Progressi Usa-Cina ma Pechino non cede sugli aiuti di stato
Via libera del Canada all’estradizione della figlia del fondatore di Huawei
Dal nostro corrispondente I mercati finanziari hanno concluso la settimana in positivo, sull’onda degli ultimi dati positivi sulle prospettive di crescita della Cina e per le attese su un accordo nella “trade war” con gli Stati Uniti. A Wall Street, da inizio anno, l’S&P500 ha guadagnato l’11%. Secondo gli economisti di BoA Merrill Lynch le azioni Usa sono vicine ai massimi da 70 anni in confronto aimercati finanziari dei paesi sviluppati.
L’amministrazione Usa ha confermato che si sta lavorando per trovare un’intesa finale sulla guerra commerciale con la Cina. Il segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha detto che le due delegazioni a Washington hanno preparato un documento conclusivo di 150 pagine «molto dettagliato», ma ha avvisato che «c’è molto lavoro ancora da fare». Il consigliere economico Larry Kudlow parla di un «accordo storico» vicino. Mentre Robert Lighthizer, il falco dell’amministrazione che guida i negoziati con la Cina, è più prudente. Ha dichiarato che gli Stati Uniti non accetteranno una pace commerciale che non includa «significativi cambiamenti strutturali» del sistema cinese. Pechino, da parte sua, è pronta ad accettare una lunga lista di concessioni. Una su tutte: i cinesi hanno offerto di acquistare 1.200 miliardi di dollari di prodotti made in Usa nei prossimi sei anni per diminuire il disavanzo. Ma sono irremovibili sul punto dei cambiamenti strutturali che, tradotto, significa rinunciare agli aiuti di stato per le aziende pubbliche cinesi, uno dei capisaldi alla base del piano di sviluppo Made in China 2025.
Nei sei memorandum di intesa del documento finale su cui si sta lavorando, la Cina offre aperture su agricoltura, barriere non tariffarie, proprietà intellettuale, servizi finanziari, trasferimento di tecnologie e stabilizzazione valutaria. Nell’agricoltura, oltre a 30 miliardi di dollari di ulteriori acquisti di soia, riso, mais e grano Usa, Pechino è pronta a cancellare il divieto all’export per la carne di pollo americana, attivo dal 2015 dopo l’influenza aviaria.
Trump ha sentito il presidente Xi per telefono a margine del vertice in Vietnam con Kim Jong-un. Ha ribadito il suo ottimismo sui negoziati con la Cina che stanno avendo «progressi incredibili». Tuttavia ha detto di essere pronto a fare un passo indietro e a far saltare il tavolo dei negoziati se non ci sarà un buon accordo. Il Fondo monetario stima i danni di una mancata intesa in un -0,2% per il Pil Usa 2019 e -0,6% per quello cinese, già in frenata. Uno studio dell’Institute of international finance, inoltre, afferma che la guerra con la Cina è già costata agli Usa 40 miliardi di dollari di export.
Sul fronte dei rapporti Stati UnitiCina va registrato il semaforo verde del Canada per l’estradizione di Meng Wanzhou, la cfo e figlia del fondatore di Huawei accusata di aver violato le sanzioni all’Iran. Un punto a favore per il colosso delle tlc cinese in terra americana arriva invece da Seattle, dove Huawei è stata dichiarata “non colpevole” nella causa per spionaggio avanzata da TMobile relativa a un software-robot per smartphone. Gli Usa, infine, in sede Wto hanno vinto un procedimento sugli aiuti di stato concessi dalla Cina su grano e riso, in violazione delle regole internazionali.
NEW YORK