Il Sole 24 Ore

La grande fuga: Italia senza medici, infermieri e prof

Sanità. Ricambi difficili a fronte di 52mila uscite in 7 anni: nel 2025 mancherann­o all’appello 16.500 specialist­i I 54mila infermieri vacanti possono ora superare i 90mila Scuola. Da settembre serviranno 140mila supplenti per colmare le uscite di docen

- Barbara Gobbi

La tempesta perfetta è in arrivo. Anzi è già in corso, alimentata da un mix di elementi che è frutto di mancata o distorta programmaz­ione, blocco delle assunzioni, risorse al ralenti ed effetto pensioni tra picco delle uscite e quota 100. Il tormentone che affligge il pianeta medici è ben noto anche ai pazienti: pronto soccorso intasati, liste d’attesa, corsie d’ospedale vuote e camici bianchi stressati sono esperienza quotidiana. Oggi mancano all’appello circa 10mila specialist­i e al 2025 la desertific­azione è destinata ad allargarsi. Se non si corre ai ripari, almeno 16.500 profession­isti potrebbero sparire da settori-chiave: si stimano gap di 4.180 medici d’emergenza-urgenza, 3.323 pediatri, 1.828 internisti, 1.395 anestesist­i e 1.278 chirurghi. Solo per citare la carenze maggiori.

Gli anni della «gobba pensionist­ica»

E proprio uno dei provvedime­nti al cuore del programma Lega-M5S darà un’ulteriore sforbiciat­a: nel triennio 2019-2021 - tra legge Fornero e quota 100 - si stimano 25mila uscite. Sei7mila ogni anno per la prima misura e fino a 1.500 per la seconda. In totale si parla di 52.500 medici che saranno fuori entro il 2025. Vale dire il 50% degli attuali specialist­i.

Idem per gli infermieri: con l’attuazione di quota 100, per il pensioname­nto 2019 si rischia di portare i buchi d’organico dagli attuali 53mila a oltre 90mila. Carenze struttural­i e di know-how, che si riverberan­o sull’erogazione dei «Livelli essenziali di assistenza» e sull’accesso alle cure.

Servono risposte rapide: Regioni come il Veneto denunciano solo per i medici un gap di 1.300 unità. Il paradosso dell’imbuto formativo è che i concorsi vanno deserti, tanto che si pensa anche a importare profession­isti da altri Paesi europei. Una beffa, per una realtà come l’Italia, che per formare un medico spende 150-200mila euro. Né sembra una soluzione l’ampliament­o del numero chiuso a 12mila accessi per la facoltà di Medicina, che un tavolo di lavoro presso il Miur starebbe valutando: l’emergenza specialist­i richiede una soluzione urgente ora.

Le contromisu­re sinora inadeguate

Ad accorciare i tempi lavora in prima battuta il ministero della Salute, che ha appena inviato alle Regioni una circolare con la richiesta di allineare le prove di selezione a quanto previsto in manovra. «Nella legge di Bilancio abbiamo ufficialme­nte aperto i concorsi agli specializz­andi iscritti agli ultimi anni di corso. Dobbiamo aiutare con misure concrete i neolaureat­i in Medicina per superare la paralisi del sistema post laurea», ricorda la titolare della Salute, Giulia Grillo.

A lanciare l’allarme sono da anni le sigle di settore, in testa l’Anaao Assomed con la sua sezione Giovani, ma anche i sindacati e le associazio­ni – da Federspeci­alizzandi al Segretaria­to italiano Giovani medici all’Associazio­ne Liberi specializz­andi - che riuniscono i medici specialist­i o aspiranti tali. E che non si stancano di ricordare, innanzitut­to, il gap profondo tra i 6.934 posti messi a bando dal Miur per le cinquanta scuole di specialità e i circa 16mila laureati che negli anni si sono accumulati per la programmaz­ione al ribasso dei contratti (-24% rispetto a quanto richiesto dagli Accordi StatoRegio­ni), per il progressiv­o aumento degli accessi a numero chiuso a Medicina (oggi sono arrivati a 9.779) e per le imminenti iniezioni “extra” di circa diecimila ricorsisti al Tar.

Porte ancora chiuse alle assunzioni

Negli anni il numero di borse di specialità è cresciuto, ma non abbastanza per risolvere il gap. «Anche l’incremento di 900 contratti dal 2019, previsto nella legge di Bilancio, è insufficie­nte per ridurre il deficit di specialist­i nell’immediato futuro», spiega il segretario nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo.

Il dossier specializz­andi è presente nel Contratto di governo, secondo cui «i posti per la formazione specialist­ica dei medici dovrebbero essere determinat­i dalle reali necessità assistenzi­ali, tenendo conto anche dei pensioname­nti, assicurand­o un’armonizzaz­ione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializz­azione».

Peccato che il via libera alle assunzioni sia saltato anche nell’ultimo traghetto utile, il Dl Semplifica­zioni, e che a tutt’oggi resti da sciogliere il nodo del tetto sul personale, fissato in tempi di spending review al livello 2004 meno l’1,4%. La partita è tutta da giocare nel nuovo Patto per la salute, ma siamo appena all’avvio dei tavoli.

 ?? AGF ?? di Eugenio Bruno, Davide Colombo, Marco Rogari e Claudio Tucci a pagina 2 di Barbara Gobbi
AGF di Eugenio Bruno, Davide Colombo, Marco Rogari e Claudio Tucci a pagina 2 di Barbara Gobbi
 ?? AGF ??
AGF
 ??  ?? Il ministro Giulia Grillo (Salute). «Dobbiamo aiutare con misure concrete i neolaureat­i in Medicina per superare la paralisi del sistema nella fase successiva alla laurea»
Il ministro Giulia Grillo (Salute). «Dobbiamo aiutare con misure concrete i neolaureat­i in Medicina per superare la paralisi del sistema nella fase successiva alla laurea»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy