Rendiconto 2018: cinque anni per coprire l’addio ai mini-debiti
Tra le regole da applicare ci sono i nuovi parametri di deficitarietà strutturale Sì all’obbligo generalizzato di adottare la contabilità economico-patrimoniale
Nuove regole e vecchi allegati nel rendiconto della gestione 2018. L’adempimento, balzato ormai al primo posto dell’agenda dei responsabili degli enti, presenta, fra le novità, i nuovi parametri di deficitarietà strutturale, la possibilità di ripiano quinquennale del disavanzo da stralcio delle mini cartelle e l’obbligo generalizzato di adottare la contabilità economico-patrimoniale.
Con il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi, effettuato con la collaborazione di ogni responsabile dell’ente, la giunta deve approvare la verifica delle ragioni del mantenimento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2018 e l’esigibilità degli stessi. La regola generale prevede il mantenimento fra i residui attivi delle entrate accertate esigibili nell’esercizio di riferimento, ma non incassate. La novità quest’anno riguarda lo stralcio dei crediti fino a 1.000 € disciplinato dall’articolo 4 del Dl 119/2018, che ha disposto l’automatico annullamento dei valori di importo residuo fino a 1.000 € (comprensivo di capitale, interessi e sanzioni), risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010. L’impatto finanziario derivante dalla cancellazione di questi crediti dai bilanci degli enti può essere ridotto attraverso il riparto in cinque esercizi dell’ eventuale disavanzo di amministrazione.
Fra i residui passivi possono essere mantenute le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel corso dell’esercizio, ma non pagate. Rientrano in questa categoria le spese impegnate per forniture o prestazioni rese entro il 31 dicembre 2018, le cui fatture pervengono nei 2 mesi successivi alla chiusura dell’esercizio o per le quali il responsabile della spesa dichiara, sotto propria responsabilità, che la stessa è liquidabile.
In materia di opere pubbliche, si potranno applicare le nuove regole di accantonamento al fondo pluriennale vincolato varate con il decimo decreto correttivo dell’armonizzazione, laddove il riaccertamento ordinario venga però deliberato dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Sono particolarmente interessati alle nuove regole su spese di progettazione e fpv gli enti in disavanzo, in difficoltà con l’utilizzo delle quote vincolate, accantonate e destinate del risultato di amministrazione, che la manovra 2019 ha disciplinato in maniera restrittiva.
Il dito puntato dalla legge di Bilancio 2019 sul capitolo dei pagamenti, pur non interferendo sulla chiusura dei conti 2018, porta a prestare maggiore attenzione al valore del debito commerciale residuo a fine 2018 (la fotografia delle fatture e documenti equivalenti scaduti). Il dato va pubblicato sul sito e inviato alla piattaforma certificazione crediti entro il 30 aprile.
Da non sottovalutare il debutto, con il rendiconto 2018, dei nuovi otto parametri di deficitarietà strutturale approvati con il decreto del 28 dicembre 2018.
L’esercizio 2018 rappresenta anche l’avvio della contabilità economico-patrimoniale per gli enti con popolazione inferiore a 5.000 abitanti che lo scorso anno si sono avvalsi della facoltà di rinvio, concessa in extremis. Anche se esonerati dall’obbligo di approvazione del bilancio consolidato, sono, infatti, tenuti ad allegare al rendiconto il conto economico e lo stato patrimoniale di fine 2018 e il primo stato patrimoniale di inizio esercizio.
Da segnalare, infine, che a partire dal rendiconto 2018 saranno eseguiti controlli formali di validità bloccanti della Bdap sul rendiconto, sui dati contabili analitici e sul piano degli indicatori. Per evitare il blocco dei nuovi controlli gli enti sono invitati ad inviare i documenti contabili allo stato «approvato dalla Giunta», in modo da verificare l’esistenza di errori bloccanti prima dell’approvazione da parte del consiglio, e di operare le eventuali correzioni necessarie a superare le segnalazioni di errore della banca dati.