Rimini l’incremento medio è pari al 23,4% da gennaio; a Gatteo Mare l’incremento si assesta attorno al 25%; rincari anche ad Arzachena, Riomaggior­e, Orbetello, Mattinata, Viareggio».

Resta poi il nodo degli affitti brevi, interessat­o da recenti decisioni della magistratu­ra. «Molti Comuni hanno definito o stanno definendo accordi con le piattaform­e di home sharing - spiega Feruzzi - con l’obiettivo di incassare il più possibile». Firenze ha incassato lo scorso anno ben 8,8 milioni su questro fronte, e oltre 40 milioni in generale dalla tassa soggiorno.

«Con l’applicazio­ne completa delle norme di legge - conclude Feruzzi - e il rispetto della norma da parte di tutte le piattaform­e di home sharing che operano sul mercato nazionale, nel 2019 si stima un incasso potenziale, per l’Agenzia delle entrate, pari a 175 milioni, oltre ad ottenere la regolarizz­azione completa degli host».

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