Il Sole 24 Ore

Consob batte un colpo sui rendiconti dei costi

- —Gianfranco Ursino

La Mifi dII è già entrata in vigore e, casomai cene fosse ancora bisogno, la Consob a distanza di un anno con estrema puntualità è di nuovo intervenut­a per ricordarlo agli operatori finanziari. Nella giornata di ieri, 1 marzo 2019, l’authority ha pubblicato un“richiamo di attenzione” agli intermedia­ri per sollecitar­e l’invio - prima possibile - della rendiconta­zione dei costi ai clienti secondo quanto previsto dalla Mifid II. La direttiva Ue e i regolament­i attuativi non indicano comunque una data di scadenza precisa entro la quale le banche e gli altri intermedia­ri devono inviare almeno una volta l’anno la rendiconta­zione periodica dei costi effettivam­ente sostenuti da ogni cliente. Nel monito quindi la Consob ribadisce solo che i nuovi rendiconti dei costi devono essere trasmessi “prima possibile” come specificat­o anche dall’Esma nelle proprie Q&A. Nelle scorse settimane, in un documento riservato firmato da A bi, Asso reti, Asso si me Asso gestionie pubblicato in esclusiva sul Sole 24 Ore dell’ 8febbr aio scorso, le associazio­ni degli intermedia riavevano chiesto congiuntam­ente dei chiariment­i alle authority su una serie di dubbi interpreta­tivi, arrivando ad auspicare la riapertura di una pubblica consultazi­one da parte dell’ Es ma. In particolar­e, nel sollevare il tema della tempistica di produzione della rendiconta­zione, le associazio­ni di categoria sottolinea­vano che« il rendiconto potrà essere prodotto dai distributo­ri nel corso del 2019 solo dopo aver ricevuto tutte le informazio­ni dalle case prodotto e dopo aver effettuato le elaborazio­ni che a loro volta richiedono tempi tecnici». Adesso nel richiamo diatten zio nen°2/2019laC on sob precisa che« qualora le informazio­ni sugli strumenti finanziari non siano pubblicame­nte disponibil­i, gli intermedia­ri distributo­ri dovrebbero mettersi nelle condizioni di ottenerei dati necessari dai produttori. Quando l’intermedia­rio non riesca ad ottenere i dati dal produttore in tempo utile dovrebbe prima di tutto valutare se può fornire informazio­ni adeguate al cliente sui costi dello strumento. E se il distributo­re ritiene di non essere in grado di ottenere informazio­ni sufficient­i sui prodotti offerti per adempiere ai propri obblighi Mifid II, dovrebbe, nell’ambito delle proprie scelte di product governance, evitare di inserirli nella propria gamma prodotti». Intanto il dg dell’ A bi, Giovanni S abatini, ha espresso apprezzame­nto perilri chiamo della Consob.

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L’inchiesta.L’8 febbraio il primo articolo sulla trasparenz­a sui costi

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