Il Sole 24 Ore

Fake news e caso Orban: così l’Unione si difende dall’avanzata dei populisti

Il Ppe discute l’eventuale espulsione del partito del premier ungherese La Commission­e Ue critica i social, troppo permeabili alle informazio­ni fuorvianti

- Beda Romano

Dal nostro corrispond­ente A meno di tre mesi dalle prossime delicate elezioni europee, l’establishm­ent comunitari­o sta tentando di isolare i partiti più estremisti ed euroscetti­ci, contrastar­e le campagne pubblicita­rie menzognere e combattere la manipolazi­one di false informazio­ni. La partita non è facile, tanto più che i temi dividono paesi e partiti in seno alla stessa Unione europea. La più recente batteria di proiezioni mostra un nuovo aumento della Lega nel prossimo Parlamento europeo.

Dopo mesi di tira-e-molla, il Partito popolare europeo ha deciso di mettere all’ordine del giorno il futuro di Fidesz, il movimento di Viktor Orbán. Da tempo il controvers­o premier ungherese è accusato di indebolire lo stato di diritto nel suo paese, anche per via di una politica discrimina­toria nei confronti degli migranti. Esponenti popolari hanno annunciato ieri che la dirigenza del PPE ha ricevuto mozioni da parte di sette partiti provenient­i da cinque paesi a favore di una espulsione di Fidesz dallo stesso PPE.

Richieste sono giunte dal Belgio (due), dalla Svezia (due), dall’Olanda, dalla Finlandia e dal Lussemburg­o. La questione verra Come sarà il prossimo parlamento europeo? Gli ultimi sondaggi dicono che il gruppo dei partiti sovranisti e populisti dovrebbe aumentare i consensi, ma non abbastanza da sovvertire gli attuali rapporti di forza. Quasi certamente i Popolari e i Socialisti avranno bisogno di allearsi con i Liberali di Alde e i Verdi per tenere a distanza di sicurezza l’internazio­nale sovranista. Sul piano nazionale i sondaggi confermano l’ascesa della Lega di Matteo Salvini, che potrebbe diventare secondo partito dietro la tedesca Cdu discussa dall’assemblea politica del PPE nella sua riunione del 20 marzo, a ridosso di un vertice europeo che verrà preceduto da una tradiziona­le riunione dei capi di stato e di governo affiliati allo stesso PPE. L’esito del dibattito è ancora incerto, tanto la questione sta dividendo il movimento di centro-destra.

«Una decisione di espellere o di sospendere Fidesz deve essere presa a maggioranz­a assoluta dei membri presenti», notava ieri un esponente del PPE. I partiti-membri dell’Est guardano con favore al partito di Viktor Orbán, fosse solo per vicinanza geografica. Altri partiti-membri, dell’Europa occidental­e questa volta, non vogliono che la loro eventuale opposizion­e al premier ungherese venga strumental­izzata in patria da chi potrebbe accusarli di avere la mano leggera contro l’immigrazio­ne.

Il capogruppo popolare e candidato alla presidenza della prossima Commission­e europea Manfred Weber ha spiegato che «tutte le opzioni sono sul tavolo». I dubbi sono tanti.

Perdere un membro significa perdere peso politico, ma anche fondi parlamenta­ri. Al tempo stesso, l’imbarazzo provocato da Fidesz è grande. Nel 2015, i Socialisti europei discussero senza successo della possibilit­à di escludere il movimento SMER di Robert Fico, allora premier slovacco, per le sue scelte anti-migranti.

Peraltro, la vicenda giunge mentre tra Budapest e Bruxelles sono bruscament­e aumentate le tensioni. La Commission­e europea ha accusato il governo ungherese di aver lanciato una campagna elettorale menzognera nei confronti dell’esecutivo comunitari­o e del suo presidente, Jean-Claude Juncker. Da metà febbraio manifesti elettorali in Ungheria stanno lasciando intendere che il finanziere George Soros e il presidente Juncker favoriscon­o l’ingresso di migliaia di immigrati in Europa.

In questa contesto, questa settimana Bruxelles ha rimprovera­to a Google, Facebook e Twitter di non fare abbastanza per impedire la distribuzi­one di false informazio­ni a tre mesi dalle prossime elezioni europee. In ottobre, le tre società americane hanno sottoscrit­to un codice di condotta volontario che secondo il commissari­o agli affari di sicurezza Julian King non è stato finora pienamente rispettato, notando pochi progressi nella lotta contro pubblicità politica menzognera.

Ieri, intanto, il Parlamento europeo ha pubblicato nuove proiezioni in vista delle elezioni del 2326 maggio. PPE e Socialisti non avrebbero la maggioranz­a, e sarebbero costretti a governare con i Liberali e possibilme­nte anche i Verdi. La Lega invece si confermere­bbe il primo partito italiano con 28 seggi (6 nelle scorse europee e 27 in base alle precedenti proiezioni di due settimane fa), e sarebbe inoltre il secondo partito dopo la CDU/CSU tedesca (con 34 seggi).

BRUXELLES

Sinistra Unitaria Europea Sinistra Verde Nordica; Partito socialista europeo; Verdi - Alleanza libera europea ; Alleanza dei liberali e democratic­i per l’Europa; Partito popolare europeo; Conservato­ri e riformisti; Europa della libertà e della democrazia diretta; Europa delle nazioni e libertà; Membri che non appartengo­no a liste Nuovi membri attualment­e non affiliati a nessun gruppo

L’emiciclo

In Europa già undici governi a trazione sovranista

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